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Le avventure di Theo

Theorganicguy

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Partiamo dagli ospiti di lunga data: Erdpurt

Sempre più acre e legnosa. Sono convinto che con una buona vegetativa sia in grado di diventare una sequoia.

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Leb x (EP x (Zmd x Kc)

Molto vigorosa e alquanto variegata: racchiude molti elementi provenienti dalle genetiche che ho visto finora: odori, consistenza dei gambi, colori ecc ecc
Oggi è stata toppata per la prima volta, così assumerà una forma più cespugliosa.
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Ecco uno spettacolo per gli amanti della natura: living soil in fase di decomposizione!
 

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Theorganicguy

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Mountain Dawn #1

Se dovessi usare solo un aggettivo per descriverla direi: esuberante!

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Quel sottobosco grigiastro che si vede in questa foto è una pacciamatura di trifoglio alessandrino. Essa svolge una doppia funzione: aiuta a mantenere la temperatura del terreno costante, proteggendolo dalla siccità fornendo un riparo per batteri e insetti, che così possono elaborare il materiale organico e trasformarlo in nutrienti per la pianta e allo stesso tempo fornisce l'azoto alla flora batterica, molto utile in vegetativa.



Mountain Dawn #2


Era solo una questione di tempo prima che facessi germinare altri F2.
Anche questo promette bene!

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Anche per questa domenica è tutto. A presto :tiphat:
 
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Sempre un bel vedere con la pacciamatura!
Quella erdpurt mi piace un casino :laughing: ... capita qualche volta anche a me che in travaso o messa in terra prendano una scottata di ph verso 8 e passa
 

Theorganicguy

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Le giornate volano e le piante crescono! Purtroppo, la Mountain Dawn #1 ha mostrato la spiacevole caratteristica di nonno Erdpurt di iniziare a fiorire quando costretta in un piccolo vaso. Risultato: compost
La piccola Erdpurt, é stata trasferita in guerriglia, in mezzo a dei rovi che le fanno gelosamente la guardia. Adesso posso focalizzarmi sugli incroci e tutte le loro quasi impercettibili differenze.

Lebanese [Erdpurt x (Zamaldelica x Kali China)]
Sta diventando piuttosto cespugliosa e iniziano ad apparire le prima carenze. Purtroppo, non ho spazio per poterla collaudare. È Ora di portarla in un campo e abbandonarla al suo destino.

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Ed ecco un goffo tentativo di fabbricazione di una talea. Sbagliando s'impara. Quindi, se qualcuno ha consigli in merito, ben venga!

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Mountain Dawn #2
Questo fenotipo si mostra persino più promettente del #1. Le foglie così strette mi fanno sempre sorridere, soprattutto se penso alla nonna Kali China!

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Mountain Dawn #3
Questo fenotipo assomiglia molto al #2, con la differenza che le foglie sono leggermente più arrotondate.

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Theorganicguy

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Benvenuto, Nebbia :)

Ecco le altre signorine:

Mountain Dawn x Lebanese

Pensavo che tutti i semi provenienti dalla libanese dell'anno scorso venissero dal maschio della stesa linea. A quanto pare, lil maschietto di Mountain Dawn ha fatto il furbo e ha approfittato della pianta vicina per una capatina...

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Mountain Dawn F1

Qui si vedono bene le somiglianze con la pianta sopra. Le sue foglie sono leggermente più sottili, ma l'odore del gambo non lascia dubbi: piccante e pino fino alla morte.

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Mountain Dawn x Lebanese #2

Questo seme viene dalla pianta di libanese che ho raccolto l'anno scorso. Il profumo di pesca delle foglie e l'elasticità del gambo suggeriscono che questo é un fenotipo Lebanese.

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Nep Jam

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Buona domenica!
 

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cester

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Grande TOG!:peacock:
Stagione che promette meraviglie!
Anche io mi accomodo e continuo a seguirti con piacere!:lurk:
Ti auguro un buon lavoro man!


Peace
☮️
 

Theorganicguy

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bella socio i migliori auguri per la stagione!

boom

Grande TOG!
Stagione che promette meraviglie!
Anche io mi accomodo e continuo a seguirti con piacere!:lurk:
Ti auguro un buon lavoro man!

Grazie degli auguri! Cercherò di essere all'altezza dell'aspettative

Peace
??

Questa foto è semplicemente STUPENDA

Hai visto che fotogenico quel fenotipo? Anche adesso fa la sua porca figura, peccato che a volta la mano tremolante mi metta i bastoni fra le ruote!

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Ecco la signora Nep Jam ! La tengo in casa per ancora qualche giorno per evitare le rigide temperature alpine, ma appena sbuca la radice da sotto il vaso, finisce nel 20L precedentemente preparato.

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Ci sono anche degli arrivi dell'ultimo minuto, ma non per questo insignificanti :biggrin:

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Descrizione dal sito:
Autentica varietà autoctona di montagna, proveniente dal piccolo villaggio di Rasol. I contadini Rasol coltivano questa genetica himalayana pura da centinaia di anni per la produzione della crema Rasol, famosa in tutta l'India per la produzione di un charas leggendario e di alta qualità. Rasol è resistente al freddo e ha una maturazione relativamente precoce.

Si tratta di una sativa pura che ha una fioritura sorprendentemente veloce poiché si è adattata al rigido clima di montagna.
Non è difficile capire perché, con i suoi intensi aromi di menta/fruttati insieme al suo effetto gioioso, Rasol produce uno dei migliori charas di tutto l'Himalaya. La razza Rasol comprende molti genotipi diversi. Essendo una pianta di hashish, alcuni esemplari producono alti livelli di THC mentre altri sono dominanti di CBD. Allo stesso modo, le piante esprimono una vasta gamma di profili terpenici. Pertanto, è un grande ceppo per i cacciatori di fenotipi.

È una delle sativa indiane a fioritura più rapida. A Rasol, gli abitanti del villaggio raccolgono le piante dalla fine di settembre fino all'inizio di novembre. Grazie alla sua resistenza al freddo e alle infiorescenze soffici, Rasol è in grado di performare bene all'aperto nei climi nordici. Non è molto suscettibile alla botrite e altri funghi. Molti esemplari hanno steli rossi anche quando le temperature non sono fredde, una caratteristica comune in tutte le genetiche himalayane.

Ci leggiamo!
 

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Jare

Genetics' hunter
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Gran bel thread, gran bella filosofia, grande ricerca e conoscenza delle genetiche e soprattutto grande amore per la pianta. Direi non manca nulla.

Seguirò volentieri e con interesse :good:



:tiphat:
 

Theorganicguy

Well-known member
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Gran bel thread, gran bella filosofia, grande ricerca e conoscenza delle genetiche e soprattutto grande amore per la pianta. Direi non manca nulla.

Seguirò volentieri e con interesse :good:

:tiphat:

Benvenuto e grazie di cuore, Jare!

Moooolto interessante la Rasoli !!!
Sono della real seed company?
Quasi quasi...

Gli ho presi da Khalifa Seeds. Pensa che una settimana dopo sono apparsi sulla TRSC :) Vediamo che cosa diranno :)
 

TrattatoVerde

New member
Non esistono più le mezze stagioni. Il clima moderno è un alternarsi di giornate calde e soleggiate a febbraio e temperature sottozero con neve a marzo. Una cosa è però certa: le giornate si allungano di giorno in giorno e il sole sta ricominciando a darci il buongiorno quando al mattino usciamo di casa e quando la sera ritorniamo dopo una soda giornata di lavoro. La natura si risveglia dal suo letargo al ritmo di un variegato concerto: dall’allegro cinguettio degli uccellini alle prime luci dell’alba al suggestivo canto dei grilli all’imbrunire. Già sorridiamo, pensando alle fragranti piante coltivate in giardino, in un angolo appartato del balcone oppure nascoste fra la vegetazione del bosco. Cresciuta sotto il sole, alimentata da passione e sentimento, l’erba autoprodotta acquista un valore territoriale aggiunto, come i pomodori dell’orto della nonna, le susine del vicino o le erbe aromatiche del proprio giardino.

Mi ha sempre affascinato pensare con quanta rapidità passiamo da seme nella nostra mano alle infiorescenze in un contenitore. Possiamo ammirare il tempo scorrere davanti ai nostri occhi. Nel corso di due stagioni, la pianta attraverserà il suo tortuoso cammino e compirà il miracolo della vita. Giorno dopo giorno crescerà, trasformandosi da esile fuscello a folto cespuglio. Man mano si avvicinerà l’autunno, essa allungherà i rami verso il cielo, quasi volesse accarezzarlo con le sue foglie. Infine, si tingerà di suggestivi e pittoreschi colori autunnali, trasformandosi in un’incantevole opera d’arte vivente. Questo spettacolo botanico verrà coronato con l’assaggio del prodotto finale, allietando i sensi con una sinfonia di aromi, sapori e sensazioni. Sarà a quel punto che l’interno del tricoma, la quintessenza aromatica della pianta, si rivelerà in tutta la sua natura e complessità. Dopodiché, ogni cosa ricomincerà da dove si è conclusa: ovvero da quei boccioli tanto agognati, culla della successiva progenie, abbracciata amorevolmente dal calice e protetta da tricomi luccicanti.

Credevo che a far superare le cifre singole al THC, fossero stati i coltivatori statunitensi durante gli anni ’70, desiderosi di ottenere il massimo effetto dalla quantità più piccola possibile, data la situazione sociopolitica dell’epoca. Dopo aver svolto qualche ricerca, ho avuto modo di constatare che varietà che si aggiravano intorno al 15% erano in circolazione anche prima che le percentuali fossero una strategia di marketing, un vanto, o addirittura che si sapesse dell’esistenza delle molecole in questione.
La presenza di un rapporto bilanciato di cannabinoidi (THC:CBD 1:1) nell’hashish estratto a secco è da attribuire a differenti criteri di selezione. I coltivatori non hanno attivamente cercato un fenotipo particolarmente potente, ricco di THC, la cosiddetta perla in mezzo al fango. Nei paesi in cui il metodo di estrazione più diffuso è la battitura, i criteri a guidare la selezione sono altri: resistenza alle intemperie e all’aridità, basso fabbisogno di nutrienti, quantità di resina prodotta e facilità a separare i tricomi dal resto del materiale essiccato.
Il contadino libanese non si basa tanto sulle proprietà psicoattive del prodotto finale, quanto sulla resa al momento dell’estrazione. Se poi, il prodotto finale conterrà il doppio di CBD rispetto al THC, per il coltivatore non farà differenza alcuna. Di conseguenza, in un campo avremo modo di trovare molti chemotipi differenti. Ciò si traduce in un miscuglio di battiture, differenti fra loro, e quindi un cocktail di terpeni e cannabinoidi, che si traducono in quell’effetto rilassante e piacevole associato a particolari zone geografiche. In regioni del mondo dove vengono consumate principalmente infiorescenze, i coltivatori hanno iniziato a selezionare principalmente in base alla potenza del prodotto. Utilizzando i semi provenienti dalle piante più psicoattive, vennero alla luce varietà come Manipuri, Malawi Gold, Mango Thai, per citarne alcune, tutt’oggi in grado di competere con ibridi moderni sia per livello di THC che per effetto.


Questo secolo è caratterizzato dalla febbre del ∆9 per quanto riguarda il mercato nero e da un forte interesse per il CBD da parte dell’industria medica. Si sente spesso parlare di cannabis light e cannabis illegale, due mondi diametralmente opposti. Passiamo dunque da un intenso effetto mentale ad un distensivo relax muscolare, con poche fermate intermedie. L’avvento di Internet, ha inoltre portato ad una facilitazione nel reperire semi provenienti da quasi qualunque angolo del globo. Il risultato? La maggioranza dei coltivatori marocchini adesso piantano Amnesia e Lemon Haze e sui pendii dell’Himalaya si iniziano ad avvertire gli aromi di puzzola della proverbiale varietà. C’è chi grida al progresso e si rallegra al pensiero di poter fumare una prima battitura di Lemon Haze, direttamente dalla Rift Valley e chi, dopo aver realizzato che le varietà autoctone stanne svanendo, non sa se scuotere amareggiato la testa o decidere di fare il possibile per preservare quelli che potrebbero presto diventare reperti storici di un’era passata.

Quest’anno incrocerò (Erdpurt x Kali China) F2 con una genetica etiope autoctona. Questa genetica possiede molte caratteristiche peculiari: dai terpeni floreali, muschiati e legnosi, alla generosa resa, resistenza alle muffe e all’umidità, gli effetti stimolanti e spirituali, fino alla spiccata presenza di cannabinoidi in parte ancora misteriosi, ad esempio il THCV.

A mio modesto parere, dove c’è la luce c’è anche l’ombra. Senza lo Yin, lo Yang perde il suo significato. La notte, senza il giorno, smetterebbe di essere tale.
Ergo: dove abbiamo del THC, è necessario del CBD per bilanciare. Non è una legge universale. Non dev’essere una nuova moda né tantomeno una condanna verso chi preferisce intraprendere un certo percorso e indirizzarsi verso uno degli opposti estremi biochimici. È soltanto la mia filosofia.

Penso che un viaggio sia un tuffo in un mare immenso: lo scibile umano.
Le esperienze acquisite ci plasmano, allargano i nostri orizzonti e ci forniscono nuovi punti di vista, come le radici di un albero, intente a scavare nel terreno e arricchire la pianta.

Ricordo gli sporadici ma significativi contatti con le resine importate: gli aromi speziati e piccanti dell’afgano, il delicato odore dolciastro e pinoso emanato dai biondi marocchini e i toni più citrici e lignei del libanese. L’alterazione della coscienza era più che un frivolo escamotage per scacciare la noia o ammazzare il tempo durante un torrido pomeriggio estivo. Era un safari attraverso altri paesi, altre culture, altre storie.
Ricordo l’effetto obnubilante di un gommoso pezzetto di fumo nero condiviso con un amico, la trance ipnotica mista all’abbandono delle sensazioni fisiche, il vagare dello sguardo attraverso la stanza e allo stesso tempo fra mondi immaginari. Un’avventura degna di “Le mille e una notte”, coronata da un’estasi dei sensi e il piacevole sprofondare in un dolce sonno.

Assaporare diversi sapori, ci fa gustare il variegato repertorio offerto dalla natura e sviluppa il nostro palato, allargando i nostri orizzonti. La scelta organolettica è ampia e variopinta: dal dolce della vaniglia, al piccante del pepe fino all’acido dei solventi. Come un cuoco combina diversi ingredienti cercando di rendere una pietanza un’indimenticabile esperienza poliedrica, così incrociamo polline e brattee, avventurandoci fra fenotipi ed espressioni genetiche, scrivendo pagina per pagina un nuovo eccitante capitolo della storia di questa pianta.

Queste esperienze hanno plasmato la mia idea di esperienza cannabinacea.
Continua un simbolico viaggio fra la molteplicità e la diversità al fine di creare una nuova varietà che possa offrire un raffinato effetto mentale, dove la coscienza si distacca dalla tangibilità e materialità del mondo fisico, il corpo viene cullato dolcemente, sciogliendo le tensioni fisiche e il rapporto bilanciato fra THC e CBD consente di ottenere un elevato beneficio medicinale.
Nelle mie creazioni vi sarà la presenza omogenea delle due molecole più discusse di questo ventennio. Per giungere a ciò, intendo attingere da un pool genetico ampio e variegato, fra queste vi sono anche le genetiche africane. Non ho avuto finora modo di trovare semi CBD creati con genetiche tropicali in vendita. Sono rari gli ibridi con un carattere e una crescita “sativa”. Alcuni fenotipi di CBD Mango Haze e Harlequin rappresentano forse una minoranza.

Come molti di di noi sapranno e innumerevoli studi confermano, i cannabinoidi (CBG, CBD, THCP ecc ecc) sono l’equivalente del motore e il carburante di un’automobile e i terpeni (limonene, mircene, nerolidolo e molti altri) il volante e il cambio.
Che cosa accadrà dunque, quando il CBD, la calma e la distensione per antonomasia, incontrerà i profili organolettici più stimolanti ed adrenalinici, tipici di piante delle regioni tropicali?
La risposta, prossimamente su questi schermi :tiphat:

Ottimo spunto e giustissima riflessione,
Credo che sia un processo naturale che si puo ritrovare in tanti ambiti, il mio di riferimento è il vino e la cucina. E da sempre funziona a picchi che poi saltando da uno all'altro si ritrovano nel mezzo.

Per quanta riguarda il vino, siamo passati da vini direi perfetti, perche non aveno influenze di moda, fino agli anni novanta, quando sono arrivati gli americani che richiedevano vino bomboloni, carichi, ricchi esagerati, un po come sono loro. Per passare poi a vini dalla spiccata acidità, un po sporchi, alle lunghe macerazioni dei bianchi e a quelle leggere dei rossi, abbandonando l'uso del legno. Ma adesso ci stiamo ritrovando a meta strada, dove i vini ritrovano la territorialità e la loro storia. Finalmente stiamo tornado ad avere dei Chianti fenomenali.

Con questo mega ot, che pero credo rifletta questo pensiero, volevo solo esprimere il mio. E anche per quanto riguarda questo prodotto che ci fa impazzire tanto, presto ci ritroveremo ad avere delle piante piu complete, piu equilibrate.
 

Theorganicguy

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Già ti seguivo molto interessato, se li metti giù nei prossimi giorni ti seguo il doppio

Mi dispiace, ma ti dovrai munire di un po' di pazienza. Queste genetiche non sono timide e per loro il cielo é il limite da superare, quindi le pianto fra un mese per evitare di avere delle palme in giardino, per quanto la cosa mi piacerebbe :biggrin:

Ottimo spunto e giustissima riflessione,
Credo che sia un processo naturale che si puo ritrovare in tanti ambiti, il mio di riferimento è il vino e la cucina. E da sempre funziona a picchi che poi saltando da uno all'altro si ritrovano nel mezzo.

Per quanta riguarda il vino, siamo passati da vini direi perfetti, perche non aveno influenze di moda, fino agli anni novanta, quando sono arrivati gli americani che richiedevano vino bomboloni, carichi, ricchi esagerati, un po come sono loro. Per passare poi a vini dalla spiccata acidità, un po sporchi, alle lunghe macerazioni dei bianchi e a quelle leggere dei rossi, abbandonando l'uso del legno. Ma adesso ci stiamo ritrovando a meta strada, dove i vini ritrovano la territorialità e la loro storia. Finalmente stiamo tornado ad avere dei Chianti fenomenali.

Con questo mega ot, che pero credo rifletta questo pensiero, volevo solo esprimere il mio. E anche per quanto riguarda questo prodotto che ci fa impazzire tanto, presto ci ritroveremo ad avere delle piante piu complete, piu equilibrate.

Benvenuto, TrattatoVerde :)

Grazie per l'apprezzamento! Sono contento che ciò che faccio nel mio piccolo vi piaccia!

Sono d'accordo con te sulla territorialità e l'unicità che andrebbero preservate e non rimpiazzate da un prodotto scialbo, con la potenza come unica qualità degna di nota.

Non mi intendo molto di vino perché preferisco la birra (O mamma, la sezione italiana mi lincerà!), ma immagina un mondo in cui l'unico vino disponibile sul mercato sia il vino de porto con i suoi esuberanti 22°. Penso che per molti il vino cambierebbe immagine.

Per non silurare il mio stesso thread con scenari utopistici, ecco il vaso di Nep Jam, con tutta la natura annessa e connessa!

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Ci leggiamo!
 
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Galvano

Member
Mi dispiace, ma ti dovrai munire di un po' di pazienza. Queste genetiche non sono timide e per loro il cielo é il limite da superare, quindi le pianto fra un mesto per evitare di avere delle palme in giardino, per quanto la cosa mi piacerebbe :biggrin:

Ho visto che possono crescere fino a tre o quattro metri :D

La pazienza non mi manca, figurati che ho in frezeer da quasi un anno i semi di Ciskei (mi sa che anche quest'anno non riesco a metterli in guerrilla, causa confinamento non sono riuscito ad andare a cercare e preparare nuovi spot. Mi sta venendo la tentazione di fare un'open pollination in microbox per fare un po' di semi :D).
 

Theorganicguy

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Ho visto che possono crescere fino a tre o quattro metri :D

La pazienza non mi manca, figurati che ho in frezeer da quasi un anno i semi di Ciskei (mi sa che anche quest'anno non riesco a metterli in guerrilla, causa confinamento non sono riuscito ad andare a cercare e preparare nuovi spot. Mi sta venendo la tentazione di fare un'open pollination in microbox per fare un po' di semi :D).


Ciskei di tropical Seeds? Quei semi sono il risultato di una riproduzione fatta a partire da una dozzina di semi provenienti dalle coltivazioni in Svizzera, se non erro.

Ti consiglio di riprodurli! I semi possono resistere degli anni in freezer, ma una generazione in più ti consentirebbe di avere del materiale che rimanga vitale per molto tempo!

Visto che il giardino offre una vasta gamma di vegetali, di ogni colore, forma e odore, vorrei condividere qualche altro tassello del mio piccolo angolo verde :)

Questo esuberante rosmarino compie quest'anno 7 anni, ma è ancora pimpante

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Questa salvia ha qualche anno in meno ma si fa comunque valere!
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Galvano

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Ciskei di tropical Seeds? Quei semi sono il risultato di una riproduzione fatta a partire da una dozzina di semi provenienti dalle coltivazioni in Svizzera, se non erro.

Ti consiglio di riprodurli! I semi possono resistere degli anni in freezer, ma una generazione in più ti consentirebbe di avere del materiale che rimanga vitale per molto tempo!

Proprio quelli!
Interessante, non sapevo che fossero stati riprodotti in Svizzera, dove hai trovato queste informazioni (anche in MP se preferisci)?
Certo che se i semi sono prodotti da solo una dozzina di esemplari è un po' ambiguo definirla landrace (almeno dal punto di vista della variabilità dei caratteri genetici. D'altra parte in un pacchetto da dieci semi la variabilità è limitata di per sé).

L'idea era quella di metterli in guerrilla tra i 1300 e i 1500 metri ma l'anno scorso sono arrivato lungo (li ho ordinati tardi) e quest'anno non sono riuscito ad andare a cercare un posto adatto dove piazzarli, da qui l'idea di fare una open pollination in micro box (e magari metter via un po' di polline), ma se ne riparla come minimo a settembre.
 
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