Aumentano le iniziative per modificare la Fini-Giovanardi. Una nuova legge può ‘anticipare’ il referendum
Negli ultimi tempi si registra una maggiore sensibilità di alcune forze politiche rappresentate in Parlamento, sul tema delle droghe e della comparazione fra le diverse sostanze. Se, attualmente, la legge italiana pone droghe pesanti e droghe leggere esattamente sullo stesso piano, sono in campo in questo periodo ben tre iniziative – tutte differenti – sul tema, mentre altre come "Free Weed" prenderanno il via in autunno. Obiettivo finale è una legge meno repressiva, che apra le porte a una legalizzazione delle droghe leggere e a un approccio medico verso quelle pesanti, sul modello svizzero. Paese dove una nuova legge voluta dai cittadini, punisce il consumo di cannabis solo con un'ammenda e non tratta gli eroinomani come criminali. Si cercherà, anche in Italia, di escludere il carcere dal novero delle opzioni con cui affrontare il – presunto – problema del consumo, della coltivazione e della cessione di piccole quantità di cannabis.
Se da tempo si raccolgono sottoscrizioni per la proposta di legge di iniziativa popolare che chiede la legalizzazione delle droghe leggere, nell'ambito delle "3leggi" proposte da diverse associazioni e sostenute anche dai Radicali con diversi tavoli di raccolta firme, in questi giorni sta prendendo il via la campagna referendaria "Cambiamo Noi" – assieme a quella per la Giustizia Giusta - che tra i quesiti ne annovera uno che chiede la decarcerizzazione dei reati connessi al consumo, alla coltivazione e al piccolo spaccio di cannabis. Un referendum in grado di incidere per quelle che sono le reali possibilità di tale istituto, che deve fare i conti con una norma figlia anche di trattati internazionali e, quindi, non abrogabile in un colpo solo con la scheda referendaria.
A meno che non sia il Parlamento a intervenire sulla Fini-Giovanardi. Anche se non si intravedono i coffee-shop nel nostro paese – con relativo gettito fiscale e aumento occupazionale - la proposta di legge in discussione alla Camera e presentata da diversi esponenti di Sel, M5S e Pd, laddove approvata rischierebbe di rendere inutile il quesito referendario proposto dai Radicali. La cosa, evidentemente, non creerebbe alcun problema, inutile sottolinearlo. A Montecitorio è dunque in discussione una proposta di modifica della Fini-Giovanardi, in grado di ripristinare la differenza fra le sostanze leggere e quelle pesanti, arrivando a chiedere la non punibilità di consumo, coltivazione e piccolo spaccio di cannabis. Il tutto, nel paese che "ospita" un detenuto su tre nelle carceri sovraffollate, proprio per queste fattispecie di reati senza vittime.
"Non sono punibili la coltivazione per uso personale di cannabis indica e la cessione a terzi di piccoli quantitativi destinati al consumo immediato, salvo che il destinatario non sia un minore". Questo si legge in un passaggio della proposta di legge, che poi enuclea i risultati deleteri di una norma che, pur essendo la più proibizionista d'Europa è contemporaneamente quella che ha prodotto il maggior incremento di consumatori nel continente. Tra questi dati, si evidenzia l'incremento del consumo di cannabis e delle denunce per fatti connessi al possesso, alla coltivazione e alla cessione in modiche quantità dal 2006 a oggi. Cifre che indicano come la Fini-Giovanardi abbia vessato, più di ogni altri, gli amanti della "ganja", su cui le denunce e gli arresti sono aumentati in modo esponenziale rispetto ai decrementi del periodo antecedente – dal 2002 -l'approvazione della legge attualmente in vigore. Nel contempo, le azioni repressive connesse alle droghe pesanti sono diminuite come nel caso della cocaina, mentre contro i coltivatori – spesso per uso personale – di cannabis, le denunce e gli arresti sono aumentati in maniera "costante e progressiva" si legge nella proposta di legge.
Resta da chiedersi come mai in Italia sia ritenuto tanto grave consumare una sostanza con provate proprietà terapeutiche – che non ha mai ucciso nessuno e che forse fa perfino bene – al punto da rovinare la vita a studenti, lavoratori e normali cittadini che al retorico e più dannoso bicchiere di vino, preferiscono il relax alla maniera jamaicana, senza cercare alcun fantomatico "sballo" né rappresentare un pericolo per sé e per gli altri.
Fabrizio Ferrante
http://www.epressonline.net/notizie...giovanardi-free-weed-pd-sel-radicali-m5s.html
Negli ultimi tempi si registra una maggiore sensibilità di alcune forze politiche rappresentate in Parlamento, sul tema delle droghe e della comparazione fra le diverse sostanze. Se, attualmente, la legge italiana pone droghe pesanti e droghe leggere esattamente sullo stesso piano, sono in campo in questo periodo ben tre iniziative – tutte differenti – sul tema, mentre altre come "Free Weed" prenderanno il via in autunno. Obiettivo finale è una legge meno repressiva, che apra le porte a una legalizzazione delle droghe leggere e a un approccio medico verso quelle pesanti, sul modello svizzero. Paese dove una nuova legge voluta dai cittadini, punisce il consumo di cannabis solo con un'ammenda e non tratta gli eroinomani come criminali. Si cercherà, anche in Italia, di escludere il carcere dal novero delle opzioni con cui affrontare il – presunto – problema del consumo, della coltivazione e della cessione di piccole quantità di cannabis.
Se da tempo si raccolgono sottoscrizioni per la proposta di legge di iniziativa popolare che chiede la legalizzazione delle droghe leggere, nell'ambito delle "3leggi" proposte da diverse associazioni e sostenute anche dai Radicali con diversi tavoli di raccolta firme, in questi giorni sta prendendo il via la campagna referendaria "Cambiamo Noi" – assieme a quella per la Giustizia Giusta - che tra i quesiti ne annovera uno che chiede la decarcerizzazione dei reati connessi al consumo, alla coltivazione e al piccolo spaccio di cannabis. Un referendum in grado di incidere per quelle che sono le reali possibilità di tale istituto, che deve fare i conti con una norma figlia anche di trattati internazionali e, quindi, non abrogabile in un colpo solo con la scheda referendaria.
A meno che non sia il Parlamento a intervenire sulla Fini-Giovanardi. Anche se non si intravedono i coffee-shop nel nostro paese – con relativo gettito fiscale e aumento occupazionale - la proposta di legge in discussione alla Camera e presentata da diversi esponenti di Sel, M5S e Pd, laddove approvata rischierebbe di rendere inutile il quesito referendario proposto dai Radicali. La cosa, evidentemente, non creerebbe alcun problema, inutile sottolinearlo. A Montecitorio è dunque in discussione una proposta di modifica della Fini-Giovanardi, in grado di ripristinare la differenza fra le sostanze leggere e quelle pesanti, arrivando a chiedere la non punibilità di consumo, coltivazione e piccolo spaccio di cannabis. Il tutto, nel paese che "ospita" un detenuto su tre nelle carceri sovraffollate, proprio per queste fattispecie di reati senza vittime.
"Non sono punibili la coltivazione per uso personale di cannabis indica e la cessione a terzi di piccoli quantitativi destinati al consumo immediato, salvo che il destinatario non sia un minore". Questo si legge in un passaggio della proposta di legge, che poi enuclea i risultati deleteri di una norma che, pur essendo la più proibizionista d'Europa è contemporaneamente quella che ha prodotto il maggior incremento di consumatori nel continente. Tra questi dati, si evidenzia l'incremento del consumo di cannabis e delle denunce per fatti connessi al possesso, alla coltivazione e alla cessione in modiche quantità dal 2006 a oggi. Cifre che indicano come la Fini-Giovanardi abbia vessato, più di ogni altri, gli amanti della "ganja", su cui le denunce e gli arresti sono aumentati in modo esponenziale rispetto ai decrementi del periodo antecedente – dal 2002 -l'approvazione della legge attualmente in vigore. Nel contempo, le azioni repressive connesse alle droghe pesanti sono diminuite come nel caso della cocaina, mentre contro i coltivatori – spesso per uso personale – di cannabis, le denunce e gli arresti sono aumentati in maniera "costante e progressiva" si legge nella proposta di legge.
Resta da chiedersi come mai in Italia sia ritenuto tanto grave consumare una sostanza con provate proprietà terapeutiche – che non ha mai ucciso nessuno e che forse fa perfino bene – al punto da rovinare la vita a studenti, lavoratori e normali cittadini che al retorico e più dannoso bicchiere di vino, preferiscono il relax alla maniera jamaicana, senza cercare alcun fantomatico "sballo" né rappresentare un pericolo per sé e per gli altri.
Fabrizio Ferrante
http://www.epressonline.net/notizie...giovanardi-free-weed-pd-sel-radicali-m5s.html