What's new
  • ICMag with help from Landrace Warden and The Vault is running a NEW contest in November! You can check it here. Prizes are seeds & forum premium access. Come join in!

Genetice Landrace di Italia?

donwalter

HOMBRE
Veteran
:tiphat:....
salute confratelli....
premesso che:

"Le “Landraces” sono le varietà autoctone, selvatiche, locali, di un vegetale ma non selezionate e quindi non migliorate volontariamente, ma costituite da varietà con le caratteristiche più adatte a quell' ambiente."

penso che dalle mie parti una landrace sia la pedemontana,usata per la fibra,ormai scomparsa come molte altre durante il periodo dell'"inquisizione"americana....quando per la presenza di principi attivi furono estirpate ed estinte tante landraces appunto....
d'altro canto durante gli anni '70 ho provato una nana viola avellinese che era psichedelica...ma non saprei però dire se fosse una landrace....insomma...in virtù di questo penso che in Italia per landraces si possano intendere solo le varietà da fibra.....
ho un amico che coltiva da oltre vent'anni la stessa varietà di cannabis all'ombra del vesuvio....dato che occorrono 3\4 generazioni perchè una varietà si stabilizzi bene in un certo habitat....mi piacerebbe chiamarla "landrace" ma...non si può...credo !?!?!!...ditemi se sbaglio..
hola....:wave:
 

StRa

Señor Member
Veteran
interessante Donwalter......se hai qualche altra info sarebbe super!

potrebbe essere che quella che menzioni sia la varietà usata da Raffaele Valieri che menziona nel suo libro "Canapa agli incurabili. Sulla canapa nostrana e i suoi preparati in sostituzione della cannabis indica"

I pazienti "incurabili" che il medico napoletano Raffaele Valieri curava, più di un secolo fa, con sigarette e altri preparati a base di cannabis non erano malati terminali, né irriducibili tossicomani, ma solo povera gente ammalata di miseria e delle sue conseguenze patologiche (malattie polmonari, nervose, ecc.). Convinto che per molti di quei malanni la cannabis fosse il rimedio migliore, Valieri si preoccupava soprattutto di abbassare i costi, dimostrando l'opportunità di sostituire quella indiana con l'italiana, ugualmente efficace a dosi doppie. I risultati di quelle esperienze sono riassunti nel breve trattato che lo stesso Valieri pubblicò nel 1887, qui riprodotto arricchito da alcuni altri testi di quegli anni.

Mi auguro che il sogno di Raffaele diventi realtà...anche se dopo così tanto tempo!

Altra genetica locale che non mi pare sia stata menzionata è la CARMAGNOLA...

Boom soci!
 

Dungle

Active member
:tiphat:....
salute confratelli....
premesso che:

"Le “Landraces” sono le varietà autoctone, selvatiche, locali, di un vegetale ma non selezionate e quindi non migliorate volontariamente, ma costituite da varietà con le caratteristiche più adatte a quell' ambiente."

penso che dalle mie parti una landrace sia la pedemontana,usata per la fibra,ormai scomparsa come molte altre durante il periodo dell'"inquisizione"americana....quando per la presenza di principi attivi furono estirpate ed estinte tante landraces appunto....
d'altro canto durante gli anni '70 ho provato una nana viola avellinese che era psichedelica...ma non saprei però dire se fosse una landrace....insomma...in virtù di questo penso che in Italia per landraces si possano intendere solo le varietà da fibra.....
ho un amico che coltiva da oltre vent'anni la stessa varietà di cannabis all'ombra del vesuvio....dato che occorrono 3\4 generazioni perchè una varietà si stabilizzi bene in un certo habitat....mi piacerebbe chiamarla "landrace" ma...non si può...credo !?!?!!...ditemi se sbaglio..
hola....:wave:

Progettandosi con la definizione con cui hai iniziato non ti sbagli per nulla, in Italia ora le "landraci" originali sono poche ma non definibili in tal modo poiché vengono tutte selezionate affinché producano una quantità di THC in modo tale che il prodotto possa essere commercializzato legalmente, un esempio è la Carmagnola, che potrebbe dare molto se solo si potesse coltivare liberamente di generazione in generazione anziché esser costretti a comprare sacconi di semi selezionati dalle aziende, quindi tirando il filo del discorso ora le landraci in italia sono solo da fibra.
Tenendo conto invece che di proprio le piante producono THC, più o meno alto, in Italia venivano usate diversi tipi di landraci come erbe officinali, in Campania molte terapie contro peste bubbonica e virus dovuti all'ambiente veniva somministrato olio prodotto da una genetica napoletana (si conosce la Nana Napoletana, non so se abbia qualche legame con la genetica che riproduce il tuo amico ma non sei l'unico a parlarmi di conoscenti che hanno selezioni di 20/30 anni presso il vesuvio), in nord Italia un'altra famosa era appunto la Carmagnola, mentre in Sicilia si tramandano racconti da nonni a nipoti di piante di Canapa chiamate Neracrustusa che cresceva presso l'etna, di cui però non si sa praticamente nulla (bisognerebbe in realtà documentarsi per bene sfogliando tutti i libri di biologia, botanica, piante, etc etc di decenni fa, quando ancora i testi non erano influenzati dal proibizionismo.

Riprendendo il tuo riferimento riguardo alle landraci italiane come canapa da fibra dobbiamo comunque tener conto che prima che l'America demonizzasse la Cannabis facendo nascere la Marijuana, i fiori non venivano fumati (non si facevano le canne almeno, usavano altri metodi di assunzione) quindi non c'era una selezione vera e propria per migliorare la produzione di infiorescenze, perciò le piante erano per lo più canapone coi semi, che veniva usato per farci fibra, infusi, medicazioni, etc etc lo sballo era l'ultima cosa quindi appunto si pensava di più alla "Pianta da fibra" che alla pianta da sballo...

Finisco con l'ultima questione, come si trovano varie landraci in Svizzera, probabilmente se ne trovano ancora (non dico originali originali, ma imparentate) in Italia. Sicuramente non nel centro di Milano, Roma, Cagliari o Palermo, però contadini che son riusciti a preservare qualche specie perché vivono molto distanti dai centri abitati e si fanno i cavoli loro ce ne sono...
 

Dungle

Active member
interessante Donwalter......se hai qualche altra info sarebbe super!

potrebbe essere che quella che menzioni sia la varietà usata da Raffaele Valieri che menziona nel suo libro "Canapa agli incurabili. Sulla canapa nostrana e i suoi preparati in sostituzione della cannabis indica"



Mi auguro che il sogno di Raffaele diventi realtà...anche se dopo così tanto tempo!

Altra genetica locale che non mi pare sia stata menzionata è la CARMAGNOLA...

Boom soci!


Quella che Valieri usava per la produzione di olio contro la peste era proprio la Nana Napoletana citata sopra :)

Mentre la carmagnola non si potrebbe definire landrace poiché non viene coltivata di generazione in generazione ma selezionando i semi in base alla poca produzione di THC
 
Last edited:

riddly

Active member
:tiphat:....
salute confratelli....
premesso che:

"Le “Landraces” sono le varietà autoctone, selvatiche, locali, di un vegetale ma non selezionate e quindi non migliorate volontariamente, ma costituite da varietà con le caratteristiche più adatte a quell' ambiente."

penso che dalle mie parti una landrace sia la pedemontana,usata per la fibra,ormai scomparsa come molte altre durante il periodo dell'"inquisizione"americana....quando per la presenza di principi attivi furono estirpate ed estinte tante landraces appunto....
d'altro canto durante gli anni '70 ho provato una nana viola avellinese che era psichedelica...ma non saprei però dire se fosse una landrace....insomma...in virtù di questo penso che in Italia per landraces si possano intendere solo le varietà da fibra.....
ho un amico che coltiva da oltre vent'anni la stessa varietà di cannabis all'ombra del vesuvio....dato che occorrono 3\4 generazioni perchè una varietà si stabilizzi bene in un certo habitat....mi piacerebbe chiamarla "landrace" ma...non si può...credo !?!?!!...ditemi se sbaglio..
hola....:wave:

ciao danwalter ti ho mandato un messaggio pvt. spero di leggerti. saluti
 

hazepadano

Padre Sereno
le piante sul vesuvio a parer mio possono ormai passare per landraces :) 30 anni fa già me le ricordo. mi dice mio padre che ha ormai una certa età che ci sono sempre state e loro andavano a rubacchiare. dai miei ricordi di bimbo però non mi ricordo nane e da come dice mio padre "certi piantoni"...
 

riddly

Active member
le piante sul vesuvio a parer mio possono ormai passare per landraces :) 30 anni fa già me le ricordo. mi dice mio padre che ha ormai una certa età che ci sono sempre state e loro andavano a rubacchiare. dai miei ricordi di bimbo però non mi ricordo nane e da come dice mio padre "certi piantoni"...

concordo con quello che dice tuo padre. e con quello che dici sul fatto che possono essere considerate piante autoctone. il fatto è che bisognerebbe trovare la persona/coltivatore che ha sempre piantato ogni anno li su e non abbia mai messo altre piante nel suo orto o giardino. allora si, si potrebbe parlare di pianta autoctona. concordo che erano piante che superavano i 2 metri di altezza e totalmente sativa nel loro effetto, non le piante di "oggi" che hanno invaso il mercato e quasi ditrutto la biodiversità. se qualcuno pensa di avere semi con quelle caratteristiche di "Purezza" si faccia pure avanti
 

hazepadano

Padre Sereno
ciao riddly quella persona potrebbe essere mio zio o qualche suo amico! io parlo di inizio anni 80 ero un bambino e stavo con i miei genitori, zii, amici, viandanti in una villona sul vesuvio (mi piacerebbe tornarci ma non ho idea di dove sia) e mi ricordo che avevano una loro auto produzione ed erano piante, non cespugli, quindi sative. non so se erano piante locali perchè gli zii erano soliti andare in giro per spagna marocco e india per ricrearsi e quella villa era un crocevia di passaggio quindi sicuramente di scambi culturali.
tornando invece alla fine degli anni 60, mi hanno raccontato che andavano sul vesuvio dove c'erano queste mitologiche piantagioni a scroccare i maschi che i contadini eliminavano e i ragazzini smoffavano.
alla prossima riunione di famiglia approfondisco :)
 

Floatingflower

Active member
Un amico ormai le coltiva da molti anni lì però ha viaggiato tra nor Africa. Nigeria sud america e nord europa ormai sono piante polibride.
 

riddly

Active member
ciao riddly quella persona potrebbe essere mio zio o qualche suo amico! io parlo di inizio anni 80 ero un bambino e stavo con i miei genitori, zii, amici, viandanti in una villona sul vesuvio (mi piacerebbe tornarci ma non ho idea di dove sia) e mi ricordo che avevano una loro auto produzione ed erano piante, non cespugli, quindi sative. non so se erano piante locali perchè gli zii erano soliti andare in giro per spagna marocco e india per ricrearsi e quella villa era un crocevia di passaggio quindi sicuramente di scambi culturali.
tornando invece alla fine degli anni 60, mi hanno raccontato che andavano sul vesuvio dove c'erano queste mitologiche piantagioni a scroccare i maschi che i contadini eliminavano e i ragazzini smoffavano.
alla prossima riunione di famiglia approfondisco :)

te ne sarei davvero grato (per l'approfondimento!). Sei campano?
 

riddly

Active member
io ho coltivato una pianta diffusa nel sud italia poi ad ischia

ciao, potresti essere un po piu specifico? dare qualche dettaglio sul tipo di pianta, che genetica era, da quali semi sei partito etc? ah ok leggo soloora il tuo secondo post. sul fatto che siano poli-ibride. cmq dipende da quanto vengono coltivate nello stesso posto, perche una pianta magari perde i suoi tratti originari (cioe i tratti climatici etc da dove viene e da dove e' cresciuta) s espostata in un nuovoluogo ma ne prende altri di tratti nel suo nuovo luogo, si adatta al nuovo clima, perdendo i tratti originari dopo (di solito) gia la seconda-terza generazione. quindi se la persona a cui ti riferisci coltiva ad ischia da 20 anni per esmpio, le piante avranno avuto sicuramente modo di adattarsi al nuovo clima (anche se magari i semi non verranno dall'isola di ischia)
 

Floatingflower

Active member
Ciao , partì tutto per caso, ero a casa di una persona di circa 50 anni che mi diceva che coltivava da anni queste piante , di cui raccolse i semi in Nigeria , li teneva in uno scatolino chiusi ma non li avrebbe seminati perchè non aveva più il tempo . Mentre lui si era assentato un attimo dalla stanza fregai qualche seme . Portati a casa li ho fatti germinare e poi coltivati solo dopo qualche anno capii che erano Landrace a dominanza sativa . piante alte e slanciate cime lunghissime , nel frattempo io avevo seminato altri semi di strada fregati ad un amico studente che pure non sapeva che farne ( albanesi) ero un novellino molti anni fa , col tempo tenevo solo le piante basse e precoci perchè gli alberi non riuscivo a domarli outdoor at home . Un altro amico poi mi diede altri semi e nacquero piante skunk ( identificate qui) . La mia fissa negli anni è stata raccogliere presto ed avere piante basse , raccoglievo polline e lo depositavo sulle piante più belle. Le landrace nigeriane a dominanza sativa le ho affidate ad un amico che ha delle terre in provincia , li hanno espresso tutto il loro vigore, piante che superavano i due metri ,davvero belle , io invece sto incrociando e selezionando . Molti semi non riuscirò a piantarli . Peccato . Mi piacerebbe piantare tutto e scoprire cose nuove , selezionare... Quest anno mi è nata una a fiori viola molto aromatica e dolce ...
La storia della cannabis in Campania nacque quando portarono dei semi dalla città di Calcutta a Napoli al real orto botanico e li inziarono a coltivarla , credo si sia trattato di una indica che poi si ibridò con le sative di campagna nostrane . Senza volerlo magari perchè i semi poi furono diffusi alle coltivazioni vesuviane .
 

Lilly87

Active member
Ciao , partì tutto per caso, ero a casa di una persona di circa 50 anni che mi diceva che coltivava da anni queste piante , di cui raccolse i semi in Nigeria , li teneva in uno scatolino chiusi ma non li avrebbe seminati perchè non aveva più il tempo . Mentre lui si era assentato un attimo dalla stanza fregai qualche seme . Portati a casa li ho fatti germinare e poi coltivati solo dopo qualche anno capii che erano Landrace a dominanza sativa . piante alte e slanciate cime lunghissime , nel frattempo io avevo seminato altri semi di strada fregati ad un amico studente che pure non sapeva che farne ( albanesi) ero un novellino molti anni fa , col tempo tenevo solo le piante basse e precoci perchè gli alberi non riuscivo a domarli outdoor at home . Un altro amico poi mi diede altri semi e nacquero piante skunk ( identificate qui) . La mia fissa negli anni è stata raccogliere presto ed avere piante basse , raccoglievo polline e lo depositavo sulle piante più belle. Le landrace nigeriane a dominanza sativa le ho affidate ad un amico che ha delle terre in provincia , li hanno espresso tutto il loro vigore, piante che superavano i due metri ,davvero belle , io invece sto incrociando e selezionando . Molti semi non riuscirò a piantarli . Peccato . Mi piacerebbe piantare tutto e scoprire cose nuove , selezionare... Quest anno mi è nata una a fiori viola molto aromatica e dolce ...
La storia della cannabis in Campania nacque quando portarono dei semi dalla città di Calcutta a Napoli al real orto botanico e li inziarono a coltivarla , credo si sia trattato di una indica che poi si ibridò con le sative di campagna nostrane . Senza volerlo magari perchè i semi poi furono diffusi alle coltivazioni vesuviane .
Bella
frate anch'io sono campano, giusto per solidarietà :huggg:
 

Latest posts

Latest posts

Top