AgapePathos
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Ciao a tutti
Ho aperto una nuova discussione per confrontarmi sulle varie tecniche che si possono utilizzare per l'aumento di resina prima della raccolta.
Finora ho trovato due metodi di cui uno mi convince un po' di più penso lo proverò per questo ciclo e l'altro mi lascia un po' titubante. Del primo si tratta del discorso dei raggi UVB.
Ne parlavo anche in un altro thread, mi sono imbattuta in un articolo di un esperimento di coltivazione della NASA in cui descrivevano la reazione di piante esposte ad alte concentrazioni di raggi UVB durante la fioritura.
Teniamo conto che stiamo parlando della NASA, l'agenzia che ha sperimentato il metodo idroponico ed aeroponico per primi. Insomma riassumendo: tutti sappiamo che i raggi UV sono dannosi soprattutto ad alte concentrazioni, lo strato di ozono filtra la maggior parte di questi raggi ma comunque la concentrazione che arriva sulla terra provoca comunque delle conseguenze. Hanno testato la reazione delle piante all'esposizione di raggi UVB con delle percentuali molto alte(che sarebbero quelli che arrivano in percentuale minore assieme agli UVC). Il risultato è stato che la pianta ha prodotto più quantità di resina per proteggersi da eventuali danni causati. Quindi cercando in internet ho trovato chi utilizza questa tecnica nelle ultime due settimane di fioritura per aumentare la produzione di resina, installando dei tubi UVB al 10% per illuminare lateralmente la coltivazione per un massimo di 4 ore al giorno. Io volevo sfruttare questa tecnica inserendo due tubi di illuminazione UVB al 10% che si utilizzano anche nei terrari per i rettili e temporizzare in 5 minuti di luce ogni 10 minuti di stacco, in modo da non creare scottature o danni alla pianta e di darle la possibilità di metabolizzare la luce ricevuta in maniera da produrre la resina per proteggersi.
La seconda tecnica è quella del chiodo, leggo di Grower che alla fine del ciclo gli ultimi due giorni prima del taglio inseriscono un chiodo che trafigge il fusto della pianta alla base. In modo che la pianta per proteggere le cime dal trauma della mezza recisione, manda tutte le energie nelle cime in maniera da proteggerle e farle sopravvivere incrementando così la produzione della resina. C'è chi asserisce che questa seconda tecnica funzioni e chi invece dice che è pericolosa perché il chiodo o vite che sia inserito provoca una ferita aperta che può diventare ricettacolo di infezioni e malattie.
Voi che ne pensate? Qualcuno ha provato queste tecniche?
Ho aperto una nuova discussione per confrontarmi sulle varie tecniche che si possono utilizzare per l'aumento di resina prima della raccolta.
Finora ho trovato due metodi di cui uno mi convince un po' di più penso lo proverò per questo ciclo e l'altro mi lascia un po' titubante. Del primo si tratta del discorso dei raggi UVB.
Ne parlavo anche in un altro thread, mi sono imbattuta in un articolo di un esperimento di coltivazione della NASA in cui descrivevano la reazione di piante esposte ad alte concentrazioni di raggi UVB durante la fioritura.
Teniamo conto che stiamo parlando della NASA, l'agenzia che ha sperimentato il metodo idroponico ed aeroponico per primi. Insomma riassumendo: tutti sappiamo che i raggi UV sono dannosi soprattutto ad alte concentrazioni, lo strato di ozono filtra la maggior parte di questi raggi ma comunque la concentrazione che arriva sulla terra provoca comunque delle conseguenze. Hanno testato la reazione delle piante all'esposizione di raggi UVB con delle percentuali molto alte(che sarebbero quelli che arrivano in percentuale minore assieme agli UVC). Il risultato è stato che la pianta ha prodotto più quantità di resina per proteggersi da eventuali danni causati. Quindi cercando in internet ho trovato chi utilizza questa tecnica nelle ultime due settimane di fioritura per aumentare la produzione di resina, installando dei tubi UVB al 10% per illuminare lateralmente la coltivazione per un massimo di 4 ore al giorno. Io volevo sfruttare questa tecnica inserendo due tubi di illuminazione UVB al 10% che si utilizzano anche nei terrari per i rettili e temporizzare in 5 minuti di luce ogni 10 minuti di stacco, in modo da non creare scottature o danni alla pianta e di darle la possibilità di metabolizzare la luce ricevuta in maniera da produrre la resina per proteggersi.
La seconda tecnica è quella del chiodo, leggo di Grower che alla fine del ciclo gli ultimi due giorni prima del taglio inseriscono un chiodo che trafigge il fusto della pianta alla base. In modo che la pianta per proteggere le cime dal trauma della mezza recisione, manda tutte le energie nelle cime in maniera da proteggerle e farle sopravvivere incrementando così la produzione della resina. C'è chi asserisce che questa seconda tecnica funzioni e chi invece dice che è pericolosa perché il chiodo o vite che sia inserito provoca una ferita aperta che può diventare ricettacolo di infezioni e malattie.
Voi che ne pensate? Qualcuno ha provato queste tecniche?