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Bio_Kio

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cavolo e chi Lo sapeva di sta "rivoluzione" islandese...
almeno qui in italia credo che sia stata censurata tramite buste a destra e a manca da qualche nano x paura di doversi trasferire in Burundi...
meno male che c è gente che si occupa di divulgare certe notizie....
 

meditatore

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cavolo e chi Lo sapeva di sta "rivoluzione" islandese...
almeno qui in italia credo che sia stata censurata tramite buste a destra e a manca da qualche nano x paura di doversi trasferire in Burundi...
meno male che c è gente che si occupa di divulgare certe notizie....

Come "chi lo sapeva?". Io! :D
 
M

maranano

Privatizzazioni. Affossati i risultati dei referendum di giugno

Incoraggiato da Napolitano, da Draghi e dal consenso bipartizan alla manovra economica, Tremonti inserisce un piano di privatizzazioni nella manovra economica. Nel mirino anche i servizi pubblici locali, quelli che i referendum di giugno hanno decretato che rimanessero pubblici.

E prova a minimizzare la possibilità di violare quanto stabilito dai referendum sull'acqua pubblica:I comuni «saranno spinti a vendere i loro asset da un meccanismo di incentivi che sarà introdotto nel loro patto di stabilita». Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti parlando di possibili privatizzazioni che escludono l'acqua. «Naturalmente c'è bisogno di qualcuno che compra e non si può privatizzare a prescindere dal mercato».

Ma il coniglio tirato fuori dal cappello è lo stesso di sempre. C’ un piano per ripartire con le privatizzazioni avanzato dal ministro Tremonti nel vertice del Senato di ieri e prontamente inserito nella nuova manovra economica. Sotto l’incalzare della speculazione dei mercati finanziari e con l’esplicita regìa del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, coordinatosi con il Governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi, la giornata di ieri ha riservato più di una sorpresa: l’accordo bipartisan sui tempi della manovra-lampo, che sarà approvata entro la settimana dal Parlamento , salvo lasciare poi le opposizioni di battersi per il cambio di governo; l’ampliamento della manovra; il ritorno alle privatizzazioni dopo anni in cui il furore liberista sembrava essersi ridimensionato. E qui si apre un problema politico e costituzionale serissimo.

Il referendum sull’acqua sembrava aver sepolto il progetto di privatizzazioni e liberalizzazioni nei servizi pubblici locali ma a poco più di un mese dai risultati referendari, incoraggiato dai mercati finanziari e dall’ombra di un governo di garanzia a guida Mario Monti, ieri il ministro Tremonti ha inserito nel nuovo testo della manovra ha previsto due norme che, se troveranno reale applicazione, annulleranno l’esito referendario.

La prima – come racconta oggi “la Repubblica” - è una deroga a un decreto della presidenza del consiglio dei ministri (Dpcm) del 2004 che ricalca lo schema delle privatizzazioni degli anni Novanta e permette di vendere quote di grandi gruppi pubblici come Finmeccanica, Enel, Eni o di collocare sul mercato altre società pubbliche come le Poste e le Ferrovie dello Stato e infine di incoraggiare la privatizzazione delle società municipalizzate trasformate in spa.
Riaprire adesso l’agenda delle privatizzazioni viene ritenuti dagli ambienti finanziari “uno di quei segnali forti che il mercato si aspettava dall’Italia”.
Nella seconda parte del piano delle privatizzazioni Tremonti ha previsto una norma in manovra che – all’interno del Patto di stabilità - premierà i Comuni virtuosi che decideranno di aprirsi al mercato e di vendere ai privati parte delle loro partecipazioni o di controllo nelle ex municipalizzate.

http://www.contropiano.org/it/sinda...ffossati-i-risultati-dei-referendum-di-giugno
 

noreason

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I segreti della casta

I segreti della casta

Leggere e condividere please

I segreti della casta

Articolo su repubblica.it


oppure cercate su FB '' I segreti della casta di Montecitorio'' dove vi sono più informazioni al momento, ma che con molta probabilità verrà presto censurato.

Quando li manderemo tutti a fare in culo questi stronzi sfruttatori?
 
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H

HydroLady

California smoking

California smoking

FONTE: FEDERICO RAMPINI - LA REPUBBLICA ed. cartacea- 17 LUGLIO 2011


A quarant´anni dalla "guerra alle droghe" inutilmente lanciata dal governo Usa, dall´America all´Europa torna il dibattito sulla legalizzazione della marijuana. La punta più avanzata del movimento anti-proibizionista si trova oggi a Oakland. Tra comunità hippy, corsi universitari, chef specializzati in piatti alla cannabis e venture capitalist che hanno fiutato l´affare. I favorevoli sono molto eterogenei: si va da Kofi Annan agli ex presidenti di Brasile, Messico, Colombia, fino al fondatore della Virgin, Branson





San Francisco. «Il tariffario è di tipo socialista: a ciascuno secondo i suoi bisogni, ciascuno paghi in base alle sue capacità. Dunque i prezzi partono da 35 dollari l´oncia, per salire fino a 200 dollari l´oncia». La prima "cooperativa rossa" dedicata alla coltivazione e distribuzione della marijuana ti stupisce, non per il luogo dov´è nata: ovviamente è in California, la punta avanzata del movimento per la liberalizzazione in America. Ma anche per i canoni della West Coast trasgressiva e libertaria, la comunità del Laguna Woods Village è davvero singolare. In questa ridente cittadina di 18.000 abitanti l´età media è di 78 anni. Fra i 150 fondatori della Golden Rain Foundation il decano, Joe Schwartz, ha celebrato il suo novantesimo compleanno. «Legale o illegale, che volete che m´importi? Alla mia età parlo liberamente di queste cose», scherza Schwarz. In effetti lo status dei coltivatori-venditori di marijuana in California è ancora in un limbo giuridico. Diversi referendum hanno dato via libera all´uso medico, una legge firmata dall´ex governatore Arnold Schwarzenegger ha confermato la legittimità farmacologica dell´erba, ma i fautori della legalizzazione totale non l´hanno ancora spuntata, e a livello federale il business della marijuana è perseguibile. La cooperativa rossa di Laguna Woods, non a caso, esibisce finalità mediche: «I consumatori regolari si curano l´artrite ossea, emicranie croniche, o gli effetti postumi di un ictus», dice Schwartz. Poi però aggiunge, fuori intervista, che nella generazione dei baby-boomer pensionati c´è una componente di nostalgici degli anni Sessanta, ex figli dei fiori, reduci della Summer of Love di San Francisco, che nell´idea di una vecchiaia serena includono il piacere di sentirsi stoned, ogni tanto. Con moderazione e modico consumo, come si addice alla saggezza dei capelli bianchi.

«Gli antichi faraoni d´Egitto si facevano seppellire nelle piramidi con un po´ di cannabis. La Regina Vittoria la usava per scopi medici, per curare i suoi "problemi femminili". Ho detto la Regina Vittoria! Cioè la donna più puritana e conservatrice che sia mai esistita sulla faccia della terra, giusto?». Chi parla è Deidra Bagdasarian, docente del corso intitolato "Cooking with Cannabis". Dalla comunità per anziani di Laguna Woods, siamo passati alla più celebre accademia della marijuana. È la Oaksterdam University, un nome che fonde Oakland e Amsterdam: la prima è la città-gemella di San Francisco, sulla sponda opposta della celebre Baia, la seconda è la mecca della liberalizzazione nel Vecchio Continente. L´allieva ha ormai superato la maestra. Oakland è diventata la Silicon Valley delle droghe leggere, un centro del business farmacologico consentito dalle nuove norme californiane. Il fondatore di questa università, Richard Lee, si è ispirato al Cannabis College di Amsterdam nell´aprire l´istituto sulla West Coast. «Era il 2007 - ricorda Lee - e appena sparsi la voce fui sommerso dalle richieste: ricordo di aver ricevuto duecento telefonate in poche ore, il tetto massimo delle iscrizioni fu esaurito molti mesi prima che l´università aprisse i battenti». I corsi della Oaksterdam University rispondono a un ampio ventaglio di richieste. I più classici e "ortodossi" degli insegnamenti si chiamano "Patient Relations 101" e "Methods of Ingestion". Qui siamo nel regno della farmacopea, s´insegnano le regole di dosaggio e somministrazione dell´erba per quelle centinaia di migliaia di cittadini californiani che hanno regolare ricetta medica e sono autorizzati a consumare marijuana in quanto afflitti da «anoressìa, glaucoma, dolore cronico, Aids», secondo l´elenco delle patologie riconosciute in questo Stato. Va precisato che per molte di queste malattie l´erba è ammessa come analgesico coadiuvante nel trattamento dei sintomi, non come una panacea che offra la guarigione. Altri corsi accademici a Oakland riguardano gli aspetti storici, giuridici, economici della produzione e consumo dell´erba. Quello della Bagdasarian è più eccentrico: Miss Bliss, ovvero la Signorina Felicità come l´hanno soprannominata i suoi allievi, nella classe "Cooking with Cannabis" insegna tutte le ricette gastronomiche che possono includere un pizzico di marijuana. Tra i suoi studenti c´è Tim Yarbrough, un vero chef di professione: «Dopo nove anni come capo-cuoco nei ristoranti di questa zona mi sono reso conto che il fenomeno della "marijuana da mangiare" è in forte crescita. Bisogna aggiornarsi, ed eccomi qui a studiare». Le lezioni della Bagdasarian, ad onor del vero, sono prevalentemente teoriche e virtuali. Da un lato perché bisogna evitare che nelle prove di cucina vada sprecato un ingrediente così costoso (immagino che anche il tartufo d´Alba non venga usato generosamente nei corsi delle scuole alberghiere). D´altro lato perché, fino a quando la legalizzazione piena riguarda gli scopi medici, è meglio non provocare sfacciatamente gli agenti federali. Ogni tanto la giustizia federale entra in conflitto con il permissivismo californiano, anche se Lee minimizza la portata di questi incidenti: «In generale non direi proprio che le autorità di Washington ci diano fastidio. Non solo qui nella Baia di San Francisco ma in tutta la California è facile andare da un dottore, farsi fare la ricetta, e rifornirsi di cannabis in una delle migliaia di punti vendita autorizzati. Si può perfino chiedere la consegna a domicilio. Come per la pizza».

In California libertà e business vanno spesso a braccetto. Vale anche per la marijuana: come per Internet, i siti sociali, o l´energia solare, il venture capital s´interessa di questo nuovo settore. «In una fase in cui altre zone dell´economia americana sono ancora in depressione, l´indotto della marijuana offre posti di lavoro remunerati dai 50.000 ai 100.000 dollari l´anno», dice Lee. Il boom ha attirato l´attenzione di un venture capitalist come Robert Kane, che ha creato uno hedge fund per investire nel settore. Si chiama, guarda caso, Kaneabis. Ha già raccolto 36 milioni, vuole arrivare a 132 milioni entro l´autunno. «Il mercato c´è, questo è sicuro», dice Kane. Tra le nuove società che verranno collocate in Borsa c´è la GrowOp Technology che produce apparecchiature "idroponiche" per la coltivazione di marijuana agro-biologica. E c´è la Medicine Dispensing Systems, che ha già piazzato 60 distributori automatici di cannabis, con tecnologie che controllano le ricette mediche scannerizzate. Un potente appoggio al movimento per la liberalizzazione totale si è aggiunto nei giorni scorsi.

È appena trascorso il 40esimo anniversario di una campagna infausta. "The War on Drugs", fu lo slogan lanciato dal presidente repubblicano Richard Nixon nel 1971 per annunciare una mobilitazione totale contro le droghe. Fu l´inizio di una serie: in seguito i successivi presidenti americani lanciarono "la guerra al cancro" e diverse altre, fino alla più recente "guerra globale al terrorismo" di George Bush. Come in altri casi, anche la guerra alla droga è stata un fiasco. L´anniversario è stato l´occasione per manifestazioni a cui ha partecipato un´ampia coalizione di "revisionisti", in tutta l´America e soprattutto in California. Qui sono intervenuti personaggi tanto eterogenei come l´ex segretario generale dell´Onu Kofi Annan, ex presidenti del Brasile, Messico e Colombia, nonché il fondatore di Virgin Richard Branson che ha il suo quartier generale americano a San Francisco. «La legalizzazione - si legge nell´appello lanciato dalla Global Commission on Drug Policy - è uno degli strumenti per togliere il business dalle mani della criminalità organizzata, dirottare risorse verso i piani di cura e disintossicazione, ridurre la violenza associata al narcotraffico e puntare sull´educazione dei giovani».


http://www.dirittiglobali.it/home/categorie/29-droghe-a-dipendenze/17617-california-smoking-.html
 

pasqsn

GuerrillaLifestyle
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Relazione Governo su tossicodipendenze ancora irreperibile. Denuncia dei Radicali

A quasi trenta giorni dal suo annuncio in una conferenza stampa tenuta dal sottosegretario Giovanardi, il testo integrale della relazione annuale del governo sulle tossicodipendenze non è ancora disponibile online; esistono solamente poche copie cartacee e una sintesi dove Giovanardi ha scritto quello che gli interessava, ad uso giornalisti.
Cosi' una nota del sen. Marco Perduca (Radicali) e Giulio Manfredi (vice presidente Comitato nazionale Radicali Italiani), che continua:
Una settimana fa Giovanardi ci ha spiegato che di “liberalizzazione” (noi radicali diciamo e scriviamo “legalizzazione” e non è una differenza di poco conto) delle droghe non si deve nemmeno parlare perchè si fanno solamente danni e si distolgono i cittadini dalla guerra santa contro “la droga”, che, da cinquant'anni a questa parte, sta per essere vinta. Proibito, dunque, parlare; proibito leggere la Relazione integralmente (potremmo ricavarne ulteriori elementi sufficienti per sbugiardare ancora una volta Giovanardi quando dichiara impunemente che “Basta guardare alle statistiche sugli incidenti stradali gravi in Italia per accorgersi che in quasi un caso su due sono provocati da persone che sono sotto l’effetto di droghe, pesanti o leggere”, La Stampa, 15/07/2011), proibito capire …
… e Giovanardi fa proseliti anche fuori Italia poiché abbiamo sperimentato di persona che è anche proibito fotografare dall'esterno la sede di Lisbona dell'Osservatorio Europeo sulle Tossicodipendenze (OEDT), che non è una casa privata ma una struttura dell'Unione Europea pagata con le tasse di tutti i cittadini europei, anche di coloro che pensano che di fronte a narcomafie sempre più inquinanti le città e le economie legali le proibizioni alla Giovanardi sono solo tristi e inutili foglie di fico.

fonte: http://droghe.aduc.it/notizia/relazione+governo+tossicodipendenze+ancora_123514.php
 

pasqsn

GuerrillaLifestyle
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KUKUTZA III EZ DIRA PASAKO! Contro lo sgombero degli spazi sociali di Bilbao e del mondo!

Se arrivi a Bilbao, lasciati i ponti moderni e il quartiere vecchio alle spalle, non ti curare dell’imponente museo Guggenheim, e comincia a risalire le larghe strade che puntano il Pagassari, il monte che domina questa strana città. La strada è lunga ed in salita, poi passare per lo stadio dei tori o quello da calcio, ma arrivi sempre in una piazza. In fondo un piccolo giardino e un palco, quasi come fosse un teatro, a destra, a sinistra e in alto, l’autostrada.
Ricordo di chi Errekalde l’ha costruita, lontana dal centro, come dormitorio di operai e migranti, non importava che fosse accogliente e gradevole. Il regime voleva che Bilbao fosse una città-fabbrica, e da qualche parte i manovali doveva andare a dormire. Bilbao oggi è una città moderna, dipende sempre meno dalle attività economiche fondative, l’industria e il porto. Cosi anche Errekalde ha saputo trasformarsi, attraverso un processo meticcio che ha legato le culture diverse che sono arrivate a quella basca. Lezioni di democrazia, quelle che ancora oggi si apprendo per le strade del quartiere. Una comunità vera, fatta di tradizione e memoria, del passato, nel presente, verso il futuro. Con un’idea, sempre la stessa, delineare l’interesse di tutti in uno spazio definibile pubblico. La strada è lunga ed in salita, prima nella resistenza contro la dittatura, poi nella autodeterminazione, nei conflitti sociali, nelle lotte, nel pensiero per chi è privato delle sua liberta personale, nella gioia di abbracciare chi è finalmente libero. Cosi Errekalde è cambiata, l’autostrada non sembra più triste ma un simbolo di indipendenza viva. In questa strada lunga ed in salita, da molti anni c’è chi mette il cuore, le braccia, l’intelligenza, la fantasia, l’amore, la passione e la rabbia. Sono i nostri compagni e le nostre compagne del kukutza III.
Tre perché tre volte hanno ricominciato senza smettere mai la salita, senza smettere mai di lottare contro la prepotenza e la violenza di chi li sgomberati, per difendere lobby e speculazione private. Non esiste un vero cancello che divide il kukutza dal resto di Errekalde, si capisce subito appena arrivi. Per questo ci siamo tornati tante volte, per vivere e ascoltare questa storia, raccontata in quella lingua unica, perché da sempre indipendente, ed antica , ma che sembra oggi moderna perché uguale alla voce di libertà che si propaga ovunque. Un grido di dignità di una generazione che reagisce alla crisi e mette in crisi i governi che l’hanno determinata. La libertà è un bene comune che si può dire in basco e in arabo insieme, sulla neve delle montagne in val di susa o nel deserto tunisino, nelle piazze di Roma come in quelle di Atene.
La libertà è tutto, la libertà è la nostra storia. La nostra storia da difendere. Mentre tutto cambia nel modo più veloce, il potere, antico e in difficoltà, reagisce sempre allo stesso modo. Il kukutza è sotto sgombero. Ancora una volta. Una vergogna e un’offesa per questa storia, per i compagni e le compagne del gaztexea, per errekalde, per Bilbao, per tutti noi. Insieme abbiamo fatto un pezzetto di strada lunga ed in salita. A Bilbao, a Roma, in Palestina, a Genova, ci siamo conosciuti e rispettati, non siamo stanchi e vogliamo andare avanti insieme. Potevamo fare un comunicato o spiegare le infinite attività attraversano il kukutza.
Come siete stati capaci di trasformare un posto vuoto e sporco, in un laboratorio di partecipazione reale, creando un economia diversa, cucinando per tutti, e dando casa a molti. Praticando sport e diventando un polo culturale di eccellenza per tutta la regione. Per dire no allo sgombero, abbiamo deciso di raccontare questa storia, perché è una storia lunga ed in salita, perché è la nostra stessa storia.

Per l’autogestione, l’autonomia, i diritti, la solidarietà, l’amore e la lotta…
il KUKUTZA NON SI TOCCA!
Borroka da bide bakarra.


http://www.youtube.com/watch?v=e2VieT5ksyo&feature=player_embedded :respect:

Fonte: http://www.pacipaciana.org/
 

MicroSpy

Weed Warfare
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Nessuno parla più dell'Islanda


Qualcuno crede ancora che non vi sia censura al giorno d'oggi?
Allora perché, se da un lato siamo stati informati su tutto quello che sta succedendo in Egitto, dall'altro i mass-media non hanno sprecato una sola parola su ciò che sta accadendo in Islanda?

Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i cittadini hanno deciso all'unanimità di dichiarare l'insolvenza del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l'Olanda, forti dell'inadeguatezza della loro politica finanziaria; infine, è stata creata un'assemblea popolare per riscrivere l'intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l'Islanda verso il recente collasso economico.

Sicuramente vi starete chiedendo perché questi eventi non siano stati resi pubblici durante gli ultimi due anni. La risposta ci conduce verso un'altra domanda, ancora più mortificante: cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei prendessero esempio dai "concittadini" islandesi?


Ecco brevemente la cronologia dei fatti:
2008 - A Settembre viene nazionalizzata la più importante banca dell'Islanda, la Glitnir Bank. La moneta crolla e la Borsa sospende tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta.

2009 - A Gennaio le proteste dei cittadini di fronte al Parlamento provocano le dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde e di tutto il Governo - la Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin) - costringendo il Paese alle elezioni anticipate. La situazione economica resta precaria. Il Parlamento propone una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 MILIARDI di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5%.

2010 - I cittadini ritornano a occupare le piazze e chiedono a gran voce di sottoporre a Referendum il provvedimento sopracitato.

2011 - A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare. Le votazioni si tengono a Marzo ed i NO al pagamento del debito stravincono con il 93% dei voti. Nel frattempo, il Governo ha disposto le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e penali della crisi. Vengono emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell'esecutivo. L'Interpol si incarica di ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati abbandonano l'Islanda. In questo contesto di crisi, viene eletta un'Assemblea per redigere una Nuova Costituzione che possa incorporare le lezioni apprese durante la crisi e che sostituisca l'attuale Costituzione (basata sul modello di quella Danese). Per lo scopo, ci si rivolge direttamente al Popolo Sovrano: vengono eletti legalmente 25 cittadini, liberi da affiliazione politica, tra i 522 che si sono presentati alle votazioni. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello di essere liberi dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori. La nuova Assemblea Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e presenta un progetto chiamato Magna Carta nel quale confluiscono la maggiorparte delle "linee guida" prodotte in modo consensuale nel corso delle diverse assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La Magna Carta dovrà essere sottoposta all'approvazione del Parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni legislative che si terranno.
Questa è stata, in sintesi, la breve storia della Ri-evoluzione democratica islandese.


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Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione europei?
Abbiamo ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei noiosissimi salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali radiofoniche?
Abbiamo visto nella nostra beneamata Televisione anche un solo fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti?
SINCERAMENTE NO.

I cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l'Europa, opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo.
Siamo davvero sicuri che non ci sia "censura" o manipolazione nei mass-media? Il minimo che possiamo fare è prendere coscienza di questa romantica storia di piazza e farla diventare leggenda, divulgandola tra i nostri contatti. Per farlo possiamo usare i mezzi che più ci aggradano: i "nostalgici" potranno usare il telefono, gli "appassionati" potranno parlarne davanti a una birra al Bar dello Sport o subito dopo un caffè al Corso. I più "tecnologicamente avanzati" potranno fare un copia/incolla e spammare questo racconto via e-mail oppure, con un semplice click sui pulsanti di condivisione dei Social Network in fondo all'articolo, lanciare una salvifica catena di Sant'Antonio su Facebook, Twitter, Digg o GoogleBuzz. I "guru del web" si sentiranno il dovere di riportare, a modo loro, questa fantastica lezione di civiltà, montando un video su YouTube, postando un articolo ad effetto sui loro blog personali o iniziando un nuovo thread nei loro forum preferiti.
L'importante è che, finalmente, abbiamo la possibilità di bypassare la manipolazione mediatica dell'informazione ed abbattere così il castello di carte di questa politica bipartitica, sempre più servile agli interessi economici delle banche d'affari e delle corporazioni multinazionali e sempre più lontana dal nostro Bene Comune.

In fede, il cittadino sovrano Marco Pala (alias "marcpoling").

fonte: http://disinformazionediclasse.blogspot.com/2011/07/islanda-libera-e-fuori-dalleuro-italia.html


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:wave:
 

noreason

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Fusione fredda vicina al commercio?

Fusione fredda vicina al commercio?

Fusione nucleare a freddo
"A Bologna ci siamo riusciti"



Per la prima volta in Italia, davanti ad esperti, è stato realizzato il processo utilizzando nichel ed idrogeno. E' la strada per ottenere energia pulita. Andrea Rossi, ingegnere e Sergio Focardi, fisico, spiegano: "Dietro questo processo non c'è una base teorica, per quale motivo avvengono questi risultati lo abbiamo solo ipotizzato"

CI sono le guardie giurate a controllare l'accesso, devi firmare una dichiarazione in cui accetti i rischi nell'assistere all'esperimento che potrebbe rivoluzionare il settore della produzione di energia. Per la prima volta in Italia, davanti ad esperti, in un capannone avvolto dalla nebbia nella zona industriale di Bologna, è stato realizzato un processo di fusione nucleare fredda, utilizzando nichel ed idrogeno, capace di produrre una energia incredibilmente superiore a quella utilizzata per creare la reazione. E' la strada per ottenere energia pulita. "La novità assoluta sta nel fatto che tutto ciò viene prodotto da una macchina che funziona come una stufetta elettrica di casa", spiega l'inventore, Andrea Rossi, ingegnere. Con lui Sergio Focardi, professore emerito dell'Alma Mater, fisico di calibro, in passato preside della facoltà di Scienze.

Di possibili fonti di energia con reazioni di fusione nucleare a bassa temperatura se ne parla da tempo nel mondo. L'annuncio nel 1989 degli scienziati Fleshmann e Pons suscitò speranze e illusioni. Focardi è stato pioniere in Italia di questo tipo di studi. Quello di ieri è stato il primo esperimento condotto a Bologna con osservatori esterni: giornalisti e
fisici, in gran parte dell'Ateneo come Paolo Capiluppi, direttore del dipartimento di Fisica, Gianfranco Campari, Ennio Bonetti. L'esperimento, "industriale più che scientifico", dicono i docenti universitari, è condotto in una stanzina di un capannone in via dell'Elettricista, dove è stato installato un catalizzatore di energia che occupa lo spazio di un tavolo. Dura alcune ore.

Rossi spiega il funzionamento della macchina, il ricercatore Giuseppe Levi illustra una stima dell'energia prodotta sulla base della misura di quanta acqua viene vaporizzata al secondo. E al termine Rossi conclude: "Si sono consumati 600Wh e se ne sono prodotti 12mila Wh". Il prototipo, già coperto da brevetto di proprietà di Maddalena Pascucci, moglie di Rossi, è ora pronto per la produzione industriale e la commercializzazione. "Sarà il prossimo passo", dice Rossi. I fisici obiettano: "Dovremmo poter riprodurre l'esperimento in un nostro laboratorio, ma c'è il segreto industriale sul processo". "Ci vuole cautela, il metodo scientifico esigerebbe verifiche, ad oggi non sappiamo cosa avviene dentro la macchina", dicono Capiluppi e Bonetti.

"Siamo un'azienda, se mi chiedono di aprire la scatola dovrei pagare i danni agli investitori", replica Andrea Rossi. "I costi? Posso dire che l'apparecchiatura costa duemila euro per Kilowatt di potenza e funziona con un grammo di nichel". Lo stesso ingegnere ammette: "Dietro questo processo non c'è una base teorica: per quale motivo avvengono questi risultati lo abbiamo solo ipotizzato". Il professor Focardi spiega perché un esperimento simile avvenga fuori dai laboratori accademici: "I miei colleghi non ci credono, sono scettici. Non so come un protone di idrogeno possa entrare nel nucleo di nichel, ma avviene. Ed è la strada dell'energia per l'umanità". Comunque sia, sembra un grosso passo avanti. Per dire addio al petrolio? "Non sono in grado di rispondere", allarga le braccia l'ingegner Rossi.

fonte:http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/01/14/news/fusione_nucleare_a_freddo_a_bologna_ci_siamo_riusciti-11237521/
 

BadSeed

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"Dietro questo processo non c'è una base teorica: per quale motivo avvengono questi risultati lo abbiamo solo ipotizzato"

Le cose migliori avvengono sempre per caso maledetti voi e il creatore dell'LSD :D son davvero contento che si crei qualcosa di buono grazie noreason mi era sfuggita =)
 

the pen

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Bisogna vedere quant'è vero, non è la prima volta che annunciano la fusione fredda ma....
Certo considerando tutti i tagli alla ricerca che abbiamo avuto negli ultimi anni me sa tanto di cazzata detta per alzare 2 euri (sò che si dovrebbe dire euro ma ormai è pluralizzato con la i in tutti il mondo).
 

noreason

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Bad, anche a me è saltata subito agli occhi quella parte dove Focardi ammette che ancora non sanno il perchè avvenga la reazione e i due nuclei si fondano assieme :D

The pen, hai ragione ad essere diffidente, è dagli anni '80 (Pons e Fleishmann) che ci provano e sempre dagli anni '80 che un bel pò di fisici si contrappongono alla possibilità reale di avere una fusione nucleare a temperatura ambiente, ma la verità è che nel corso degli anni, ci sono stati diversi esperimenti che hanno dato risultati positivi, ma che, per via dei materiali impiegati estremamente costosi e per il successo momentaneo e a volte non ripetibile dell'esperimento hanno sempre lasciato adito a scoraggiamenti vari.
Focardi e Rossi sembra proprio che, utilizzando dei materiali ''comuni'' e quindi alla portata di tutti, siano riusciti a ottenere dei risultati stabili, ripetibili nel tempo, lasciando che l'esperimento fosse osservato anche da persone esterne.

Il ''bello'' della cosa è che con il loro metodo è palesemente possibile costruire degli apparecchi a fusione fredda da appartamento, teoricamente accessibili alla massa

A fine di questo mese dovrebbe essere completata la costruzione del primo reattore per laboratorio, finanziato da privati per 400 milioni di dollari e per gennaio si prospetta una produzione industriale.

Questo è un pezzetto estrapolato da un articolo preso in giro....

The Italian scientists showed that a new production of green energy with common materials (Nickel and hydrogen catalyst), with little cost and without emitting air pollutants or radioactive waste. Their results were confirmed by independent measurements already third and receiving positive reviews from physical size first as professor at the University of Uppsala Sven Kullander, president of the National Academy of Sciences Energy Committee, the Hanno Essén, professor at the Swedish Royal Institute of Technology, the Dr Edmud Storms etc. There are few who argue that the specific effect of Engineering and Natural Rossi Focardi creates the need to ... . rewrite certain chapters of physics

La cosa strana, ma neanche tanto visto lo stato di dis-informazione in cui viviamo è che questa notizia non abbia avuto il giusto risalto che personalmente trovo ci sarebbe dovuto essere...

:wave:
 

marcyboy89

Member
Bonino ad Affari: "Amnistia subito e poi la depenalizzazione"

Bonino ad Affari: "Amnistia subito e poi la depenalizzazione"

Sperando che la cannabis venga depenalizzata in un pensiero finalmente positivo che si sente dal Neo Ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma e dai Radicali, in un compito per "svuotare" le carceri e dare il via ad una depenalizzazione di piccoli reati inclusi casi di droghe, così appoggia Emma Bonino al Neo Ministro della Giustizia.

http://affaritaliani.libero.it/politica/bonino_ad_affari_amnistia_subito280711.html?refresh_ce


Speriamo in bene che in futuro con un pensiero logico, si possa fare una depenalizzazione .

:wave:
 

Antani

Active member
Dieci anni fa il Portogallo legalizzò tutte le droghe
Cosa è successo dopo?


July 27, 2011 by Jack Blood [traduzione di levred]

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Il governo del Portogallo non ha intenzione di fare marcia indietro. Anche se l'Olanda è il paese europeo più associato alle leggi liberali sulla droga, sono già passati dieci anni da quando il Portogallo è diventata la prima nazione europea a fare il passo coraggioso di depenalizzare il possesso di tutte le droghe all'interno dei suoi confini, dalla marijuana all'eroina e tutto ciò che sta in mezzo. Questa mossa controversa è entrata in vigore nel giugno del 2001, in risposta alle statistiche a spirale dell’HIV / AIDS nel paese. Mentre molti critici in un paese povero e in gran parte conservatore attaccarono il cambiamento epocale sulla politica sulle droghe, temendo che avrebbe portato al turismo della droga e contemporaneamente ad un peggioramento della percentuale già spaventosamente alta sull’uso di droghe pesanti nel paese, un rapporto pubblicato nel 2009 dal Cato Institute racconta una storia diversa. Glenn Greenwald, l'avvocato e scrittore che ha condotto la ricerca, ha detto a Time: "A giudicare sotto ogni metro, la depenalizzazione della droga in Portogallo è stato un successo clamoroso. Ha permesso al governo portoghese di gestire e controllare il problema della droga molto meglio che praticamente tutti gli altri paesi occidentali ".



Già nel 2001 il Portogallo aveva, nell'Unione europea, il più alto tasso di HIV tra i consumatori di droga che si bucano, con un incredibile dato, 2.000 nuovi casi l'anno, in un paese con una popolazione di appena 10 milioni. A dispetto delle prevedibili polemiche che la mossa aveva suscitato in patria e all'estero, il governo portoghese comprese che non vi era altro modo che avrebbe potuto domare efficacemente questo problema che andava montando. Mentre qui negli Stati Uniti gli inviti alla completa depenalizzazione della droga sono tuttora liquidati come una sorta di interesse marginale, i portoghesi hanno deciso di farla, e la hanno tranquillamente portata avanti finora per un decennio. Sorprendentemente, i rapporti più credibili sembrano indicare che la depenalizzazione è stato un successo sbalorditivo.

La DEA la vede un po’ diversamente. Il Portogallo, dicono, è stato un disastro, con eroina e tassi di HIV fuori controllo. "La popolazione tossicodipendente del Portogallo e i problemi che sono connessi alla dipendenza continueno a crescere", sostiene la DEA. "Nel tentativo di ridurre il numero dei tossicodipendenti nel sistema penitenziario, il governo portoghese ha un emanato alcune politiche radicali negli ultimi anni con la definitiva depenalizzazione di tutte le droghe illecite nel luglio del 2001."

Tuttavia, come Glenn Greenwald, autore del Cato Study, conclude: "Liberando i suoi cittadini dalla paura di accusa e carcerazione per uso di droga, il Portogallo ha notevolmente migliorato la sua capacità di incoraggiare i tossicodipendenti ad avvalersi del trattamento. Le risorse che prima erano dedicate a perseguire e incarcerare i tossicodipendenti sono ora disponibili per fornire programmi di trattamento per tossicodipendenti."
Sotto un sistema perfetto il trattamento potrebbe anche essere volontario, ma come alternativa al carcere, il trattamento obbligatorio fa risparmiare denaro. Ma per ora, "la maggior parte degli stati dell'UE hanno tassi che sono doppi e tripli il tasso per la post-depenalizzazione del Portogallo", dice Greenwald.

Per chi è alla ricerca di indizi su come il governo degli Stati Uniti può affrontare il suo problema interno della droga, le cifre sono allettanti. A seguito della depenalizzazione, il Portogallo alla fine si ritrovò con le percentuali più basse di consumo di marijuana tra persone con più di 15 anni della UE: circa il 10%. Si confronti con il 40% delle persone oltre i 12 anni che regolarmente fumano marijuana negli Stati Uniti, un paese con alcune delle leggi sulla droga più punitive del mondo sviluppato. L'uso di droghe di ogni genere è diminuito in Portogallo: il consumo una tantum è sceso dal 14,01% al 10,6%.
Il consumo una tantum di eroina tra i 16-18 anni è sceso dal 2,5% al 1,8%. E che dire di quegli orribili tassi di infezione da HIV che hanno spinto la mossa in primo luogo? Il tasso di infezione da HIV tra i tossicodipendenti è diminuito di un incredibile 17%, mentre i morti per droga sono stati ridotti di oltre la metà. "Non c'è dubbio che il fenomeno della dipendenza sia in declino in Portogallo", ha detto Joao Goulao, Presidente dell'Istituto di droghe e delle tossicodipendenze, in una conferenza stampa in occasione del 10 ° anniversario della legge.

Non stiamo con il fiato sospeso che l'esempio portoghese porterà ad alcun tipo di brusco voltafaccia alla propria farfugliante guerra alla droga dell'America, che sta ancora farfugliando costantemente ad un costo di migliaia di miliardi l'anno. Tuttavia, con il movimento sulla marijuana medica che finora si è rifiutato di farsi strangolare l’esistenza dalla DEA, i senatori Jim Webb e Arlen Specter hanno recentemente presentato una proposta per creare una commissione di alta qualità per studiare una riforma sul carcere e sulle condanne per droga. E per i ogni candidato pro-legalizzazione alla presidenza nel 2012, il movimento per una politica della droga dettata dal senso comune negli Stati Uniti potrebbe finalmente andare per la maggiore.

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Memberber..ember!!
Veteran
Che storiaccie..da "ilfattoquotiano.it"..comunque vadano a finire..

Un appunto, un bliz, un lampo, altre inspirazioni, il Professore Serpelloni è intervenuto ieri sera, domenica 7 agosto, alla trasmissione "Elisìr", Rai tre, e ha continuato a dire le sue solite minchiate: percentuali di THC in aumento; l'uso delle droghe è sceso del 25%, grazie a Loro, DpA, poi disperazione..alcol, eroina, cannabis, tutti nello stesso calderone, e gira gira..
Poi dopo aver dichiarato che lui beve solo nei week-end, e aver ascoltato le telefonate fantoccie del caso, fa un appello alle mamme che vedono il ragazzo tornare a casa e trafelato e furtivo appartarsi in camera, sono brutte avvisaglie..Dice.
Mirabella fa uno sforzo per i medicinali a base cannabinoica, e Il Professore ribatte che solo quelli di certissima provenienza, per non dire quasi quasi :Casa farmaceutica!
possono essere autorizzati e in casi rari.
Hanno una paura fottuta che le persone sappiano piantare i pomodori da sé, i semi però vinceranno..


Sig.Serpelloni,
non ho nessun rispetto per le cose che dice, spero lasci al più presto il suo incarico,
distinti saluti
 

meditatore

Member
Indignados USA?

Indignati Usa: Occupiamo Wall Street!

Si sono dati appuntamento il 17 settembre davanti alla borsa di New York per protestare contro lo strapotere di banche e corporation

Gli Indignati si preparano a scendere in piazza anche oltreoceano. Dopo Grecia, Spagna, Islanda e Israele (in Italia debutteranno il 10 settembre a Roma), il 17 settembre sarà il turno degli Stati Uniti. Il luogo scelto per la prima protesta è più che simbolico: Wall Street, la strada in cui ha sede la borsa di New York.

L'appello alla mobilitazione, lanciato a luglio dallo storico collettivo di 'artivisti' no-global di Adbusters e rilanciato il mese scorso dagli 'hacktivisti' di Anonymous, punta niente di meno che a 'occupare Wall Street' con una tendopoli permanente presidiata da ventimila manifestanti decisi a resistere, pacificamente, a ogni tentativo di sgombero. Una protesta che si presenta esplicitamente come 'rivoluzionaria' e continuatrice del movimento antiglobalizzazione nato alla fine degli anni '90.

"In questo momento storico - si legge nell'appello del 'Culture Jammers HQ' di Adbusters - la tattica rivoluzionaria sta attraversando un cambiamento che fa sperare bene per il futuro. Lo spirito di questa nuova tattica, una fusione tra Piazza Tahrir e gli 'acampados' di Spagna, è ben espresso da queste parole: 'Il movimento antiglobalizzazione è stato il primo passo lungo questa strada. All'epoca il nostro modello era attaccare il sistema come un branco di lupi. C'era un maschio alfa, un lupo che guidava il gruppo, e altri che seguivano. Ora il modello si è evoluto. Oggi siamo un grande sciame di persone' (Raimundo Viejo, Università Pompeu Fabra, Barcellona)".

Concetti ribaditi anche nel massaggio di adesione di Anonymous: "L'occupazione di Wall Street potrà essere un momento di rottura politica come è accaduto con le prime proteste in Egitto, oppure, come in Spagna, segnerà l'inizio di un processo di democrazia diretta per la costruzione di un nuovo movimento per la giustizia sociale. Ripartiamo da dove i primi no-global si sono fermati, facendo fiorire un nuovo movimento di movimenti".

"È giunta l'ora di dispiegare questa strategia emergente - continua l'appello originario di Adbusters - contro il più grande corruttore della nostra democrazia: Wall Street, la Gomorra finanziaria d'America. Il 17 settembre vogliamo vedere 20mila persone riversarsi a Lower Manhattan, tirare su tende, cucine, barricate pacifiche e occupare Wall Street per qualche mese. Una volta lì, ribadiremo incessantemente un'unica, semplice, rivendicazione in una pluralità di voci. Chiederemo a Barack Obama di istituire una commissione presidenziale incaricata di porre fine all'influenza esercitata dal denaro sui nostri rappresentanti a Washington. È tempo di democrazia e non corporatocrazia, o per noi sarà la fine".

"Se sapremo tenere duro, ventimila volte forti, una settimana dopo l'altra, contro ogni tentativo della polizia e della Guardia Nazionale di cacciarci da Wall Street, Obama non potrà ignorarci. Il nostro governo sarà costretto a scegliere pubblicamente tra la volontà del popolo e le corporation che lucrano. Potrebbe essere l'inizio di una dinamica sociale del tutto nuova in America, una spanna sopra il movimento Tea Party, dove invece di finire prede inermi dall'attuale struttura di potere noi, il popolo, iniziamo a prenderci ciò che vogliamo".

Le richieste in cui si articola la generica domanda di 'separazione tra denaro e politica', attualmente sottoposte a un sondaggio online su Facebook, sono il divieto per le corporation di finanziare la politica, una rigida tassazione sui loro profitti, un sistema fiscale fortemente progressivo, il controllo comunitario delle economie locali, un nuovo 'New Deal' di riforme economiche e sociali per stimolare l'economia.

"'Occupa Wall Street' - si legge su uno dei due siti l sito dell'iniziativa - è un movimento di resistenza 'open source', senza leader, fatto di persone di ogni colore, sesso e ideologia politica. L'unica cosa che tutti abbiamo in comune è che siamo il 99 per cento che non tollererà più l'avidità e la corruzione dell'uno per cento. Dopo l'appello di Adbusters, molte persone in tutto il Paese hanno aderito all'organizzazione di questo evento, come l'Assemblea Popolare di New York, U.S. Day of Rage e altri, impegnati a pianificare altre occupazioni simili nel prossimo futuro, come quella di Freedom Square a Washington organizzata da Ottobre2011 per il 6 ottobre" (in occasione del decennale dell'invasione dell'Afghanistan).

E ancora: "Il popolo sovrano di ogni nazione ha il potere, il diritto e il dovere di guidare il destino della sua nazione. Perché occupare Wall Street? Perché ci appartiene, perché perché noi possiamo (because we can)!"
"Se riusciremo a dosare bene nonviolenza, tenacia e furbizia strategica, l'S17 (17 settembre, ndr) potrebbe essere l'inizio della rivoluzione globale che tutti noi sogniamo da tanto tempo... Sarebbe bello".
 
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