ISOMERO
Well-known member
ROKOS
Magari non fa testo..perchè non approfondito...ma sinceramente anche a me succede a volte..con lo stesso bulbo...ma a me quando accade..non accade su tutte le piante ma su alcune...e su queste singole piante..la porzione più esposta alla luce tende ad ingiallire..propria ora ho nel box..alcune sshp che sono metà verde scuro(la parte più lontana alla luce) e metà più giallina(la parte più vicina alla luce)...
non so...l ho notato quest anno...da quando uso appunto il philips...ma non credo possa dipendere dal bulbo....
Per quanto riguarda alcuni concetti che non comprendi....mi prendo la briga,se ti fa piacere, di scriverti quello che riporta un testo di fisiologia vegetale che ho qui sotto mano...ti riporto giusto le parti che possano renderti l idea(siccome le devo copiare scrivendo)..e non sono concetti scoperti oggi..con l introduzione dei led...
CONCETTI GENERALI
Una conquista della fisica a inzio secolo fu la comprensione che la luce possiede sia proprietà di onda che di particella.
Un' onda è caratterizzata da una lunghezza d'onda(lettera greca lambda)che è la distanza tra 2 picchi successivi nell'onda. La frequenza, rappresentata dalla lettera ni(non trovo i simboli),è il numero di picchi d'onda che intercorrono in un determinato tempo.Un'equazione semplice(3 elementi)mette in relazione la lunghezza d'onda,la frequenza e la velocità di qualsiasi onda.(non ti scrivo la formula perchè non so dove stanno i simboli ma è semplice).
La luce è anche particella che chiamiamo fotone .Ogni fotone contiene una determinata quantità di energia chiamata quanto. Il contenuto energetico non è continuo ma liberato in questi piccoli pacchetti energetici, i quanti. L energia di un fotone dipende dalla frequenza della luce secondo la relazione nota come legge di plank.
UNITA' DI MISURA DELLA LUCE
La luce che raggiunge la pianta può essere misurata come sia come energia, e la quantità di energia che raggiunge un sensore piatto di area nota nell'unità di tempo è quantificata come irradazione. Energia espressa in W/m2.
Ma la luce può anche essere misurata come numero di quanti incidenti.In questo caso le unità possono essere espresse in moli per metro quadro al secondo(mol m2 s).Questa unità di misura è definita irradianza fotonica. L'energia di un fotone è messa in relazione alla sua lunghezza d'onda come segue:
E=hc/lambda
dove:
c è la velocità della luce;
h è la costante di plank;
lambda è la lunghezza d'onda della luce(espressa in nm)
Da questa equazione si può dedurre che un fotone a 400 nm possiede il doppio dell energia di un fotone a 800 nm.
La luce può colpire una superficie piatta direttamente o da sopra o in modo obliquo. In natura le forme che intercettano la luce non sono piatte. In questa situazione ha più senso misurare la luce con un sensore sferico che misura in modo omnidirezionale. Il termine di queste misure omnidirezionali è velocità di fluenza(Rupert e Latarjet 1978) e questa quantità è esprimibile o in Watt/m2 o in moli al m2 al secondo(mol m2 s). Le unità indicano chiaramente quando la luce è misurata come energia(watt) o come fotoni(mol).
La PAR ovvero(in italiano) radiazione fotosinteticamente attiva(400-700 nm) può essere espressa sia in termini di energia(W m2) o quanti (mol m2 s).
Negli studi sulla fotosintesi quando si esprime la PAR su base quantica si usa il termine speciale densità di flusso fotonico fotosintetico (PPFD).
Quanta luce c'è in un giorno soleggiato??
In luce solare diretta l' irradianza e la fluenza PAR sono circa 2000 micromoli m2 s(non trovo i simboli cazz), anche se si possono misurare valori superiori ad altitudini più elevate. Il valore corrispondente in energia è di circa 900 W m2.
COSTRUZIONE CURVE LUCE-RISPOSTA
Misure sulla fissazione della CO2 nelle foglie sottoposte a densità di flusso fotonico crescente permettono di costruire delle curve luce-risposta che forniscono informazioni utili circa le proprietà fotosintetiche delle foglie.
Non ti scrivo questo paragrafo ma lo accenno perchè da queste curve luce-risposta si nota che la maggior parte delle foglie testate va a saturazione tra 500-1000 micromol m2 s, che sono flussi fotonici di gran lunga inferiori a quelli riscontrabili in pieno sole(2000).
Anche se le singole foglie raramente sono capaci di utilizzare in pieno l energia solare dato che molte si fanno ombra reciprocamente durante la giornata e poichè la risposta fotosintetica della pianta intera è la somma dell attività fotosintetica delle singole foglie, la fotosintesi risulta saturata a livello di pianta solo in rari casi.
L'ASSORBIMENTO DI TROPPA LUCE PUO' PORTARE ALLA FOTOINIBIZIONE
Quando le foglie sono sottoposte ad una q.tà di luce maggiore di quella che possono utilizzare il centro di reazione del PS2 è disattivato e spesso danneggiato con un fenomeno detto fotoinibizione. I due tipi di fotoinibizione sono definiti fotoinibizione dinamica e cronica(Osmond 1994).
Quando l'eccesso di luce e moderato di osserva la fotoinibizione dinamica. L'efficienza quantica diminuisce ma il massimo della velocità fotosintetica rimane invariato.
La fotoinibizione cronica deriva dell esposizione ad alti livelli di luce che danneggiano il fotosistema e diminuisce sia l efficienza quantica sia la velocità massima della fotosintesi.
La FI dinamica sembra avvenire a metà del giorno, quando le foglie sono sottoposte alla massima q.tà di luce e quando vi è una corrispondente diminuizione nella fissazione del carbonio.
La fotoinibizione aumenta a T° basse e a basse conc di co2 e diventa cronica in condizioni climatiche estreme.
Studi su popolazioni di Zea mais hanno dimostrato che, alla fine della stagione, l'effetto giornaliero della fotoinibizione sulla velocità fotosintetica può diminuire del 10% la biomassa totale(Long et all.1994).
Magari non fa testo..perchè non approfondito...ma sinceramente anche a me succede a volte..con lo stesso bulbo...ma a me quando accade..non accade su tutte le piante ma su alcune...e su queste singole piante..la porzione più esposta alla luce tende ad ingiallire..propria ora ho nel box..alcune sshp che sono metà verde scuro(la parte più lontana alla luce) e metà più giallina(la parte più vicina alla luce)...
non so...l ho notato quest anno...da quando uso appunto il philips...ma non credo possa dipendere dal bulbo....
Per quanto riguarda alcuni concetti che non comprendi....mi prendo la briga,se ti fa piacere, di scriverti quello che riporta un testo di fisiologia vegetale che ho qui sotto mano...ti riporto giusto le parti che possano renderti l idea(siccome le devo copiare scrivendo)..e non sono concetti scoperti oggi..con l introduzione dei led...
CONCETTI GENERALI
Una conquista della fisica a inzio secolo fu la comprensione che la luce possiede sia proprietà di onda che di particella.
Un' onda è caratterizzata da una lunghezza d'onda(lettera greca lambda)che è la distanza tra 2 picchi successivi nell'onda. La frequenza, rappresentata dalla lettera ni(non trovo i simboli),è il numero di picchi d'onda che intercorrono in un determinato tempo.Un'equazione semplice(3 elementi)mette in relazione la lunghezza d'onda,la frequenza e la velocità di qualsiasi onda.(non ti scrivo la formula perchè non so dove stanno i simboli ma è semplice).
La luce è anche particella che chiamiamo fotone .Ogni fotone contiene una determinata quantità di energia chiamata quanto. Il contenuto energetico non è continuo ma liberato in questi piccoli pacchetti energetici, i quanti. L energia di un fotone dipende dalla frequenza della luce secondo la relazione nota come legge di plank.
UNITA' DI MISURA DELLA LUCE
La luce che raggiunge la pianta può essere misurata come sia come energia, e la quantità di energia che raggiunge un sensore piatto di area nota nell'unità di tempo è quantificata come irradazione. Energia espressa in W/m2.
Ma la luce può anche essere misurata come numero di quanti incidenti.In questo caso le unità possono essere espresse in moli per metro quadro al secondo(mol m2 s).Questa unità di misura è definita irradianza fotonica. L'energia di un fotone è messa in relazione alla sua lunghezza d'onda come segue:
E=hc/lambda
dove:
c è la velocità della luce;
h è la costante di plank;
lambda è la lunghezza d'onda della luce(espressa in nm)
Da questa equazione si può dedurre che un fotone a 400 nm possiede il doppio dell energia di un fotone a 800 nm.
La luce può colpire una superficie piatta direttamente o da sopra o in modo obliquo. In natura le forme che intercettano la luce non sono piatte. In questa situazione ha più senso misurare la luce con un sensore sferico che misura in modo omnidirezionale. Il termine di queste misure omnidirezionali è velocità di fluenza(Rupert e Latarjet 1978) e questa quantità è esprimibile o in Watt/m2 o in moli al m2 al secondo(mol m2 s). Le unità indicano chiaramente quando la luce è misurata come energia(watt) o come fotoni(mol).
La PAR ovvero(in italiano) radiazione fotosinteticamente attiva(400-700 nm) può essere espressa sia in termini di energia(W m2) o quanti (mol m2 s).
Negli studi sulla fotosintesi quando si esprime la PAR su base quantica si usa il termine speciale densità di flusso fotonico fotosintetico (PPFD).
Quanta luce c'è in un giorno soleggiato??
In luce solare diretta l' irradianza e la fluenza PAR sono circa 2000 micromoli m2 s(non trovo i simboli cazz), anche se si possono misurare valori superiori ad altitudini più elevate. Il valore corrispondente in energia è di circa 900 W m2.
COSTRUZIONE CURVE LUCE-RISPOSTA
Misure sulla fissazione della CO2 nelle foglie sottoposte a densità di flusso fotonico crescente permettono di costruire delle curve luce-risposta che forniscono informazioni utili circa le proprietà fotosintetiche delle foglie.
Non ti scrivo questo paragrafo ma lo accenno perchè da queste curve luce-risposta si nota che la maggior parte delle foglie testate va a saturazione tra 500-1000 micromol m2 s, che sono flussi fotonici di gran lunga inferiori a quelli riscontrabili in pieno sole(2000).
Anche se le singole foglie raramente sono capaci di utilizzare in pieno l energia solare dato che molte si fanno ombra reciprocamente durante la giornata e poichè la risposta fotosintetica della pianta intera è la somma dell attività fotosintetica delle singole foglie, la fotosintesi risulta saturata a livello di pianta solo in rari casi.
L'ASSORBIMENTO DI TROPPA LUCE PUO' PORTARE ALLA FOTOINIBIZIONE
Quando le foglie sono sottoposte ad una q.tà di luce maggiore di quella che possono utilizzare il centro di reazione del PS2 è disattivato e spesso danneggiato con un fenomeno detto fotoinibizione. I due tipi di fotoinibizione sono definiti fotoinibizione dinamica e cronica(Osmond 1994).
Quando l'eccesso di luce e moderato di osserva la fotoinibizione dinamica. L'efficienza quantica diminuisce ma il massimo della velocità fotosintetica rimane invariato.
La fotoinibizione cronica deriva dell esposizione ad alti livelli di luce che danneggiano il fotosistema e diminuisce sia l efficienza quantica sia la velocità massima della fotosintesi.
La FI dinamica sembra avvenire a metà del giorno, quando le foglie sono sottoposte alla massima q.tà di luce e quando vi è una corrispondente diminuizione nella fissazione del carbonio.
La fotoinibizione aumenta a T° basse e a basse conc di co2 e diventa cronica in condizioni climatiche estreme.
Studi su popolazioni di Zea mais hanno dimostrato che, alla fine della stagione, l'effetto giornaliero della fotoinibizione sulla velocità fotosintetica può diminuire del 10% la biomassa totale(Long et all.1994).
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