Premessa:
Scrivo questo thread in primis per me, in modo da focalizzare bene i concetti che sto imparando man mano e poi perché potrebbe tornare utile anche ad altri growers e non avendo ancora visto una discussione che ne chiarisse l'uso…eccomi qui
Per iniziare direi che fare un ripasso della fotosintesi è necessario, almeno per comprendere il perché un aumento di CO2 può tornare utile per le nostre piante.
Sintetizzando, grazie alla clorofilla e alla luce solare, le piante sono in grado di assimilare il carbonio presente nell'aria sotto forma di CO2 ed utilizzarlo dopo svariati processi per creare nuovi tessuti.
CO2
clicca
(anidride carbonica o biossido di carbonio o diossido di carbonio)
(anidride carbonica o biossido di carbonio o diossido di carbonio)
nell'immagine osservate una molecola di CO2, composta da due atomi di ossigeno (in rosso) ed uno di carbonio.
Il biossido di carbonio o CO2 è un gas incolore ed inodore a temperatura ambiente.Il ghiaccio secco non è altro che CO2 allo stato solido.Allo stato liquido può essere conservata solo nelle bombole ad alta pressione.
La CO2 non è tossica ma ad una concentrazione elevata può essere mortale in quanto non è respirabile.Questa concentrazione non è comunque raggiungibile in ambito growing in quanto non è di nessuna utilità avere una concentrazione molto alta di CO2, infatti la maggior-parte dei growers non supera i 1500 PPM, ovvero una concentrazione dello 0,15%,valore che è ben lontano dall'essere nocivo.Una discoteca o un posto con tante persone come un ristorante supera tranquillamente questo valore,ma anche una cena tra amici a casa,dove ci sono tante persone che respirano e\o che fumano e non c'è un corretto ricambio d'aria
Al livello del mare, in un ambiente non inquinato la concentrazione di CO2 si aggira intorno alle 300\400 PPM (parti per milione), il che vuol dire che l'aria è composta per lo 0,03\0,04 % di CO2
A questo punto è facile intuire perché tanti growers in tutto il mondo usino della CO2 addizionale per le loro piante.In un set-up ottimale si raggiungono incrementi del 20% sul raccolto finale IN MEDIA.
La maggior-parte dei growers sono soliti mantenere un livello di CO2 intorno ai 1500 PPM come già accennato, valore che da quanto ho potuto comprendere è un po alto, in quanto oltre i 1000 PPM sembra che venga inibita l'attivazione di un enzima chiamato RuBisCO (Ribulosio-bifosfato carbossilasi) addetto proprio ad agganciare l'atomo di carbonio presente nella molecola di CO2.
I più grandi growers e breeders consigliano una concentrazione di 1500 PPM,quindi lungi da me dire che stiano sbagliando ma in questo campo, a meno di non vedere dati scientifici di laboratorio non si può avere la certezza,quindi di conseguenza anche il dubbio è più che lecito.
Personalmente credo, come scriveva l'utente secondtry QUI, che la corretta concentrazione sia tra i 700 e i 1000 PPM.
Altro fattore che riduce la quantità totale di RuBP ''attivo'' è l'eccessivo calore ambientale.La temperatura non deve superare i 30° C
La pianta riesce ad ''agganciare'' l'atomo di carbonio grazie anche a delle aperture situate principalmente sulla pagina inferiore delle foglie chiamate STOMI
L'apertura degli stomi è regolata da diversi fattori, uno dei quali è la differenza tra la quantità di umidità nell'aria e quanta umidità l'aria può avere quando è completamente satura.Questo valore viene chiamato VPD che sta per Vapour Pressure Deficit
Quando l'aria è completamente satura(valore VPD basso), sulle foglie si forma un velo d'acqua che può causare la formazione di muffe, dall'altra parte però, quando l'aria è secca (valore VPD alto) la pianta ha bisogno di più acqua da parte delle radici per bilanciare l'aria circostante, priva di umidità.
Se l'umidità è troppo alta (VPD basso), gli stomi delle foglie saranno completamente aperti, permettendo la fissazione dell'atomo di carbonio in maggior quantità,ma la pianta non riuscirà a far evaporare abbastanza acqua per richiederne altra dalle radici.Questo significa che non essendoci richiesta d'acqua non possono arrivare a destinazione nemmeno i minerali che servono a nutrire la pianta e potranno verificarsi carenze, in particolar modo di calcio (Ca)
Se l'umidità è troppo bassa (VPD alto) gli stomi delle foglie tenderanno a chiudersi per limitare la traspirazione e prevenire l'appassimento. Questa chiusura da parte degli stomi limita l'assorbimento di CO2 e quindi la fotosintesi diminuisce e di conseguenza anche la crescita della pianta.Inoltre una bassa umidità diminuisce il turgore della pianta (la pressione tra le cellule) e di certo non favorisce una crescita rigogliosa.
Per questa ragione un valore VPD intorno agli 0,85 kPa è l'ideale.
Valore che si può calcolare conoscendo la temperatura dell'aria interna alla grow room, l'umidità relativa (RH%) e se possibile la temperatura delle foglie per una misurazione più accurata.
A questo link trovate un calcolatore VPD (http://www.autogrow.com/vpd_calc.php)
La seguente tabella mostra al variare della temperatura,la corretta umidità relativa e i valori limite.
Potete notare che al salire della temperatura le piante necessitano sempre di più umidità per essere in un range ottimale.Non è facile controllare i due parametri insieme, ecco perché si cerca di usare il valore VPD.
Notate nella seguente tabella quanto risulta semplice sapere qual'è il range ottimale, utilizzando un unico valore:
Mantenendo gli stomi nel range ideale di pressione (VPD) quest'ultimi saranno aperti in maniera adeguata e quindi la pianta potrà assorbire più CO2 ed avere un metabolismo più veloce.
Tenere in considerazione questo valore VPD è sempre di buona norma, nel caso di uso di CO2 extra è ancora più consigliato.
Inoltre avere un valore VPD costante intorno agli 0,85 kPa permette di diminuire la ''midday depression'' un fenomeno che si verifica nelle ore più calde del giorno e che riduce la quantità di fotosintesi totale nell'arco della giornata.La midday depression interessa principalmente le piante all'esterno,ma può interessare anche le colture indoor.
L'inconveniente a cui si deve prestare più attenzione per avere un valore VPD ottimale è l'alta percentuale di umidità che come ben sanno tutti i growers può portare alla formazione di muffe in fioritura.Questo si risolve utilizzando dei ventilatori che riescano ad asciugare velocemente le foglie ed i fiori e un de-umidificatore che permetta di togliere la giusta quantità d'acqua dall'aria.Sterilizzare la growroom, anche usando bruciatori di zolfo ad inizio fioritura, è di sicuro uno dei metodi più efficaci per tenere lontano la muffa.
In parole povere se si vuole fare un buon lavoro si deve arrivare ad un set-up ottimale.Rimanere il più possibile vicini al valore ottimale di VPD è comunque sempre la miglior soluzione, assicurandosi nel contempo di non rischiare muffe.
Quando si sceglie di usare CO2 extra, bisogna tenere a mente che per sfruttarla in pieno le piante richiedono una temperatura maggiore rispetto al normale.La cannabis gradisce stare tra i 28-30°C nelle ore di luce e 24-26°C nelle ore di buio.L'aumento di temperatura permette di assorbire maggiore CO2 dall'aria.
Nel caso si voglia usare CO2 extra, il ricambio di aria fresca, diventa di secondaria importanza, visto che la concentrazione di CO2 nell'aria viene mantenuta costante attraverso la somministrazione artificiale.
Logicamente se non avete un ricambio d'aria, l'ambiente tenderà a scaldarsi di più, quindi dovrete mettere in conto anche questo.
Se la temperatura sale troppo, arriva oltre i 30° una buona soluzione è quella di comprare un cool-tube o un riflettore per la lampada che possa essere collegato attraverso dei tubi di alluminio ad un entrata ed un uscita entrambe provenienti dall'esterno e quindi separate dall'ambiente di coltivazione.In questo modo non andrete ad influenzare la concentrazione di CO2 nella grow-room.
Un' altra soluzione è quella di usare un condizionatore d'aria, in modo da raffreddare l'ambiente senza sprecare CO2, tanti growers PRO ne usano uno.
Visto che dobbiamo cercare di mantenere un livello costante di CO2 nell'ambiente,gli spifferi della grow-room vanno sigillati il più possibile,in modo da non disperdere la CO2.
Molti growers utilizzano CO2 extra dopo due settimane dal seme, molti altri cominciano in fioritura,ognuno trova il modo in cui lavora meglio; in linea di massima usare CO2 in vegetativa aumenta ed accelera la crescita ma sembra dare alla pianta la tendenza ad allungarsi.Potrebbe essere una buona idea cominciare da metà vegetativa somministrando alla pianta dosi crescenti di CO2 in modo da abituarla gradualmente per arrivare a pieno regime in fioritura.Esistono comunque in commercio dei prodotti che inibiscono lo stretch della pianta a favore di una tendenza a diventare cespugliosa.
Tanti growers come detto iniziano a somministrarla in fioritura, anche due settimane dopo lo switch a 12\12.La maggior-parte smette di somministrare CO2 due settimane prima del taglio, perché ritenuta inutile a quel punto…anche se questo concetto è piuttosto discutibile.
Di sicuro nelle ultime due settimane somministrare CO2 non causa nessun danno, al massimo può essere inutile.In linea di massima,in media usare CO2 extra accorcia la fioritura di qualche giorno, un 5% più o meno.
Avrete capito che non c'è un vero e proprio standard di utilizzo, ognuno si basa sulla propria esperienza che è quella che più conta, sempre in linea di massima un buon set-up può portare incrementi extra del 20-30% sul raccolto finale.
La CO2 accelerando il metabolismo della pianta fa si che i migliori risultati si ottengano con luci molto potenti, personalmente ne sconsiglierei l'uso a chi non ha una lampada da ALMENO 400w
Esistono svariati modi per incrementare il livello di CO2 nella growroom.Escludiamo a priori l'utilizzo di ghiaccio secco e CO2 prodotta per fermentazione in quanto poco efficace vista l'impossibilità o come minimo la difficoltà, nel regolarne il dosaggio.
Esistono in commercio dei bruciatori di propano, che come risultato della combustione rilasciano CO2.Sono piuttosto ingombranti, costano abbastanza, producono calore oltre che CO2 e ci mettono un pò per entrare a regime.Il vantaggio è che il gas dura di più e alla lunga il risparmio può essere un fattore da considerare.Vengono usati molto dai growers USA che lavorano con svariati Kw di illuminazione,quindi in grow-room molto grandi.
Un paio di esempi di generatori di CO2
Il metodo comunque maggiormente utilizzato è l'utilizzo di CO2 in bombole.
Ne esistono di due tipi,le bombole ricaricabili e quelle usa e getta.Quelle che interessano a noi sono quelle ricaricabili in quanto le usa e getta hanno un prezzo alla lunga decisamente troppo alto.
Vengono ricaricate in negozi che si occupano di ricaricare bombole di gas per saldatrici o presso qualche ditta che ricarica estintori (la CO2 usata negli estintori è la stessa che serve a noi) o qualche negozio di acquari ben attrezzato.
L'acquisto di una bombola è importante,ci sono di svariate capienze.In media consiglierei una da 5kg,in modo da non dover andare ogni 3 giorni a ricaricarla.è importante che sia ben fatta,senza segni di usura o crepe,la pressione all'interno è molto alta e bisogna stare attenti a non danneggiarla,evitando cadute e agenti atmosferici.
Bisogna comprarne una omologata,ovvero che sia conforme e in regola per il periodo di utilizzo altrimenti è probabile che si rifiutino anche di ricaricarla.
Una classica bombola da CO2:
Oltre alla bombola avrete bisogno di un regolatore (riduttore) di pressione, che sostanzialmente misura la pressione interna alla bombola e nei modelli a doppio manometro anche quella in uscita.Anche questo dovrebbe essere di buona fattura.
Esempio di regolatore di pressione con un solo manometro (quindi misura solo la pressione interna alla bombola)
Esempio di regolatore di pressione con doppio manometro (letture della pressione sia nella bombola che in uscita) :
Il biossido di carbonio o CO2 è un gas incolore ed inodore a temperatura ambiente.Il ghiaccio secco non è altro che CO2 allo stato solido.Allo stato liquido può essere conservata solo nelle bombole ad alta pressione.
La CO2 non è tossica ma ad una concentrazione elevata può essere mortale in quanto non è respirabile.Questa concentrazione non è comunque raggiungibile in ambito growing in quanto non è di nessuna utilità avere una concentrazione molto alta di CO2, infatti la maggior-parte dei growers non supera i 1500 PPM, ovvero una concentrazione dello 0,15%,valore che è ben lontano dall'essere nocivo.Una discoteca o un posto con tante persone come un ristorante supera tranquillamente questo valore,ma anche una cena tra amici a casa,dove ci sono tante persone che respirano e\o che fumano e non c'è un corretto ricambio d'aria
Al livello del mare, in un ambiente non inquinato la concentrazione di CO2 si aggira intorno alle 300\400 PPM (parti per milione), il che vuol dire che l'aria è composta per lo 0,03\0,04 % di CO2
In una grow room con un buon ricambio d'aria questo valore dovrebbe rimanere più o meno invariato.Se invece non c'è sufficiente ricambio di aria fresca la concentrazione di CO2 tenderà inevitabilmente a diminuire e le piante ne avranno a disposizione di meno; ecco perché una corretto set-up di ventilazione e ricambio d'aria è indispensabile per veder crescere delle piante rigogliose.Il ricambio d'aria serve prima di tutto a questo, per mantenere un livello di CO2 il più alto possibile e in secondo momento per mantenere la temperatura ad un livello accettabile.Esempio:
300 PPM = 0,03 %
1000 PPM = 0,1%
A questo punto è facile intuire perché tanti growers in tutto il mondo usino della CO2 addizionale per le loro piante.In un set-up ottimale si raggiungono incrementi del 20% sul raccolto finale IN MEDIA.
La maggior-parte dei growers sono soliti mantenere un livello di CO2 intorno ai 1500 PPM come già accennato, valore che da quanto ho potuto comprendere è un po alto, in quanto oltre i 1000 PPM sembra che venga inibita l'attivazione di un enzima chiamato RuBisCO (Ribulosio-bifosfato carbossilasi) addetto proprio ad agganciare l'atomo di carbonio presente nella molecola di CO2.
I più grandi growers e breeders consigliano una concentrazione di 1500 PPM,quindi lungi da me dire che stiano sbagliando ma in questo campo, a meno di non vedere dati scientifici di laboratorio non si può avere la certezza,quindi di conseguenza anche il dubbio è più che lecito.
Personalmente credo, come scriveva l'utente secondtry QUI, che la corretta concentrazione sia tra i 700 e i 1000 PPM.
Altro fattore che riduce la quantità totale di RuBP ''attivo'' è l'eccessivo calore ambientale.La temperatura non deve superare i 30° C
La pianta riesce ad ''agganciare'' l'atomo di carbonio grazie anche a delle aperture situate principalmente sulla pagina inferiore delle foglie chiamate STOMI
L'apertura degli stomi è regolata da diversi fattori, uno dei quali è la differenza tra la quantità di umidità nell'aria e quanta umidità l'aria può avere quando è completamente satura.Questo valore viene chiamato VPD che sta per Vapour Pressure Deficit
Quando l'aria è completamente satura(valore VPD basso), sulle foglie si forma un velo d'acqua che può causare la formazione di muffe, dall'altra parte però, quando l'aria è secca (valore VPD alto) la pianta ha bisogno di più acqua da parte delle radici per bilanciare l'aria circostante, priva di umidità.
Se l'umidità è troppo alta (VPD basso), gli stomi delle foglie saranno completamente aperti, permettendo la fissazione dell'atomo di carbonio in maggior quantità,ma la pianta non riuscirà a far evaporare abbastanza acqua per richiederne altra dalle radici.Questo significa che non essendoci richiesta d'acqua non possono arrivare a destinazione nemmeno i minerali che servono a nutrire la pianta e potranno verificarsi carenze, in particolar modo di calcio (Ca)
Se l'umidità è troppo bassa (VPD alto) gli stomi delle foglie tenderanno a chiudersi per limitare la traspirazione e prevenire l'appassimento. Questa chiusura da parte degli stomi limita l'assorbimento di CO2 e quindi la fotosintesi diminuisce e di conseguenza anche la crescita della pianta.Inoltre una bassa umidità diminuisce il turgore della pianta (la pressione tra le cellule) e di certo non favorisce una crescita rigogliosa.
Per questa ragione un valore VPD intorno agli 0,85 kPa è l'ideale.
Valore che si può calcolare conoscendo la temperatura dell'aria interna alla grow room, l'umidità relativa (RH%) e se possibile la temperatura delle foglie per una misurazione più accurata.
A questo link trovate un calcolatore VPD (http://www.autogrow.com/vpd_calc.php)
La seguente tabella mostra al variare della temperatura,la corretta umidità relativa e i valori limite.
Potete notare che al salire della temperatura le piante necessitano sempre di più umidità per essere in un range ottimale.Non è facile controllare i due parametri insieme, ecco perché si cerca di usare il valore VPD.
Notate nella seguente tabella quanto risulta semplice sapere qual'è il range ottimale, utilizzando un unico valore:
Mantenendo gli stomi nel range ideale di pressione (VPD) quest'ultimi saranno aperti in maniera adeguata e quindi la pianta potrà assorbire più CO2 ed avere un metabolismo più veloce.
Tenere in considerazione questo valore VPD è sempre di buona norma, nel caso di uso di CO2 extra è ancora più consigliato.
Inoltre avere un valore VPD costante intorno agli 0,85 kPa permette di diminuire la ''midday depression'' un fenomeno che si verifica nelle ore più calde del giorno e che riduce la quantità di fotosintesi totale nell'arco della giornata.La midday depression interessa principalmente le piante all'esterno,ma può interessare anche le colture indoor.
L'inconveniente a cui si deve prestare più attenzione per avere un valore VPD ottimale è l'alta percentuale di umidità che come ben sanno tutti i growers può portare alla formazione di muffe in fioritura.Questo si risolve utilizzando dei ventilatori che riescano ad asciugare velocemente le foglie ed i fiori e un de-umidificatore che permetta di togliere la giusta quantità d'acqua dall'aria.Sterilizzare la growroom, anche usando bruciatori di zolfo ad inizio fioritura, è di sicuro uno dei metodi più efficaci per tenere lontano la muffa.
In parole povere se si vuole fare un buon lavoro si deve arrivare ad un set-up ottimale.Rimanere il più possibile vicini al valore ottimale di VPD è comunque sempre la miglior soluzione, assicurandosi nel contempo di non rischiare muffe.
Temperatura
Quando si sceglie di usare CO2 extra, bisogna tenere a mente che per sfruttarla in pieno le piante richiedono una temperatura maggiore rispetto al normale.La cannabis gradisce stare tra i 28-30°C nelle ore di luce e 24-26°C nelle ore di buio.L'aumento di temperatura permette di assorbire maggiore CO2 dall'aria.
Nel caso si voglia usare CO2 extra, il ricambio di aria fresca, diventa di secondaria importanza, visto che la concentrazione di CO2 nell'aria viene mantenuta costante attraverso la somministrazione artificiale.
Logicamente se non avete un ricambio d'aria, l'ambiente tenderà a scaldarsi di più, quindi dovrete mettere in conto anche questo.
Se la temperatura sale troppo, arriva oltre i 30° una buona soluzione è quella di comprare un cool-tube o un riflettore per la lampada che possa essere collegato attraverso dei tubi di alluminio ad un entrata ed un uscita entrambe provenienti dall'esterno e quindi separate dall'ambiente di coltivazione.In questo modo non andrete ad influenzare la concentrazione di CO2 nella grow-room.
Un' altra soluzione è quella di usare un condizionatore d'aria, in modo da raffreddare l'ambiente senza sprecare CO2, tanti growers PRO ne usano uno.
Visto che dobbiamo cercare di mantenere un livello costante di CO2 nell'ambiente,gli spifferi della grow-room vanno sigillati il più possibile,in modo da non disperdere la CO2.
TEMPI
Molti growers utilizzano CO2 extra dopo due settimane dal seme, molti altri cominciano in fioritura,ognuno trova il modo in cui lavora meglio; in linea di massima usare CO2 in vegetativa aumenta ed accelera la crescita ma sembra dare alla pianta la tendenza ad allungarsi.Potrebbe essere una buona idea cominciare da metà vegetativa somministrando alla pianta dosi crescenti di CO2 in modo da abituarla gradualmente per arrivare a pieno regime in fioritura.Esistono comunque in commercio dei prodotti che inibiscono lo stretch della pianta a favore di una tendenza a diventare cespugliosa.
Tanti growers come detto iniziano a somministrarla in fioritura, anche due settimane dopo lo switch a 12\12.La maggior-parte smette di somministrare CO2 due settimane prima del taglio, perché ritenuta inutile a quel punto…anche se questo concetto è piuttosto discutibile.
Di sicuro nelle ultime due settimane somministrare CO2 non causa nessun danno, al massimo può essere inutile.In linea di massima,in media usare CO2 extra accorcia la fioritura di qualche giorno, un 5% più o meno.
Avrete capito che non c'è un vero e proprio standard di utilizzo, ognuno si basa sulla propria esperienza che è quella che più conta, sempre in linea di massima un buon set-up può portare incrementi extra del 20-30% sul raccolto finale.
LUCE
La CO2 accelerando il metabolismo della pianta fa si che i migliori risultati si ottengano con luci molto potenti, personalmente ne sconsiglierei l'uso a chi non ha una lampada da ALMENO 400w
COME INCREMENTARE LA CO2
Esistono svariati modi per incrementare il livello di CO2 nella growroom.Escludiamo a priori l'utilizzo di ghiaccio secco e CO2 prodotta per fermentazione in quanto poco efficace vista l'impossibilità o come minimo la difficoltà, nel regolarne il dosaggio.
Esistono in commercio dei bruciatori di propano, che come risultato della combustione rilasciano CO2.Sono piuttosto ingombranti, costano abbastanza, producono calore oltre che CO2 e ci mettono un pò per entrare a regime.Il vantaggio è che il gas dura di più e alla lunga il risparmio può essere un fattore da considerare.Vengono usati molto dai growers USA che lavorano con svariati Kw di illuminazione,quindi in grow-room molto grandi.
Un paio di esempi di generatori di CO2
Il metodo comunque maggiormente utilizzato è l'utilizzo di CO2 in bombole.
Ne esistono di due tipi,le bombole ricaricabili e quelle usa e getta.Quelle che interessano a noi sono quelle ricaricabili in quanto le usa e getta hanno un prezzo alla lunga decisamente troppo alto.
Vengono ricaricate in negozi che si occupano di ricaricare bombole di gas per saldatrici o presso qualche ditta che ricarica estintori (la CO2 usata negli estintori è la stessa che serve a noi) o qualche negozio di acquari ben attrezzato.
L'acquisto di una bombola è importante,ci sono di svariate capienze.In media consiglierei una da 5kg,in modo da non dover andare ogni 3 giorni a ricaricarla.è importante che sia ben fatta,senza segni di usura o crepe,la pressione all'interno è molto alta e bisogna stare attenti a non danneggiarla,evitando cadute e agenti atmosferici.
Bisogna comprarne una omologata,ovvero che sia conforme e in regola per il periodo di utilizzo altrimenti è probabile che si rifiutino anche di ricaricarla.
Una classica bombola da CO2:
Oltre alla bombola avrete bisogno di un regolatore (riduttore) di pressione, che sostanzialmente misura la pressione interna alla bombola e nei modelli a doppio manometro anche quella in uscita.Anche questo dovrebbe essere di buona fattura.
Esempio di regolatore di pressione con un solo manometro (quindi misura solo la pressione interna alla bombola)
Esempio di regolatore di pressione con doppio manometro (letture della pressione sia nella bombola che in uscita) :
Oltre alla bombola ed al regolatore di pressione vi servirà anche un'elettro-valvola che andrà a controllare l'erogazione della CO2 grazie ad un timer o ad un controller,che vedremo più avanti.
Del banale tubo capillare per irrigazione,dello stesso diametro del beccuccio di erogazione servirà per dosare uniformemente la CO2 all'interno della grow-room. Buona idea è quello di posizionarlo in alto,in modo che una volta fatti i fori,la CO2 ''cada'' direttamente sulle piante.La quantità di fori è molto relativa,con qualche prova dovreste trovare il giusto compromesso tra diametro del foro e quantità.
Esempio di banale tubo per irrigazione adatto al nostro scopo:
Il sistema completo (bombola+regolatore+elettro-valvola) sarà simile al seguente:
A questo punto avete il necessario per somministrare la CO2 ma non saprete per quanto tempo lasciare aperta la valvola e a quale pressione.Per questo scopo le scelte possono essere poche:
fare affidamento su qualche calcolatore come QUESTO che vi dica per quanto tempo tenere aperta la valvola e a che pressione, ma non saprete quanto tempo dovrà intercorrere tra una somministrazione e la successiva, il che significa che sarete molto approssimativi e per raggiungere un risultato degno di nota questo non è il modo giusto di agire.
Comprare un analizzatore di CO2 potrebbe essere la migliore scelta.L'analizzatore fa una cosa molto semplice; legge la quantità di CO2 presente nell'aria e la mostra su un display in PPM o in %.In base alla lettura dovrete tararvi le aperture della bombola per cercare di tenere stabile un valore di CO2 intorno ai 1000 PPM.A questo scopo un timer digitale è d'obbligo e ce ne vuole uno con più programmi selezionabili possibili.Se un timer permette di impostare solo 2,3,4 o 5 intervalli di funzionamento ON\OFF probabilmente non andrà bene.Cercatene uno da almeno 15 programmi giornalieri di ON\OFF.
Un buon timer analogico di quelli a cavalieri, uno di quelli che si usano per le caldaie, di buona fattura (insomma non deve sgarrare e se costa 10 euro non fa al caso vostro) può essere adatto allo scopo,facendo in modo che ogni somministrazione corrisponda a 15 minuti,quindi ad un cavaliere.
Se si fa un buon lavoro di set-up e si controlla regolarmente il sistema questo metodo è il giusto compromesso tra spesa e benefici.
Gli analizzatori di CO2 non sono facili da trovare e spesso sono molto costosi in quanto per uso professionale ma con un po di ricerca potreste trovarne di relativamente economici.La VOLTCRAFT ne commercializza un modello base che non è eccessivamente costoso paragonato ad altri:
Voltcraft CO-10 costa 109€ su www.conrad-international.com
L'ultimo metodo nonché il più efficace ed efficiente è quello di comprare un CONTROLLER CO2.Il controller va ad interfacciarsi direttamente con l'elettro-valvola e quindi l'utilizzo di un timer non è più necessario.In poche parole attraverso un sensore che legge la % di CO2 nell'aria,la centralina invia il segnale di apertura o chiusura all'elettro-valvola.A noi non resta che settare inizialmente i valori di MIN e MAX e il resto viene automatizzato dal controller.L'inconveniente però è il prezzo.Per un sistema semi-professionale si spendono almeno 600€.Negli States c'è molta più scelta anche se i prezzi sono allineati al mercato europeo.
Un esempio di controller:
Ecotechnics Evolution CO2 controller da www.ecothechnics.co.uk
La sfera a sinistra è l'analizzatore che va montato in grow room mentre a destra c'è la centralina vera e propria che manda il segnale all'elettro-valvola in base ai parametri impostati.
La CO2 è più pesante dell'aria e quindi tenderà a stabilizzarsi nella parte più bassa della grow-room. Visto che a noi serve che sia a contatto con le foglie è necessario creare un ricircolo d'aria dal basso verso l'alto,utilizzando delle ventole o aspiratori.Inoltre la diffusione della CO2 tramite il tubo dovrebbe essere fatta dall'alto in modo che scendendo la venga maggiormente a contatto con le piante e quindi con gli stomi delle foglie.
La CO2 inoltre essendo tossica oltre una certa concentrazione può tornare utile per eliminare praticamente ogni sorta di parassiti.Lasciare la grow-room per un'ora con una concentrazione di 10.000 PPM (1%) uccide tutti i parassiti,ma bisogna prestare la massima attenzione perché è indirettamente tossica anche per l'uomo.
Tratto da Wikipedia:
Questo è quanto,credo di essere stato abbastanza esaustivo,adesso non rimane altro da fare che mettersi all'opera
Logicamente il thread vuole essere anche un posto dove poter discutere su altri aspetti legati alla CO2,quindi ben vengano consigli,critiche e correzioni.
Grow in peace ICMaggers
Del banale tubo capillare per irrigazione,dello stesso diametro del beccuccio di erogazione servirà per dosare uniformemente la CO2 all'interno della grow-room. Buona idea è quello di posizionarlo in alto,in modo che una volta fatti i fori,la CO2 ''cada'' direttamente sulle piante.La quantità di fori è molto relativa,con qualche prova dovreste trovare il giusto compromesso tra diametro del foro e quantità.
Esempio di banale tubo per irrigazione adatto al nostro scopo:
Il sistema completo (bombola+regolatore+elettro-valvola) sarà simile al seguente:
A questo punto avete il necessario per somministrare la CO2 ma non saprete per quanto tempo lasciare aperta la valvola e a quale pressione.Per questo scopo le scelte possono essere poche:
fare affidamento su qualche calcolatore come QUESTO che vi dica per quanto tempo tenere aperta la valvola e a che pressione, ma non saprete quanto tempo dovrà intercorrere tra una somministrazione e la successiva, il che significa che sarete molto approssimativi e per raggiungere un risultato degno di nota questo non è il modo giusto di agire.
Comprare un analizzatore di CO2 potrebbe essere la migliore scelta.L'analizzatore fa una cosa molto semplice; legge la quantità di CO2 presente nell'aria e la mostra su un display in PPM o in %.In base alla lettura dovrete tararvi le aperture della bombola per cercare di tenere stabile un valore di CO2 intorno ai 1000 PPM.A questo scopo un timer digitale è d'obbligo e ce ne vuole uno con più programmi selezionabili possibili.Se un timer permette di impostare solo 2,3,4 o 5 intervalli di funzionamento ON\OFF probabilmente non andrà bene.Cercatene uno da almeno 15 programmi giornalieri di ON\OFF.
Un buon timer analogico di quelli a cavalieri, uno di quelli che si usano per le caldaie, di buona fattura (insomma non deve sgarrare e se costa 10 euro non fa al caso vostro) può essere adatto allo scopo,facendo in modo che ogni somministrazione corrisponda a 15 minuti,quindi ad un cavaliere.
Se si fa un buon lavoro di set-up e si controlla regolarmente il sistema questo metodo è il giusto compromesso tra spesa e benefici.
Gli analizzatori di CO2 non sono facili da trovare e spesso sono molto costosi in quanto per uso professionale ma con un po di ricerca potreste trovarne di relativamente economici.La VOLTCRAFT ne commercializza un modello base che non è eccessivamente costoso paragonato ad altri:
Voltcraft CO-10 costa 109€ su www.conrad-international.com
L'ultimo metodo nonché il più efficace ed efficiente è quello di comprare un CONTROLLER CO2.Il controller va ad interfacciarsi direttamente con l'elettro-valvola e quindi l'utilizzo di un timer non è più necessario.In poche parole attraverso un sensore che legge la % di CO2 nell'aria,la centralina invia il segnale di apertura o chiusura all'elettro-valvola.A noi non resta che settare inizialmente i valori di MIN e MAX e il resto viene automatizzato dal controller.L'inconveniente però è il prezzo.Per un sistema semi-professionale si spendono almeno 600€.Negli States c'è molta più scelta anche se i prezzi sono allineati al mercato europeo.
Un esempio di controller:
Ecotechnics Evolution CO2 controller da www.ecothechnics.co.uk
La sfera a sinistra è l'analizzatore che va montato in grow room mentre a destra c'è la centralina vera e propria che manda il segnale all'elettro-valvola in base ai parametri impostati.
La CO2 è più pesante dell'aria e quindi tenderà a stabilizzarsi nella parte più bassa della grow-room. Visto che a noi serve che sia a contatto con le foglie è necessario creare un ricircolo d'aria dal basso verso l'alto,utilizzando delle ventole o aspiratori.Inoltre la diffusione della CO2 tramite il tubo dovrebbe essere fatta dall'alto in modo che scendendo la venga maggiormente a contatto con le piante e quindi con gli stomi delle foglie.
La CO2 inoltre essendo tossica oltre una certa concentrazione può tornare utile per eliminare praticamente ogni sorta di parassiti.Lasciare la grow-room per un'ora con una concentrazione di 10.000 PPM (1%) uccide tutti i parassiti,ma bisogna prestare la massima attenzione perché è indirettamente tossica anche per l'uomo.
Tratto da Wikipedia:
I limiti fissati dall'OSHA (l'agenzia statunitense per la sicurezza sui luoghi di lavoro) per la concentrazione di biossido di carbonio sul posto di lavoro sono lo 0,5% (5000 ppm,9000 mg/mc TLV-TWA) per un'esposizione continua. Il limite STEL è pari al 3%.
Il biossido di carbonio è comunque molto meno tossico dell'ossido di carbonio, CO, che produce incoscienza nel giro di pochi minuti e la possibilità di danni irreversibili e morte in breve tempo.
Conclusione
Questo è quanto,credo di essere stato abbastanza esaustivo,adesso non rimane altro da fare che mettersi all'opera
Logicamente il thread vuole essere anche un posto dove poter discutere su altri aspetti legati alla CO2,quindi ben vengano consigli,critiche e correzioni.
Grow in peace ICMaggers
Last edited: