Buon Natale ai ristretti
Buon Natale ai ristretti
A distanza di quasi un anno dal suo insediamento il ministro Andrea Riccardi ha di recente preso posizione in varie occasioni riguardo al problema dei tossicodipendenti in carcere definedo addirittura la loro vita un inferno sollecitando "a fare di più per trovare percorsi alternativi ai tossicodipendenti detenuti per reati legati alla droga” invitando ad “una riflessione più coraggiosa sull'intera questione carceraria, incluso il problema del sovraffollamento”. Inoltre ha dichiarato di conoscere la difficile situazione che è da risolvere al più presto e di aver parlato di ciò con il ministro della giustizia Severino.
Il ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione Riccardi come è noto è stato incaricato con numerose deleghe fra le quali quella alle politiche sulle droghe. Se si volesse trarre un bilancio riguardo al suo operato da ministro rispetto a quest'ultima delega, considerando il fatto che la breve durata del mandato di questo governo è relativa perchè in un anno ci sarebbe stata comunque la possibilità di intervenire anche in maniera profonda sulla legislazione vigente volendo sfruttare la rara condizione di piena governabilità che la situazione del parlamento in quest'anno ha dovuto e voluto concedere a questo governo (legge Fornero docet), sarebbe un bilancio deltutto negativo. Se è vero come è vero che governare significa fare si può tranquillamente affermare senza rischio di smentita che Riccardi non ha governato le politiche sulle droghe deleganto a sua volta la sua responsabilità totalmente e colpevolmente al DPA nel segno della piena continuità con il precedente ministro.
Queste finte prese di coscenza e queste dichiarazioni sul grave problema del sovraffolamento delle carceri appaiono tanto ipocrite quanto intempestive visto che arrivano soltanto ora che il governo è a fine vita ma se si volesse pensar male e si guardasse come Riccardi è effittivamente il membro meno tecnico ed il più politico di un governo di tecnici, non sarebbe tanto difficile capire come egli stia soltanto preparandosi la strada per il suo futuro impegno in politica. Il ministro per un anno non ha fatto altro che sfruttare la sua posizione vivacchiando, senza prendere decisioni rilevanti, guardandosi bene dall'impantanarsi in questioni potenzialmente pericolose per il proprio intento che ormai si è andato a palesare, cioè ridefinire e mettersi ai vertici di una nuova forza politica di centro sponsorizzata e richiesta a gran voce dagli ambienti filo-cattolici che ripercorrerà il solco profondo scavato nella prima repubblica dalla DC.
Al di la delle velleità politiche più o meno criticabili resta il fatto che un anno di non governo sul tema droghe ha lasciato un segno profondo e con la corresponsabilità del ministero della giustizia il problema sovraffollamento carceri non ha potuto che acutizzarsi in mancanza di una qualsiasi voglia di revisone della Fini-Giovanardi come anche della Bossi-Fini.
Quello dei tossicodipendenti nelle carceri è solo la punta dell'iceberg del problema sovraffolamento perchè, come ricorda spesso l'associazione Antigone e solo qualche giorno fa lo ha fatto il senatore Ignazio Marino, il grosso della popolazione dei ristretti è composto per il 50% da persone che hanno commesso reati legati alla droga. Di questa metà della popolazione carceraria circa il 70% (28 mila persone) stanno li per reati legati alle droghe leggere, puniti quindi dalla Fini-Giovanardi. Alla luce evidentissima di questi numeri appare quasi uno sberleffo il fatto che anche il cosiddetto decreto "svuota carceri", sul quale tanto puntava il ministro Severino, abbia subito lo stop definitivo da parte di un parlamento ormai in fuga per le festività di fine anno e comunque già rivolto esclusivamente all'incombente campagna elettorale. Poco male vista l'inconsistenza stessa del decreto che proponeva solamente alcune norme per altro discutibili e che sarebbero state poco utili nel combattere il sovraffollamento delle carceri. Soltanto l'abolizione o una profonda revisione della Fini-Giovanardi avrebbe potuto (potrà) incidere efficaciemente in questo senso ma sembra che i suddetti ministri non abbiano voluto creare imbarazzo ai firmatari di questa legge probabilmente perchè il primo rappresenta ancora la terza carica dello stato ed il secondo gioca un ruolo fondamentale negli interessi clerical-moralistici all'interno del parlamento stesso. Se da un lato l'incompetenza civica e l'inadeguatezza morale del senatore Giovanardi hanno potuto esprimersi in tutta la loro evidenza negli ultimi anni, dall'altro non si capisce come da parte del minitro Riccardi si possano coniugare gli ideali cattolici come pietà e misericordia, da sempre propugnati, con l'accettazione passiva di uno scandalo vergognoso come quello delle carceri in Italia. La stessa sua creatura, la comunità di Sant'Egidio, da sempre distintasi per le sue opere concrete, per il "fare", pochi giorni fa ha dichiarato per bocca del suo portavoce Mario Marazziti quanto sia indispensabile un rapido ricorso all'amnistia ed una revisione della Fini-Giovanardi oltre che della Bossi-Fini. Peccato che chi poteva e doveva fare qualcosa non lo ha fatto.
Alle prossime elezioni verosimilmente il ministro Riccardi si presenterà con un partito tutto suo espressione di un coagulo di forze di centro strizzando l'occhio ad Azione cattolica e Comunione e liberazione e probabilmente con il professor Mario Monti candidato premier si darà nuova vita alla mai estinta balena bianca. Ai possibili potenziali elettori di questo "nuovo" partito non resta che ricordare con rammarico che solo nel 2012 vi sono stati fin'ora oltre 60 suicidi di detenuti , 9 di poliziotti penitenziari ed un totale di oltre 150 morti in carcere ed il mondo cattolico, davanti a questo inferno appunto, ha fatto poco più che commenti e dichiarazioni.
Buon Natale.
drlecter
Buon Natale ai ristretti
A distanza di quasi un anno dal suo insediamento il ministro Andrea Riccardi ha di recente preso posizione in varie occasioni riguardo al problema dei tossicodipendenti in carcere definedo addirittura la loro vita un inferno sollecitando "a fare di più per trovare percorsi alternativi ai tossicodipendenti detenuti per reati legati alla droga” invitando ad “una riflessione più coraggiosa sull'intera questione carceraria, incluso il problema del sovraffollamento”. Inoltre ha dichiarato di conoscere la difficile situazione che è da risolvere al più presto e di aver parlato di ciò con il ministro della giustizia Severino.
Il ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione Riccardi come è noto è stato incaricato con numerose deleghe fra le quali quella alle politiche sulle droghe. Se si volesse trarre un bilancio riguardo al suo operato da ministro rispetto a quest'ultima delega, considerando il fatto che la breve durata del mandato di questo governo è relativa perchè in un anno ci sarebbe stata comunque la possibilità di intervenire anche in maniera profonda sulla legislazione vigente volendo sfruttare la rara condizione di piena governabilità che la situazione del parlamento in quest'anno ha dovuto e voluto concedere a questo governo (legge Fornero docet), sarebbe un bilancio deltutto negativo. Se è vero come è vero che governare significa fare si può tranquillamente affermare senza rischio di smentita che Riccardi non ha governato le politiche sulle droghe deleganto a sua volta la sua responsabilità totalmente e colpevolmente al DPA nel segno della piena continuità con il precedente ministro.
Queste finte prese di coscenza e queste dichiarazioni sul grave problema del sovraffolamento delle carceri appaiono tanto ipocrite quanto intempestive visto che arrivano soltanto ora che il governo è a fine vita ma se si volesse pensar male e si guardasse come Riccardi è effittivamente il membro meno tecnico ed il più politico di un governo di tecnici, non sarebbe tanto difficile capire come egli stia soltanto preparandosi la strada per il suo futuro impegno in politica. Il ministro per un anno non ha fatto altro che sfruttare la sua posizione vivacchiando, senza prendere decisioni rilevanti, guardandosi bene dall'impantanarsi in questioni potenzialmente pericolose per il proprio intento che ormai si è andato a palesare, cioè ridefinire e mettersi ai vertici di una nuova forza politica di centro sponsorizzata e richiesta a gran voce dagli ambienti filo-cattolici che ripercorrerà il solco profondo scavato nella prima repubblica dalla DC.
Al di la delle velleità politiche più o meno criticabili resta il fatto che un anno di non governo sul tema droghe ha lasciato un segno profondo e con la corresponsabilità del ministero della giustizia il problema sovraffollamento carceri non ha potuto che acutizzarsi in mancanza di una qualsiasi voglia di revisone della Fini-Giovanardi come anche della Bossi-Fini.
Quello dei tossicodipendenti nelle carceri è solo la punta dell'iceberg del problema sovraffolamento perchè, come ricorda spesso l'associazione Antigone e solo qualche giorno fa lo ha fatto il senatore Ignazio Marino, il grosso della popolazione dei ristretti è composto per il 50% da persone che hanno commesso reati legati alla droga. Di questa metà della popolazione carceraria circa il 70% (28 mila persone) stanno li per reati legati alle droghe leggere, puniti quindi dalla Fini-Giovanardi. Alla luce evidentissima di questi numeri appare quasi uno sberleffo il fatto che anche il cosiddetto decreto "svuota carceri", sul quale tanto puntava il ministro Severino, abbia subito lo stop definitivo da parte di un parlamento ormai in fuga per le festività di fine anno e comunque già rivolto esclusivamente all'incombente campagna elettorale. Poco male vista l'inconsistenza stessa del decreto che proponeva solamente alcune norme per altro discutibili e che sarebbero state poco utili nel combattere il sovraffollamento delle carceri. Soltanto l'abolizione o una profonda revisione della Fini-Giovanardi avrebbe potuto (potrà) incidere efficaciemente in questo senso ma sembra che i suddetti ministri non abbiano voluto creare imbarazzo ai firmatari di questa legge probabilmente perchè il primo rappresenta ancora la terza carica dello stato ed il secondo gioca un ruolo fondamentale negli interessi clerical-moralistici all'interno del parlamento stesso. Se da un lato l'incompetenza civica e l'inadeguatezza morale del senatore Giovanardi hanno potuto esprimersi in tutta la loro evidenza negli ultimi anni, dall'altro non si capisce come da parte del minitro Riccardi si possano coniugare gli ideali cattolici come pietà e misericordia, da sempre propugnati, con l'accettazione passiva di uno scandalo vergognoso come quello delle carceri in Italia. La stessa sua creatura, la comunità di Sant'Egidio, da sempre distintasi per le sue opere concrete, per il "fare", pochi giorni fa ha dichiarato per bocca del suo portavoce Mario Marazziti quanto sia indispensabile un rapido ricorso all'amnistia ed una revisione della Fini-Giovanardi oltre che della Bossi-Fini. Peccato che chi poteva e doveva fare qualcosa non lo ha fatto.
Alle prossime elezioni verosimilmente il ministro Riccardi si presenterà con un partito tutto suo espressione di un coagulo di forze di centro strizzando l'occhio ad Azione cattolica e Comunione e liberazione e probabilmente con il professor Mario Monti candidato premier si darà nuova vita alla mai estinta balena bianca. Ai possibili potenziali elettori di questo "nuovo" partito non resta che ricordare con rammarico che solo nel 2012 vi sono stati fin'ora oltre 60 suicidi di detenuti , 9 di poliziotti penitenziari ed un totale di oltre 150 morti in carcere ed il mondo cattolico, davanti a questo inferno appunto, ha fatto poco più che commenti e dichiarazioni.
Buon Natale.
drlecter