What's new
  • ICMag with help from Landrace Warden and The Vault is running a NEW contest in November! You can check it here. Prizes are seeds & forum premium access. Come join in!

Cocco in generale - Official thread!

magher

Member
porto il mio piccolo contributo....
Elmers Glue #2 mom, 1lt cocco ph 5,8 EC 1,4

sembra in forma tutto sommato! da quanto sta vegetando?
ciao rula
in quelle foto ha 40gg con 2x30w, ora ha 60gg, 2 giri di talee sulle spalle e sta sotto T5, a breve ne farò un altro e ridimensiono la mamma!!

picture.php

picture.php
picture.php

:tiphat:
 
Last edited:

Loollo

Active member
Veteran
Complimenti alla mamma Magher. Quanti lt è il vaso ?

Direi che crescono bene, eccole a confronto a soli 2gg di distanza:
picture.php

picture.php


Alzato l'ec a 2.0 e sembra che siano belle verdi ed in forma ! Le devo irrigare almeno una volta ogni 2gg al momento con un minimo di scolo come dice anche Brasilian. :tiphat:
 

Loollo

Active member
Veteran
ciao loollo
il vaso è da 3,5lt, sarebbe meglio un 2,5lt!!

Per mantenere la mamma probabilmente si, per portarle in flo forse meglio i 3,5 con una vege classica di 4-5 settimane. I miei sono 13x13x18 per circa 2,5-3lt, ed ad ora, che sono a circa 3-4 settimane, mi sembra che abbiano già riempito il vaso di radici, visto che l'acqua scola con molta più lentezza. Vedremo come andrà la fioritura.


Si, un irrigo l'ho fatto anche con ec 2.0, visto che l'acqua di scolo continua a stare sui 0.8 di ec, evidentemente hanno molta fame. Ho fatto già 3 irrighi con ec 2 - 1.8 - 1.8, ed a ieri sera ancora acqua di scolo a 0.8. Al momento sembrano gradire molto. Pensi sia uno sproposito 2 di ec ? Calcola che non sono nemmeno al massimo come da tabella Coco Nova A+B. Do 4+4ml/lt ottenendo un ec di 1.8 quando il massimo è 5ml/lt.
 

RulaTone

Well-known member
Veteran
si mi sembra uno sproposito specialmente per la fase in cui sei....strano che ti resti cosi basso lo scolo...che cocco usi?
 

Loollo

Active member
Veteran
Il cocco è sempre Bionova. Spiego bene la situazione, che in effetti penso non sia così strana, in quanto ho riusato il cocco con cui ho già fatto due cicli ed aggiunto circa 1/4 di cocco nuovo. Ho risciacquato abbondantemente il cocco con almeno il doppio di litri d'acqua rispetto ai vasi. Quindi era completamente scarico. Poi ho trapiantato nei nuovi vasi ad inizio mese ed ho iniziato ad irrigare con un ec di 0.8 non controllando lo scolo. Risultato le piante sono entrate in sofferenza. Ho quindi continuato con gli irrighi ma con solo circa 0.10-0.20lt a pianta e con ec alzato poi a 1.8. Ovviamente così facendo tutti i nutrienti sono stati filtrati dal cocco scarico probabilmente. Ieri sera ho irrigato ancora con ec a 2 e l'ec di scolo è arrivato a circa 0.85-0.90. Adesso lo controllo costantemente e vedremo.
 

Brasilian

Psychedelic Marijuana passionate
Veteran
Riciclo del Cocco.

Riciclo del Cocco.

Salve cannapionieri :wave:

Volevo chiedere a tutti coloro che utilizzano già da tempo la fibra di cocco,pareri,opinioni,metodi per ripulire il sub ,già utilizzato, dalle radici?
Ed eventuali accorgimenti ,da mettere in atto, sia per conservarlo
o per prepararlo per il ciclo successivo.

Grazie anticipatamente :tiphat:
 

Intimea

Active member
IMHO non ci sono accortezze speciali da prendere.

Se hai appena reciso la pianta e il panetto è bagnato, basta tenerla per il fusto e agitando e scrollando (aiutandosi con le dita) viene via quasi tutto lasciandoti in mano un tronco con lo scheletro di radici.

Se il panetto è secco, fai la stessa cosa ma farai più polvere. :biggrin:

Poi basta eventualmente setacciare grossolanamente il cocco(cocco&perlite/cocco&quelchevolete) per riutilizzarlo.

Un alternativa è quella di lasciare il cocco bagnato a macerare finché non si sono decomposte le radici, ma vuol dire avere posto per lo stoccaggio.

PS: poi dipende da come si è abituati a lavorare...se con cocco sfuso, se pressato, se in chips...perché comunque un ciclo ne altera un poco le caratteristiche, e un reintegro parziale con substrato nuovo io lo consiglio sempre. :2cents:
 

Gardox

Member
Ma una curiosità.. si dice sempre che in terra rispetto ad idroponia ed aeroponia le piante hanno odori e sapori migliori, quindi la stessa cosa accade in una coltivazione in cocco? Scusate la mia ignoranza....
 

Brasilian

Psychedelic Marijuana passionate
Veteran
Aggiungo un po di info:

Il cocco usato è il Bio Nova Coco Brick miscelato con perlite al 25%
substrat-coco-brick-bionova-1.jpg

I panetti al taglio erano già abbastanza asciutti e complice il deumidificatore in funzione
per la secca,quando li ho tirati fuori,erano praticamente aridi.
Ho proceduto a sfarinarli in un contentore bello ampio e capiente togliendo il grosso delle radici e
buona parte di quelle più piccole.
Quello che è rimasto è costituito da pezzetti di un 1-2 cm di lunghezza irrimediabilmente spezzettati e difficili da vagliare.
Ora mi domandavo se sia necessario toglierli tutti o meno?

Non credo di dover riutilizzare la fibra a breve e probabilmente
se ne parlerà per settembre quindi la possibilita di compostarlo c'è come anche la disponibilità.
Mi domandavo, inoltre, se siano utili ulteriori lavaggi?
Leggevo inoltre del possibile utilizzo di enzimi per favorire la decomposizione(ma credo esclusivamente a pianta viva)
e di trattamenti con cal_mag per estrarre dalle fibre eventuali accumuli di potassio.

Si è parlato spesso di similitudini con l'idroponica ma dopo questa
mia prima esperienza ho molti dubbi a riguardo.
La fibra di cocco funziona veramente da inerte o per renderla tale
c'è bisogno di adottare tecniche e regole ben precise?



Una cosa che poi vorrei approfondire è come preparare bene il cocco per la semina
ma questo è un altro argomento e credo sia meglio affrontare una cosa alla volta. :biggrin:

:tiphat:
 
Last edited:

Brasilian

Psychedelic Marijuana passionate
Veteran
Ma una curiosità.. si dice sempre che in terra rispetto ad idroponia ed aeroponia le piante hanno odori e sapori migliori, quindi la stessa cosa accade in una coltivazione in cocco? Scusate la mia ignoranza....

Credo sia soltanto una questione di gusti.
Si trovano qui su ICMag diverse opinioni a riguardo
ma niente che sia dimostrato scientificamente.

Almeno io non l'ho trovato. :biggrin:

:tiphat:
 

Loollo

Active member
Veteran
Aggiungo un po di info:

Il cocco usato è il Bio Nova Coco Brick miscelato con perlite al 25%

Non credo di dover riutilizzare la fibra a breve e probabilmente
se ne parlerà per settembre quindi la possibilita di compostarlo c'è come anche la disponibilità.
Mi domandavo, inoltre, se siano utili ulteriori lavaggi?
Leggevo inoltre del possibile utilizzo di enzimi per favorire la decomposizione(ma credo esclusivamente a pianta viva)
e di trattamenti con cal_mag per estrarre dalle fibre eventuali accumuli di potassio.

Pensi quindi non sia sufficiente solo il lavaggio con acqua che con un ec di 0.45 dovrebbe contenere già cal e mag ?

Una cosa che poi vorrei approfondire è come preparare bene il cocco per la semina
ma questo è un altro argomento e credo sia meglio affrontare una cosa alla volta. :biggrin:

Sulla preparazione del cocco alla semina credo che il cocco si debba prefertilizzare magari con ec a 0.8, altrimenti appena iniziano a vegetare entrano in carenza. O almeno così mi è parso nei miei cicli.

:tiphat:
 
Last edited by a moderator:

pasqsn

GuerrillaLifestyle
Veteran
Ma una curiosità.. si dice sempre che in terra rispetto ad idroponia ed aeroponia le piante hanno odori e sapori migliori, quindi la stessa cosa accade in una coltivazione in cocco? Scusate la mia ignoranza....

Hai presente quando mangi i pomodori del tuo orto ma anche semplicemente quando compri la verdura di stagione, e quando invece compri i pomodori in inverno che sono "pieni d'acqua"?
Più o meno rende l'idea? :D

In Italia magari è più difficile, ma se provi la verdura del nord Europa,fatta in idroponica, fa cagare!
 

noreason

Natural born Grower
ICMag Donor
Veteran
Aggiungo un po di info:

Il cocco usato è il Bio Nova Coco Brick miscelato con perlite al 25%
View Image


L'ho provato e non mi piace come altri, sembra ''sporco'', cioè contenere cose che non dovrebbero esserci nel mallo della noce del cocco, ma non è un vero problema.

Altra cosa è che anch'esso è pieno di fert. Se usato su giovani piante senza lavarlo può dare problemi di sviluppo radicale e di mancato assorbimento di h2o aka il vaso rimane pesante e bagnato ma la pianta fatica ad assorbire h2o per via della massiccia presenza di sali.

A via puramente indicativa, lo scolo dei vasi in cui si trovano le piante in fioritura solitamente si aggira tra 1 e 2 mS/cm (nel mio caso). Lo scolo del cocco bionova nuovo si aggira intorno a 5mS/cm. (stessa quantità di h2o).




I panetti al taglio erano già abbastanza asciutti e complice il deumidificatore in funzione
per la secca,quando li ho tirati fuori,erano praticamente aridi.
Ho proceduto a sfarinarli in un contentore bello ampio e capiente togliendo il grosso delle radici e
buona parte di quelle più piccole.
Quello che è rimasto è costituito da pezzetti di un 1-2 cm di lunghezza irrimediabilmente spezzettati e difficili da vagliare.
Ora mi domandavo se sia necessario toglierli tutti o meno?
Puoi volendo filtrare il cocco come se fosse farina. Buona parte delle radici rimarrà sul filtro. Se hai lo scolapasta giusto non è difficile :D

Prima di tirar via i panetti dai vasi, potevi irrigarli e lasciarli lì fermi altri 10 o 15 giorni, a seconda delle condizioni di contaminazione del substrato, temperatura ambientale e quantita di H2O.

Batteri, lieviti e funghi sono i principali responsabili della degradazione delle radici, basta dargli acqua e loro mangiano le radici, trasformandole in elementi basilari, che le successive piante potranno anche assorbire.


Non credo di dover riutilizzare la fibra a breve e probabilmente
se ne parlerà per settembre quindi la possibilita di compostarlo c'è come anche la disponibilità.
Allora non hai nessun problema. Prendi tutto il substrato e mettilo in un unico contenitore.
Sciogli un pò di melassa o un pò di zucchero in tanta acqua quanto basta a idratare il substrato senza renderlo una pappa (non c'è una quantità, ma a livello indicativo un cucchiaino a litro).
Una volta bagnato il cocco, tienilo tutto insieme raggruppato da un lato e coprilo sommariamente per limitare l'evaporazione, ma non troppo.
Rigiralo una volta ogni due giorni quando è bello umido, una volta a settimana se è più secco (anche qui i tempi sono indicativi, puoi girarlo quanto ti pare).

Continua a questo modo finchè vedrai che le radici sono scomparse del tutto.

Se lo hai, puoi aggiungere all'acqua un pochino di humus di lombrico che fungerà da contaminante, velocizzando il tutto.
Temperature vicine ai 30° velocizzano di molto il processo, temperature vicino ai 20° cominciano a rallentarlo.

Altro dettaglio, la vita microscopica, quella che degrada la materia organica di cui parlavo, ha due soli modi di procurarsi energia, due soli meccanismi biologici. Uno è in presenza di ossigeno, uno in assenza. Il primo è la respirazione cellulare, il secondo è la fermentazione.
Per lavorare il substrato vanno bene entrambi, però ricordate che se fate proliferare troppo la vita anaerobica poi ve la ritroverete nel substrato quando lo userete, per cui andranno evitati ristagni in tutti i modi, in modo da far prendere il comando alla ''vita aerobica''.


Mi domandavo, inoltre, se siano utili ulteriori lavaggi?
Leggevo inoltre del possibile utilizzo di enzimi per favorire la decomposizione(ma credo esclusivamente a pianta viva)
e di trattamenti con cal_mag per estrarre dalle fibre eventuali accumuli di potassio.
Se credi di essere arrivato a fine ciclo con un sub carico di sali, procedi ad un lavaggio possibilmente con acqua osmotica o comunque il meno dura possibile.
Tutto quello che deve venir via verrà via, se qualcosa rimane ormai è cristallizzato e rimarrà tale anche in futuro, incidendo poco e nulla su EC e salinità.


Si è parlato spesso di similitudini con l'idroponica ma dopo questa
mia prima esperienza ho molti dubbi a riguardo.
La fibra di cocco funziona veramente da inerte o per renderla tale
c'è bisogno di adottare tecniche e regole ben precise?
Il cocco funziona davvero come un inerte, perchè i batteri etc.. non riescono a decomporlo in quanto costituito da sostanza particolari. Un esempio molto simile è il sughero, che pur essendo organico come il cocco, non viene decomposto molto facilmente.
In questo senso puoi paragonarlo ad un qualsiasi substrato inerte, che non fa altro che veicolare una soluzione nutritiva, senza interferire con essa, in quanto a differenza della torba non viene degradata.

Detto ciò, un cultivo in cocco può somigliare di più ad un cultivo in terra, o viceversa, può assomgliare di più ad un cultivo in idro. Dipende da come il grower struttura il cultivo.

Per renderlo più simile ad un idroponica, si deve puntare tutto sulla soluzione nutritiva. Capire che è essa a fare la differenza.
Per cui, mi organizzerò in modo tale da far rimanere il più possibile le radici a contatto con la soluzione nutritiva, ad esempio diminuendo la grandezza dei vasi ed aumentando le irrigazioni.
Se riesco ad irrigare 3 volte al giorno, le piante avranno nutrienti ed ossigeno nuovi ogni 8 ore, e ti garantisco che questo alle piante piace molto, gradiscono nettamente un ricambio totale di fert. e H2O carica di ossigeno.

Ragionando in questi termini, il cocco non assume nessun ruolo di rilievo nella nutrizione della pianta, esattamente come l'argilla, la perlite e così via. Ossigeno e nutrienti gli arrivano dalla soluzione, non dal substrato.


Ragionando invece all'opposto, un cultivo in cocco può assomigliare di più ad un cultivo in terra, basta comportarsi allo stesso modo. Irrigare quando il panetto è leggero e così via.
In questo caso non verranno sfruttate le ''potenzialità'' della soluzione nutritiva, ma l'interazione tra essa e il cocco.
La quantità di ossigeno sarà dipendente da quanto è bagnato il cocco e da quanto quell'acqua è ferma lì.

Gli elementi nutritivi tenderanno ad accumularsi nel tempo se non vengono previsti flush o comunque un pò di scolo dal fondo. Nell'altro caso i sali non restano nel sub, perchè non ne hanno il tempo che già vengono lavati via.

Insomma, il cocco permette un pò di versatilità, ma appunto, esso da solo non basta a fare la differenza. Bisogna cogliere le sue peculiarità e sfruttarle a proprio vantaggio, altrimenti non ha molto senso passare da terra a cocco, non vi sarà molta differenza.



Una cosa che poi vorrei approfondire è come preparare bene il cocco per la semina
ma questo è un altro argomento e credo sia meglio affrontare una cosa alla volta. :biggrin:
Se hai semi a sufficienza non c'è nulla da preparare.

Se i semi li hai pagati un occhio della testa ciascuno, puoi effettuare un lavaggio con acqua e candeggina in dose riportata in etichetta per potabilizzare l'acqua, lasciando ammollo il cocco per mezz'ora.
Poi lo tiri via, lo lavi con acqua clorata sotto il rubinetto, lo strizzi con mani pulite, lo asciughi in un contenitore pulito, e infine ci riempi i vasetti ben puliti e disinfettati, che metterai in un posto pulito e disinfettato.
Il tutto ruota nel ridurre al minimo i possibili patogeni, ridurre il carico batterico come si fa per i bimbi piccoli usando l'amuchina. Stesso identico concetto.
Quando la radichetta uscirà dal guscio, non incontrerà un milione di batteri che cercano di mangiarsela, ma solo 1000 ed avrà più possibilità di cavarsela.

questo è comunque uno solo dei possibili modi di disinfezione, ce ne sono altri di migliori...il concetto rimane lo stesso però.
 

Brasilian

Psychedelic Marijuana passionate
Veteran
L'ho provato e non mi piace come altri, sembra ''sporco'', cioè contenere cose che non dovrebbero esserci nel mallo della noce del cocco, ma non è un vero problema.

Si questo l'ho notato anche io ma lo shopparo aveva solo questo e mi son dovuto adattare.
L'alternativa era il canna coco nelle versioi natural e professional plus ma in sacchi e volevo sfruttare il fattore stealth/minimo ingombro.
Sarei orientato ,per un futuro, verso UGro coco
ma non ho trovato molti feedback a riguardo.

Altra cosa è che anch'esso è pieno di fert. Se usato su giovani piante senza lavarlo può dare problemi di sviluppo radicale e di mancato assorbimento di h2o aka il vaso rimane pesante e bagnato ma la pianta fatica ad assorbire h2o per via della massiccia presenza di sali.

A via puramente indicativa, lo scolo dei vasi in cui si trovano le piante in fioritura solitamente si aggira tra 1 e 2 mS/cm (nel mio caso). Lo scolo del cocco bionova nuovo si aggira intorno a 5mS/cm. (stessa quantità di h2o).

Caspita! e meno male che dalle info la casa dichiara che ha un valore basso di EC, intorno allo 0.8

Puoi volendo filtrare il cocco come se fosse farina. Buona parte delle radici rimarrà sul filtro. Se hai lo scolapasta giusto non è difficile :D

Ho utilizzato ,allo scopo ,un crivello per edilizia ottenendo un risultato finale veramente ottimo.

crivelloDEF-e1309255993969.jpg


Prima di tirar via i panetti dai vasi, potevi irrigarli e lasciarli lì fermi altri 10 o 15 giorni, a seconda delle condizioni di contaminazione del substrato, temperatura ambientale e quantita di H2O.
Batteri, lieviti e funghi sono i principali responsabili della degradazione delle radici, basta dargli acqua e loro mangiano le radici, trasformandole in elementi basilari, che le successive piante potranno anche assorbire.
Allora non hai nessun problema. Prendi tutto il substrato e mettilo in un unico contenitore.
Sciogli un pò di melassa o un pò di zucchero in tanta acqua quanto basta a idratare il substrato senza renderlo una pappa (non c'è una quantità, ma a livello indicativo un cucchiaino a litro).
Una volta bagnato il cocco, tienilo tutto insieme raggruppato da un lato e coprilo sommariamente per limitare l'evaporazione, ma non troppo.
Rigiralo una volta ogni due giorni quando è bello umido, una volta a settimana se è più secco (anche qui i tempi sono indicativi, puoi girarlo quanto ti pare).
Continua a questo modo finchè vedrai che le radici sono scomparse del tutto.
Se lo hai, puoi aggiungere all'acqua un pochino di humus di lombrico che fungerà da contaminante, velocizzando il tutto.
Temperature vicine ai 30° velocizzano di molto il processo, temperature vicino ai 20° cominciano a rallentarlo.
Altro dettaglio, la vita microscopica, quella che degrada la materia organica di cui parlavo, ha due soli modi di procurarsi energia, due soli meccanismi biologici. Uno è in presenza di ossigeno, uno in assenza. Il primo è la respirazione cellulare, il secondo è la fermentazione.
Per lavorare il substrato vanno bene entrambi, però ricordate che se fate proliferare troppo la vita anaerobica poi ve la ritroverete nel substrato quando lo userete, per cui andranno evitati ristagni in tutti i modi, in modo da far prendere il comando alla ''vita aerobica''.

Se credi di essere arrivato a fine ciclo con un sub carico di sali, procedi ad un lavaggio possibilmente con acqua osmotica o comunque il meno dura possibile.
Tutto quello che deve venir via verrà via, se qualcosa rimane ormai è cristallizzato e rimarrà tale anche in futuro, incidendo poco e nulla su EC e salinità.

Ho bagnato abbondantemente nell'utima fase solo che come un pirla ho dato poca importanza alla verifica dell'ec di scolo.
Le piante comunque hanno cannibalizzato bene segno che il sub era bello scarico(o almeno credo)


Il cocco funziona davvero come un inerte, perchè i batteri etc.. non riescono a decomporlo in quanto costituito da sostanza particolari. Un esempio molto simile è il sughero, che pur essendo organico come il cocco, non viene decomposto molto facilmente.
In questo senso puoi paragonarlo ad un qualsiasi substrato inerte, che non fa altro che veicolare una soluzione nutritiva, senza interferire con essa, in quanto a differenza della torba non viene degradata.

Detto ciò, un cultivo in cocco può somigliare di più ad un cultivo in terra, o viceversa, può assomgliare di più ad un cultivo in idro. Dipende da come il grower struttura il cultivo.

Per renderlo più simile ad un idroponica, si deve puntare tutto sulla soluzione nutritiva. Capire che è essa a fare la differenza.
Per cui, mi organizzerò in modo tale da far rimanere il più possibile le radici a contatto con la soluzione nutritiva, ad esempio diminuendo la grandezza dei vasi ed aumentando le irrigazioni.
Se riesco ad irrigare 3 volte al giorno, le piante avranno nutrienti ed ossigeno nuovi ogni 8 ore, e ti garantisco che questo alle piante piace molto, gradiscono nettamente un ricambio totale di fert. e H2O carica di ossigeno.

Ragionando in questi termini, il cocco non assume nessun ruolo di rilievo nella nutrizione della pianta, esattamente come l'argilla, la perlite e così via. Ossigeno e nutrienti gli arrivano dalla soluzione, non dal substrato.


Ragionando invece all'opposto, un cultivo in cocco può assomigliare di più ad un cultivo in terra, basta comportarsi allo stesso modo. Irrigare quando il panetto è leggero e così via.
In questo caso non verranno sfruttate le ''potenzialità'' della soluzione nutritiva, ma l'interazione tra essa e il cocco.
La quantità di ossigeno sarà dipendente da quanto è bagnato il cocco e da quanto quell'acqua è ferma lì.

Gli elementi nutritivi tenderanno ad accumularsi nel tempo se non vengono previsti flush o comunque un pò di scolo dal fondo. Nell'altro caso i sali non restano nel sub, perchè non ne hanno il tempo che già vengono lavati via.

Insomma, il cocco permette un pò di versatilità, ma appunto, esso da solo non basta a fare la differenza. Bisogna cogliere le sue peculiarità e sfruttarle a proprio vantaggio, altrimenti non ha molto senso passare da terra a cocco, non vi sarà molta differenza.

Ecco quello che volevo sentire! per vedere veramente la differenza con la terra allora si rende necessario ridurre dimesioni dei vasi e quantità di irrigo ed aumentare le bagnature.

Se hai semi a sufficienza non c'è nulla da preparare.

Se i semi li hai pagati un occhio della testa ciascuno, puoi effettuare un lavaggio con acqua e candeggina in dose riportata in etichetta per potabilizzare l'acqua, lasciando ammollo il cocco per mezz'ora.
Poi lo tiri via, lo lavi con acqua clorata sotto il rubinetto, lo strizzi con mani pulite, lo asciughi in un contenitore pulito, e infine ci riempi i vasetti ben puliti e disinfettati, che metterai in un posto pulito e disinfettato.
Il tutto ruota nel ridurre al minimo i possibili patogeni, ridurre il carico batterico come si fa per i bimbi piccoli usando l'amuchina. Stesso identico concetto.
Quando la radichetta uscirà dal guscio, non incontrerà un milione di batteri che cercano di mangiarsela, ma solo 1000 ed avrà più possibilità di cavarsela.

questo è comunque uno solo dei possibili modi di disinfezione, ce ne sono altri di migliori...il concetto rimane lo stesso però.

Ti ringrazio infinitamente anche a nome della comunità per aver dispensato il tuo sapere e averlo reso fruibile per tutti.

Sharing is caring
:thank you:
 
Last edited:

Brasilian

Psychedelic Marijuana passionate
Veteran
Pensi quindi non sia sufficiente solo il lavaggio con acqua che con un ec di 0.45 dovrebbe contenere già cal e mag ?

Da quello che mi è sembrato di capire è esclusivamente la qualità del cocco a fare la differenza.

Sulla preparazione del cocco alla semina credo che il cocco si debba prefertilizzare magari con ec a 0.8, altrimenti appena iniziano a vegetare entrano in carenza. O almeno così mi è parso nei miei cicli.
:tiphat:

Alla luce di tutte le preziose info aggiute da nore, a questo punto, mi viene da chiederti: siamo veramente sicuri che si trattasse veramente di carenza e non di altri fattori?

:tiphat:

:tiphat:
 
Last edited:
A

alisiaisila

scusatemi,se ho capito bene bisognerebbe fertilizzare ad ogni irrigo sia che si fa una volta al giorno e sia che si fanno piu irrigate al giorno...quindi di conseguenza,si consumeranno piu fertilizzanti con piu spesa per acquistare i fertilizzanti... 2 domandine a bruciapelo :quali fertilizzanti sono indispensabili e quali se ne potevano farne a meno? quanti flaconi di fertilizzanti per tipo usarne per 2 o 4 piante in cocco con vasi da 6,5 lt con 30 giorni di vege??
 

noreason

Natural born Grower
ICMag Donor
Veteran
scusatemi,se ho capito bene bisognerebbe fertilizzare ad ogni irrigo sia che si fa una volta al giorno e sia che si fanno piu irrigate al giorno...quindi di conseguenza,si consumeranno piu fertilizzanti con piu spesa per acquistare i fertilizzanti... 2 domandine a bruciapelo :quali fertilizzanti sono indispensabili e quali se ne potevano farne a meno? quanti flaconi di fertilizzanti per tipo usarne per 2 o 4 piante in cocco con vasi da 6,5 lt con 30 giorni di vege??

No, non hai capito bene.

Il tutto dipende da come il coltivatore imposta il cultivo. Il cocco si presta a essere trattato più come un substrato inerte, quindi con fertilizzazioni ripetute, o più come un substrato classico di torba, dove le irrigazioni sono distanziate tra loro e non sempre vengono aggiunti fert.

Dipende tutto da come si imposta il cultivo.

Ora, mi sembra di capire che tu hai delle piante in vasi da 6,5.
I vasi sono grandi e non si prestano a irrigazioni ripetute, per cui puoi procedere a irrigazioni classiche con fertilizzazioni alternate.
Ogni tanto ti limiterai a far uscire un pò di acqua dal fondo quando aggiungi fert.

A meno che le piante siano abbastanza grandi da consumare un intero carico d'acqua molto velocemente. In questo caso, puoi pensare ad uno stile di irrigazione diverso.

Fertilizzanti indispensabili sono quelli che contengono gli elementi basilari per la crescita della pianta. Tutto il resto non è NECESSARIO.
Un esempio: io coltivo in terra, cocco, argilla, acqua e qualche esperimento vario allo stesso tempo, usando esclusivamente due prodotti. Uno per la vege ed uno per la flo. Un pò di pH- per contrastare l'alcalinità dell'acqua e stop. Le piante stanno bene e in salute e i raccolti mi soddisfano.

Riguardo al consumo di fert, è innegabile che adottando uno stile drain to waste (dtw) o comunque uno stile di irrigazioni simile all'idroponica, il consumo di fert. sarà maggiore. Così come quello di H2O.
Certo è che se un litro di fert ti costa 2,5 euro è una cosa...quando ne costa 25 è un altra...
 

Latest posts

Latest posts

Top