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Qualche accenno di biologia su come ottimizzare un cultivo

noreason

Natural born Grower
ICMag Donor
Veteran
Ciao V, nel tuo discorso contempli molti fattori. Il pH, i nutrienti, il clima, tutti argomenti che richiederebbero ulteriori approfondimenti.

La questione sull' uva, cioè che un certo strain, coltivato in un certo luogo dia risultati diversi, magari migliori, magari peggiori a seconda del punto di vista, è una questione credo molto antica.
In questo, non rientra solo il pH che non fa assorbire alcuni elementi (in realtà la pianta assorbe tutti gli elementi che gli servono ma a tassi magari diversi, altrimenti morirebbe) ma anche la composizione chimica del substrato, molto importante ai fini della qualità finale del vino.
Inoltre non dimenticare le condizioni ambientali. Temperatura, radiazione solare, umidità, piante circostanti, insetti, tutto crea un insieme di condizioni che portano a risultati finali diversi.




tutta sta prolissità per dire: una pianta coltivata in una zona x, per me necessita della terra e anche dell'acqua della zona x, perchè le trovo due cose collegate, e poi (almeno da me) sostiene stà tesi almeno cento anni di coltivazioni di uva senza alcun grosso problema ambientale (cosa che invece succede nelle zone in cui si forza la mano con espedienti chimici per poi magari ritrovarsi un vino di discreta qualità ma doppia quantità)!
che ne pensate??
ps, se ho detto cazzate o magari sono fuori tema eliminate pure!!


Il discorso è molto complesso. Non puoi ridurlo a pianta X in zona X.

Le viti che tu e tuo padre state coltivando sono al 99,9% innestate su di una vite proveniente dall'altra parte del mondo. La storia della vite è interessante, magari cercala ;)

Però credo di intuire il senso delle tue parole.
L'esasperazione commerciale su cui si basa questa economia fa si che vi siano esempi come quello da te citato. Tanta quantità, poca qualità.
Ma la colpa non è dei chimici che si limitano a lavorare per qualcuno che vuole qualcosa applicando nozioni scientifiche, la colpa risiede nel sistema economico che noi stessi abbiamo messo su e che porta alla creazione di orrori veri e propri. Ci sarebbe da scriverne per giorni e giorni, senza starci a filosofeggiare neanche troppo.

La ricerca del profitto assoluto, senza mezzi termini, business puro insomma, se ne sbatte altamente di ciò che è ''buono''. Ma sono operazioni commerciali, non sono coltivazioni messe su con passione, cosa che spesso e volentieri accomuna sia i coltivatori di ganja che quelli della vite a fine di vinificazione.

Per finire, non pensare che il pH- peggiori il gusto. Cerca di comprendere la materia. L'acido fosforico è composto da ossigeno, idrogeno e fosforo, che una volta in acqua si separano. Tutti e tre questi elementi sono elementi FONDAMENTALI per la vita di una pianta.
Pensare che possa essere un male usarlo non è molto furbo. Se poi hai le tue seghe mentali come posso averle io, puoi anche scegliere di coltivare in maniera organica o biologica, ma sappi che quegli elementi sono alla base della vita, definirli tossici non ha senso. Non sono composti nocivi, un acido fosforico è una delle molecole più semplici che esistano, non farti ingannare dalla parola acido, perchè alla fine contiene ''meno'' schifezze di quello che puoi trovare nel letame, schifezze che alla pianta non servono per vivere.

Non essere contrario alla ''chimica'' per principio, è uno degli errori che limitano maggiormente l'evoluzione di un grower. La chimica è tutto, organico ed inorganico. Nulla è meglio, nulla è peggio in assoluto.
Di sicuro personalmente preferisco coltivazioni con pochi fert. minerali, che coltivazioni con una miriade di prodotti organici che poi viene considerata anche con un valore aggiunto ma che in realtà è zeppa di elementi chimici che la pianta non è riuscita a smaltire e te li ritrovi a fumare.....ma intanto è BIO :wallbash:

:wave:
 
Z

z>7

naturale e cime tempestose, non volevo sporcare un argomento molto interessante come questo finendo a parlare di agricoltura/ meglio i vecchi contadini o il grower domestico scienziato pazzo e quant'altro (permettimi solo naturale che è difficile giudicare i "contadini" in due righe di una mia esperienza)... era, ribadisco, una domanda/intervento sulla regolazione del pH con sostanze di sintesi chimica, vista la novità che comportava per me. senza polemica è scontato!! c'è n'è abbastanza in stà società che almeno tra fattons ci sia scioltezza!!
 
Z

z>7

heila nor, complimenti per l'argomento, ben esposto e con competenza, mi hai forse salvato la mia prima sessione in casa con la parte sulla temperatura interna della pianta! poi portavo come esempio viti perchè perchè mi sentivo più vicino (è solo due estati che coltivo cannabis), e so che l'argomento sul perchè un vino sia miglior comporta molti fattori anche magari distanti da ciò di cui trattavi, ma era più un ragionamento di concetto se sia realmente conveniente spingere le piante a produrre il massimo anche utilizzando sostanze di sintesi. Non sono come diceva qualcuno un apocalittico ma nemmenoo così integrato da non accorgermi che forse è sbagliato. Acido fosforico a livello di elementi che si sciolgono in acqua (correggimi se sbaglio) non si tratta di soluzioni atte a mantenere a per un certo periodo il ph costante, quindi non potrebbe essere che si comporti come una soluzione tampone e quindi la molecola rimanga a lungo? guarda sono diffidente perchè anche nei prodotti per vite per le muffe ci trovi rame o magnesio o elementi che sono assimilabili dalla pianta, ma poi la gente s'ammala e si scopre che i legami che creavano con l'acqua o con l'uva stessa generavano molecole tossiche per l'uomo.
Lungi dal poter diventare pedante mi fermo qui, grazie ancora per quello che hai scritto e che verrà e lascio come curiosità la tabella informativa del pH down (mi pare fosse questo) che volevo prendere, che magari può essere una lettura interessante!
http://generalhydroponics.com/site/gh/docs/prod_msds/pHDownLiquid_MSDS.pdf
 

valledelvento

New member
scusate, sono un bottapiena sono entrato per sbaglio con un vecchio account che pensavo eliminato ( ma evidentemente no). ora provo a capire meglio come fare-... scusaaate ancora!
 

noreason

Natural born Grower
ICMag Donor
Veteran
...era più un ragionamento di concetto se sia realmente conveniente spingere le piante a produrre il massimo anche utilizzando sostanze di sintesi.

Intendiamoci...sostanze prodotte naturalmente o sostanze prodotte artificialmente possono essere entrambe molto nocive ed entrambe molto positive.
La discriminante non è nel fatto di derivare da un essere vivente o da un minerale, gli elementi alla base, quelli che compongono la materia, sono esattamente gli stessi.

Purtroppo l'uso improprio di determinate sostanze di sintesi da parte di coltivatori ignoranti, ha portato ad esempio ad impoverire terreni che una volta erano zeppi di vita.
Però deve essere ben chiaro che non si può fare di tutta l'erba un fascio, altrimenti si finisce col cadere nel tranello degli ''speculatori biologici'', coloro che giocano sull'ignoranza del consumatore finale, al fine di proporgli un prodotto identico ad un prezzo maggiore.

Anche qui, non è che il biologico costi di più, anzi, citando Vandana Shiva è esattamente l'opposto. Purtroppo non è la terra a dettare il prezzo, ma l'uomo...ed esso escogita mille metodi per inculare il prossimo. Homo homini lupus...

Acido fosforico a livello di elementi che si sciolgono in acqua (correggimi se sbaglio) non si tratta di soluzioni atte a mantenere a per un certo periodo il ph costante, quindi non potrebbe essere che si comporti come una soluzione tampone e quindi la molecola rimanga a lungo?
No, l'acido per sua natura non può fungere da tampone. Una volta in acqua si dissocia in ioni.
Molto probabile che l'atomo di fosforo venga assorbito dalla pianta ed usato per creare un tessuto o una sostanza organica. Oppure rimane nel substrato. Oppure ancora viene lavato via dalla pioggia, trasportato in una falda acquifera, poi riversato in un fiume sotterraneo che infine arriva al mare, aumentando la quantità di questo elemento che è uno dei diretti responsabili della proliferazione di micro alghe che destabilizzano la vita marina.

Gli elementi non si creano e non si distruggono (se non nelle stelle) per cui, il tutto ruota attorno al DOVE sono quegli elementi.

Per l'acido fosforico, nel caso di una coltivazione casalinga...bhe...quello che non assorbe la pianta solitamente viene buttato nello scarico del cesso quando si flusha a fine fioritura. Poi viene filtrato e dovrebbe essere trattato come rifiuto speciale. Oppure ancora rimane nel substrato...finchè non verrà riusato.

guarda sono diffidente perchè anche nei prodotti per vite per le muffe ci trovi rame o magnesio o elementi che sono assimilabili dalla pianta, ma poi la gente s'ammala e si scopre che i legami che creavano con l'acqua o con l'uva stessa generavano molecole tossiche per l'uomo.
Proprio perchè sei diffidente devi conoscere la chimica e non considerarla come un nemico da combattere o da cui stare alla larga per principio ;)
 
Last edited:

noreason

Natural born Grower
ICMag Donor
Veteran
... i prodotti che si trovano agli smart, che a mio parere rasentano la tossicità! e visto il numero di coltivatori che mi pare usino questi prodotti, chiedervi se non fosse una pratica dico forse errata?!

Io credo sia scontato che nei growshop non vendano sostanze tossiche, anzi, vendono piuttosto sostanze che aiutano il propagarsi della vita, soprattutto se usate nel modo corretto.

Io credo che tu, come altri ed in parte anche io, abbia un rifiuto per un certo tipo di mercato.
Tu hai visto le mani di tuo padre guadagnare con la terra, hai avuto un esempio di rispetto per la natura, senza l'uso di 1000 prodotti e ti sei addirittura impegnato per far si che altri si impegnassero in tal senso.
Ora, entrando in un growshop e osservando la miriade di fertilizzanti e sostanze accessorie, credo ne venga fuori un'istintiva diffidenza, che nasce proprio dal gap in termini di coltivazione da ciò che hai visto per una vita intera e ciò che il mercato offre e consiglia oggi.

Questo tipo di diffidenza credo sia vantaggiosa. Non permette che tu sia abbindolato dalla prima confezione visivamente allettante di qualche fertilizzante.
Hai ed avete presente la miriade di prodotti, tutti confezionati in flaconi con immagini molto attraenti e promesse di chissà quale raccolto etc.. etc... mi sembra scontato che sia un marketing aggressivo che punta sull'immagine.
Poi....secondo voi vi è la reale necessità di una miriade di prodotti per tirar su qualche pianta? Alla fin fine una pianta necessita di soli 13 o 14 elementi essenziali. Una volta che ha quelli, non le serve più NULLA per vivere.

Se la diffidenza che si è instaurata in te può essere vincente, perchè non lascia che tu venga abbindolato dal primo che passa, può essere anche un limite però.
Prendere decisioni in base alla propria ''etica'' non è lo stesso che prendere una decisione basata su dati scientifici. Conoscere la realtà delle cose vuol dire poter scegliere non solo in base alla propria etica, ma anche su base scientifica. Bisogna saper essere pragmatici, aperti a nuove soluzioni, sempre pronti ad imparare cose nuove o a rivedere quelle vecchie, mantenendo comunque una certa etica.

:wave:
 

Fi_Di_Bot

Son Of Botany - Green Block Original Shrdana
Veteran
Valle: se fai un un buon organico a km 0 è ottimo!

Naturale: per me no... anche lo sterco non è più quello di una volta. molte più granaglie ora che pascolo semibrado.

Tornando in tema volevo portare l'esempio di un amico con una grow al centro di un corridoietto che non aveva troppa aria.
il corridoio era di passaggio per bagno e camera ed era impossibile portare aria "fresca" da fuori, tutti gli altri aspetti della growroom erano ok, tranne l' "Intake".
sta growroom ha lavorato per 6 anni e col tempo si è provato a mettere su varie lampade, dai 250w ai 600w. con la 600 era un panico gestire il calore, non potendo aprire più di tanto le finestre per il ricambio d'aria... troppo odore.
la 400w era ok per l'inverno e la 250 per il resto dell'anno. grosso modo non c'erano grosse differerenze di resa tra i 2 wattaggi in quanto rendeva sempre poco più di 220 gr a ciclo (9/10 settimane).
si è provato anche a mettere più o meno piante... nulla da fare sempre poco più di 2 etti.
ora l'amico ha cambiato casa ed ha una finalmente modo di prendere aria "fresca"... tutta un altra musica, stesso setup ma un buon 25% di raccolto in più nello stesso tempo. 'nvedi quant'è importante l'aria!
un bacio a tutti
 

Pollastro

Active member
Veteran
Sono argomenti che non trovavo spiegati così bene e con semplicità dai tempi delle superiori all'istituto tecnico agrario... anche chi non ha competenze di chimica/biologia può leggendo poche righe capire le basi della vita vegetale!
Grazie, a te e a tutti i mostri sacri di questo subforum!

Si dovrebbe creare l' "Accademia italiana della Cannacoltura"!

Rep+, anche se "che te ne fai della mia rep?!" :laughing:
P.
 
@Nore
Straquoto quasi tutto, con un dubbio e con una domanda: la fotosintesi assembla 6 CO2 + 6H2O per fare glucosio (C6H12O6) e ossigeno molecolare come sottoprodotto. Ora, in un ambiente con scarso ricircolo, la mia idea è sempre stata che rischia di venire a mancare la CO2, piuttosto che l'O2, che però nel mio caso veniva integrata da due persone più il cane :-D .
Come può succedere che si abbia una carenza di ossigeno? O per converso, come faccio a fare in modo che quell'ossigeno che c'è si renda disponibile efficacemente in vaso con metodi casalinghi? hanno senso quei vasi sforacchiati che ho visto in giro tempo fa?
 

noreason

Natural born Grower
ICMag Donor
Veteran
Valle: se fai un un buon organico a km 0 è ottimo!

:yes: Concordo pienamente e prendo spunto per un piccolo discorso sul biologico.

Organico a km0 dovrebbe voler dire (o comunque avvicinarsi al vero concetto di) coltivazione biologica.

Prendiamo ciò che la natura ci offre in loco e la usiamo anno dopo anno. L'uomo non si limita a far altro che favorire alcune dinamiche che a loro volta favoriscono la vita delle piante che si coltivano, senza l'aggiunta di nulla che non sia già in quell'ambiente naturale, al fine di preservare al massimo le caratteristiche di un determinato habitat.

Se noi inseriamo piante di ogni genere nel nostro terreno, usiamo guano, letame, torba, fert. vari etc... provenienti da tanti posti lontani e diversi, andiamo di sicuro ad interferire con l'habitat naturale.
Le colonie di batteri, le spore di muffa, i lieviti, altri tipi di parassiti, virus, frammenti di DNA che vengono da tante parti diverse nel mondo, ora si ritrovano in un unico posto. Condizione particolarmente favorita dall'entrata in scena dell'essere umano moderno e ancor di più dalla recente e continua globalizzazione.

Per cui io credo che, una vera coltivazione biologica sia quella in cui non viene alterato l'habitat naturale, inserendo forme di vita o sostanze estranee a quell'habitat stesso.
Più ci si allontana da questo concetto teorico, più ci si allontana dalla vera coltivazione biologica.

Se un terreno è arido, brullo, compatto, povero di materia organica e ci si vuole comunque far su una coltivazione, si può chiamare qualcuno che con l'ausilio di macchine scavi la terra e ve ne metta di nuova, fertile e pronta all'uso. Con l'ausilio di altre tecnologie, con l'ausilio dei fertilizzanti di sintesi etc... si riesce a coltivare fin da subito.

Oppure si può scavare la terra con la zappa, coltivare piante che rendono il terreno più ricco di com'era prima, piante che spesso si trovano spontanee.
Si può andare nel terreno di fianco, al fiume più vicino etc... e prelevare della terra ''viva'' con cui contaminare la propria. Quella terra contenente forme di vita quali batteri, muffe, lombrichi possibilmente andrà a fare da esca per rendere viva la propria terra, geograficamente vicina e plausibilmente contenente già quelle forme di vita anche se in misura inferiore.
Lavorare in questo senso è di sicuro la strada più lunga, ma anche quella più stabile una volta instauratosi un ciclo vitale completo, che comprende tutte le forme di vita presenti, da quelle macroscopiche come gli insetti, a quelle microscopiche come i batteri.

Credo abbiamo avuto abbastanza testimonianze dal passato, da civiltà ed epoche che ormai sono passate da un bel pezzo, che la coltivazione biologica fosse una coltivazione sostenibile e vincente. Oggigiorno invece, pur di produrre tanto arriviamo a rendere quasi sterili i substrati di coltivazione a volte. Un approccio, quello del mondo occidentalizzato che è tanto efficiente sul breve termine quanto non lo sarà sul lungo termine.
D'altronde gli effetti sull'ambiente, a volte catastrofici, dovuti alla coltivazione di quel tipo, sono già visibili.

Sono rimasto affascinato da un tipo di coltivazione che veniva messa in atto dal popolo Azteco nella loro capitale Tenochtitlan, nel territorio corrispondente a quello che oggi viene occupato da Città del Messico
Anticamente, a dispetto del suo attuale aspetto, Tenochtitlan era situata su una piccola isola in un lago (Texcoco) poco profondo.
I contadini svilupparono una tecnica che prevedeva la costruzione di ''basi'' galleggianti (chinampas) dove le piante avevano la possibilità di ancorarsi e galleggiare a loro volta. Nutrite perennemente dal continuo disfacimento di materia organica di cui erano costituite le basi stesse, in perenne contatto con l'acqua del lago.

In questo modo realizzarono una delle migliori tecniche di coltivazione, in un luogo di difficile bonifica e creando man mano, sempre più terre da coltivare.
Un magnifico esempio di coltivazione biologica secondo me.

@Nore
Straquoto quasi tutto, con un dubbio e con una domanda: la fotosintesi assembla 6 CO2 + 6H2O per fare glucosio (C6H12O6) e ossigeno molecolare come sottoprodotto. Ora, in un ambiente con scarso ricircolo, la mia idea è sempre stata che rischia di venire a mancare la CO2, piuttosto che l'O2, che però nel mio caso veniva integrata da due persone più il cane :-D .

Ma le due persone più il cane per produrre CO2 consumano O2. Il livello di CO2 aumenta e quello di O2 diminuisce.

Però il tuo discorso è fondato su una base logica e verissima. Le piante sono produttrici di O2. Il loro metabolismo prevede un rilascio di più ossigeno di quanto ne usino. D'altrone è risaputo che le piante ''producono'' ossigeno.

Come può succedere che si abbia una carenza di ossigeno?
Le situazioni possono essere molteplici. Ha poco senso provare ad elencarne alcune, perchè le circostanze possono essere delle più svariate, come nel caso descritto dal fidibot.
L'importante è comprendere il funzionamento alla base, in modo da poter prevedere o risolvere qualunque problema relativo all'ossigeno per qualsiasi circostanza.

Per essere più chiari....una carenza di ossigeno vera e propria la si ha quando il livello di O2 nel substrato è prossimo a 0 ppm. Condizione in cui solitamente si sviluppano ceppi di batteri in grado di nutrirsi delle radici delle piante nell'arco di poche ore o pochi giorni a seconda delle condizioni ambientali.

Poi vi è la carenza di ossigeno intesa come ''apporto limitato''. Se uso un terriccio di pessima qualità ad esempio, probabilmente in poco tempo diverrà molto compatto, ostacolando l' assorbimento di ossigeno.
Le piante cresceranno comunque, magari senza mostrare sofferenze e fiorendo nella norma.
Però non avrò mai un vigore di crescita e fioritura ed infine un raccolto comparabile ad una coltivazione identica, ma con un terriccio di qualità migliore, le cui fibre sono miscelate in modo da garantire una migliore areazione delle radici, con conseguente maggior apporto di ossigeno e metabolismo accelerato.

In molti casi, il maggior apporto di ossigeno fa sì che la pianta sviluppi tessuti più grandi. La singola foglia, stelo, calice etc... in una coltivazione idroponica è in genere dimensionalmente più grande della stessa foglia, stelo, calice di una pianta coltivata in terra. L'ho osservato più e più volte coltivando cloni identici in vari substrati.

E' come se una pianta in terra fosse una donna adulta ma di conformazione fisica esile ed una pianta in idro fosse un tizio tipo Shaquille O'Neal.
Questo è anche il motivo per cui solitamente, i fiori coltivati in idroponica a parità di volume pesano meno della controparte coltivata in terra. Essendo i calici più grandi, ed essendo i calici vuoti al loro interno, il fiore conterrà più aria che tessuti a parità di volume.


O per converso, come faccio a fare in modo che quell'ossigeno che c'è si renda disponibile efficacemente in vaso con metodi casalinghi? hanno senso quei vasi sforacchiati che ho visto in giro tempo fa?
La prima cosa su cui lavorare è la struttura del substrato. Una buona struttura, solida ed areata, ma al contempo soffice, permette buoni risultati.
Da evitare a tutti i costi terricci di pessima qualità che si compattano in breve tempo.
Ottimo miscelare della fibra di cocco al terriccio, insieme a della materia inorganica quale perlite, pomice o simili, per garantire al terreno una struttura più solida e difficile da compattare, conservando fino alla fine del ciclo spazi interstiziali maggiori che in un terriccio di bassa qualità.

Il substrato deve essere uniforme, miscelato bene. Evitare drenanti sul fondo dei vasi.

Spese alcune parole sull'importanza di avere un substrato che permetta l'entrata della maggiore quantità d'aria, ora consideriamo il vaso.
Quelli di cui parli tu sono gli air-pot giusto? Possono avere un senso, ma non sono facilissimi da usare.
Le radici è vero che hanno bisogno di ossigeno e quindi di aria, ma troppa aria, secca velocemente le radici, cosa che non vogliamo arrivare ad ottenere.
Allo stesso tempo il substrato ha bisogno di essere uniformemente bagnato, cosa più difficile da ottenere con gli air-pot. L'acqua scola dai fori laterali quando innaffi, per cui devi avere maggiore accortezza nell'inumidire uniformemente i vasi.
Tolti i difetti, quei vasi hanno un potenziale maggiore dei comuni vasi, ma per farglielo esprimere a pieno va assicurata alla pianta un costante umido che è più difficile da ottenere.

Sarebbero invece perfetti per un sistema idroponico con gocciolatori, dove una soluzione nutritiva attraversa continuamente il substrato, per cui c'è sempre acqua in quantità e nel contempo una massiccia dose di ossigeno grazie ai fori laterali che favorisce l'ossigenazione di quell'acqua e il relativo assorbimento da parte della pianta.
Ricordiamoci le basi, per le radici l'ambiente migliore è quello con tanta acqua e tanto ossigeno, esattamento quello che riusciremmo ad ottenere con una coltivazione del genere.

Personalmente non mi piacciono gli air-pot per usarli con il classico sistema di irrigazione. Preferisco nettamente vasi normali che abbiano una peculiarità: essere retati sul fondo.
La rete sul fondo favorisce l'ossigenazione, specialmente se il vaso viene posto su un piccolo rialzo che lascia passare l'aria.
Importante è dimensionare il vaso in modo che la pianta abbia bisogno di irrigazioni giornaliere. Evitare vasi troppo grandi che assorbono moltissima acqua che rimane per più giorni. I cicli di bagnato/asciutto saranno più veloci, accelerando il metabolismo. Ogni giorno acqua nuova con nuovo ossigeno e nel frattempo tanto ossigeno anche SOTTO e sopra il terrriccio. Le piante lo adorano.

Possono esserci 1000 modi per ottimizzare questo aspetto della coltivazione. Nessuno è giusto, nessuno è sbagliato, ma tutti sono vincenti solo se inseriti nel giusto contesto.

Spero, anche se dilungandomi un pò, di essermi spiegato :)

Keep it green! :wave:
 

Fi_Di_Bot

Son Of Botany - Green Block Original Shrdana
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Adesso incasino tutto di brutto... Noi oltre a buttar fuori co2 buttiamo fuori anche minime quantità di una specie di vapore acqueo. 2(h2o). Ora io di chimica ne mastico poca ma so che l'idrogeno spesso ha ioni + e ioni-... Alcuni ioni non piacciono alle piante... Non so che altro da aggiungere per il momento se non che scappo a farmi un vinello col mi babbo :D
 

Pollastro

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Spero con questa mia domanda di non sembrare saccente ma bensì ignorante, aggettivo che mi si addice molto di più...
E già che ci sono spero di non andare troppo OT...

Evitare drenanti sul fondo dei vasi.
[...]
Personalmente non mi piacciono gli air-pot per usarli con il classico sistema di irrigazione. Preferisco nettamente vasi normali che abbiano una peculiarità: essere retati sul fondo.
La rete sul fondo favorisce l'ossigenazione, specialmente se il vaso viene posto su un piccolo rialzo che lascia passare l'aria.

Non credi Nore che un in un vaso "normale" bucato sul fondo uno strato di inerte (tipo argilla esp.) favorisca l'ossigenazione in modo uguale ad un vaso retato poggiato su un "piedistallo"?

O forse no perchè le radici tendono a colonizzare l'inerte mentre non possono farlo al di fuori della rete sul fondo del vaso retato?

Forse sono stato un po' contorto... ma l'ora è tarda...
P.
 
@nore
Sisi, ti sei spiegato benissimo. Ma il terriccio, vuoi o non vuoi, si compatta sempre un po' (anche più di un po' a volte). La stessa aggiunta dei concimi, spesso (ma vado molto a occhio quindi non la prendete come oro colato) mi ha dato l'impressione di impregnare un po' il terreno e renderlo, che so, un po' più argilloso. Io aggiungevo argilla espansa emi sembrava andasse bene, ma.....boh!
[edit] Tra l'altro si è mai pensato a irrigare con acqua ossigenata (non perossido di idrogeno) tipo da qualche pompetta per acquari? tipo per avere in terra un effetto DWC?

Non ho mai usato un ventilatore all'interno della grow, perchè fino a ieri sono stato sempre sacrificato negli spazi; ma un ventilatore, oltre ad aumentare la traspirazione, potrebbe in qualche modo favorire il ricircolo dell'ossigeno per le radici? e quanto conta la movimentazione dell'aria interna (su quella interno-esterno siamo d'accordo...)?

@Fi-di_Bot
Sai che non lo so? Mi ricordo però di aver letto tanti anni fa la pubblicità di uno ionizzatore per ambienti tipo ufficio, che emetteva (in qualche modo) ioni negativi di qualcosa che erano rilassanti anti stress. Ma ti parlo di almeno quindici anni fa eh...
 
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noreason

Natural born Grower
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Non credi Nore che un in un vaso "normale" bucato sul fondo uno strato di inerte (tipo argilla esp.) favorisca l'ossigenazione in modo uguale ad un vaso retato poggiato su un "piedistallo"?

Sicuramente favorisce l'ossigenazione, ma sono due situazioni diverse.

Fondamentalmente non consiglio l'uso di inerte anche in caso di vasi normali, non retati sul fondo.
Se usi argilla espansa, crei un ambiente iper-ossigenato dove le radici fanno fatica a svilupparsi e non hanno la possibilità di assorbire acqua e nutrienti in gran quantità, proprio perchè quella parte di substrato si asciuga molto in fretta.

Questa usanza, di porre del drenante sul fondo del vaso è un'usanza antica, quando la disponibilità di terricci e drenanti vari non era quella di oggi.
Oggi, con un buon terriccio con la giusta quantità di drenante non vi è assolutamente bisogno di uno strato inferiore che faciliti il drenaggio. Inoltre, noi growers indoor siamo soliti fare le cose per bene, sappiamo quando è ora di innaffiare e quando no. Non c'è bisogno di uno strato asciutto inferiore che eviti ristagni.

Se aggiungiamo che il fondo del vaso è retato, il passaggio di aria aumenta e il substrato si asciuga più in fretta, senza aver tolto spazio utile alle radici.

Il ''segreto'' è tutto nello scegliere il miglior substrato, i vasi migliori di dimensione appropriata per la dimensione delle piante ed infine, cosa ancor più importante è saper irrigare.
So che può sembrare banale, ma non lo è.

Quindi per velocizzare il metabolismo: vasi non troppo grandi pieni di ottimo substrato sempre umido e cicli bagnato/asciutto molto veloci. Condizioni che favoriscono il metabolismo. Bastano pochi giorni per rendersi conto di un incremento del metabolismo, provare per credere.

Detto ciò, l'uso di drenanti sul fondo del vaso può tornare utile in molti ambiti. Vuoi per un motivo, vuoi per un altro.
L'utilità primaria è quella di evitare ristagni e conseguente morte delle radici che si trovano nella zona bassa del vaso.
A volte può tornare utile mischiare 80% drenante con 20% di fibre di piccole dimensioni per avere un ambiente molto ossigenato, ma allo stesso tempo con una riserva idrica maggiore che il solo drenante.

Comunque lo ripeto ancora perchè credo sia un'ottima informazione, vaso retato e alzato da terra è una delle migliori condizioni per ottimi risultati, con pochissimo sforzo.



@nore
Sisi, ti sei spiegato benissimo. Ma il terriccio, vuoi o non vuoi, si compatta sempre un po' (anche più di un po' a volte).

Si, per quanto di qualità possa essere un substrato, solitamente si compatta almeno un pò.
Prima o poi però, fai una prova usando come paragone il cocco di IKEA mischiato ad un pò di perlite. A fine ciclo ti renderai conto di quanto le fibre siano rimaste più integre, conservando molti spazi interstiziali, che sono quelli a cui miriamo in questo caso. Piccole intercapedini in cui l'aria si riesce ad infilare.


La stessa aggiunta dei concimi, spesso (ma vado molto a occhio quindi non la prendete come oro colato) mi ha dato l'impressione di impregnare un po' il terreno e renderlo, che so, un po' più argilloso.
Ti riferisci a concimi organici direi. I minerali non danno quell'impressione.
Comunque credo che i fert. in genere non alterino poi tanto il substrato a livello fisico. Certo vi saranno delle differenze, ma dei seplici fert. non possono rendere il substrato più ''argilloso'', cioè compatto, impermeabile, poco ossigenato, almeno credo.


[edit] Tra l'altro si è mai pensato a irrigare con acqua ossigenata (non perossido di idrogeno) tipo da qualche pompetta per acquari? tipo per avere in terra un effetto DWC?
Si. Negli anni ho visto vari tentativi del genere. Non si ottiene granchè. L'aria secondo me trova subito una via di uscita verso l'alto e non va ad ossigenare la soluzione nel substrato più di tanto, come avverrebbe invece in un DWC, dove l'aria si ritrova a diretto contatto con molta acqua.

Non ho mai usato un ventilatore all'interno della grow, perchè fino a ieri sono stato sempre sacrificato negli spazi; ma un ventilatore, oltre ad aumentare la traspirazione, potrebbe in qualche modo favorire il ricircolo dell'ossigeno per le radici?
Un ventilatore usato male può anche incidere negativamente sulla traspirazione.

Comunque si, un ventilatore interno che miscela l'aria in continuazione, potrebbe favorire l'ossigenazione delle radici, specie in quei casi dove si creano due ambienti separati tra ''sopra'' e ''sotto''. Ma non solo, la sua funzione potrebbe essere nel contempo quella di miscelare l'aria per evitare la formazione di ''micro-zone'' attorno alle foglie con basso livello di CO2 e quindi favorire dall'altro lato la fotosintesi.


e quanto conta la movimentazione dell'aria interna (su quella interno-esterno siamo d'accordo...)?
Può contare poco o può contare tanto. Dipende.

Se hai appena iniziato il cultivo e nella grow ci sono due germogli, la ventilazione è quasi inutile, addirittura dannosa in certi casi.
Se stai finendo un cultivo ed hai la grow zeppa piena di foglie e fiori, bhè....la ventilazione conta tanto, sia per l'aspetto CO2 che per l'aspetto botrite.

Per cui, la ventilazione è più o meno importante a seconda delle circostanze.

@Fi-di_Bot
Sai che non lo so? Mi ricordo però di aver letto tanti anni fa la pubblicità di uno ionizzatore per ambienti tipo ufficio, che emetteva (in qualche modo) ioni negativi di qualcosa che erano rilassanti anti stress. Ma ti parlo di almeno quindici anni fa eh...
Si solitamente caricano elettricamente l'aria (nei suoi vari gas) e quell'aria caricata si lega a svariate cosine che svolazzano nell'aria facendole precipitare al suolo, perchè troppo pesanti per svolazzare ancora. Più o meno il funzionamento è questo, quello di una sorta di purificatore d'aria.
Però non penso che fidibot si riferisse a questo in particolare, anche se non conosco per nulla l'argomento.

:wave:
 
Grazie nore, bellissimo thread.
Il KOKKOLKA di Ikea mi mancava proprio :-D ... andrò al più presto a munirmene. Visto che non ho ancora piantumato, seguirò il tuo consiglio e adeguerò il substrato.
Scusa se ti abbiamo incasinato il thread che prima era bello ordinato, ma visto che ormai il discorso sul substrato è partito, a sto punto possiamo approfondire anche il fatto di fare vari trasferimenti di vasi prima di arrivare dal seme al vaso definitivo.
Io sono sicuramente d'accordo, tenendo presente anche le forme più utilizzate, che sono proprio studiate per massimizzare la superficie esposta, visto che le radici tendono naturalmente a concentrarsi lungo le pareti del pane di substrato. Vari trasferimenti aiutano ad avere una colonizzazione omogenea, a gradini diciamo. In questo caso però, gli inerti non rendono il pane un po' troppo friabile e rendono più difficile il trapianto? E in caso ci sono modi di ovviare, secondo te?
 

jabbaray

Underground sorcerer
Veteran
Grazie Nore per le informazioni preziose
tiphat.gif

Al primo ciclo ho commesso l'errore di eliminare un pò troppe foglie e ci sono andato giù pesante con il lollypopping, in questo secondo ciclo sto lasciando le piante relativamemente in pace..nel senso che aspetto che le foglie ingialliscano e cadano da sole.Mi sembra che le piante stiano meglio,il problema dello scudo credo di averlo risolto con una buona ventilazione:1 vent potente tra bulbo e cime che fa girare bene l'aria e due piccoli che vanno ad agire dove non arriva quello grande.Inoltre ho notato che una buona ventilazione fa crescere i rami molto più spessi e robusti.

Grazie di avere affrontato questi argomenti,sarebbe interessante anche affrontare la gestione delle mamme e le procedure per i cross in futuro..
biggrin.gif
Grazie della condivisione, a volte pochi sciocchi dettagli fanno la differenza
tiphat.gif
 

Loollo

Active member
Veteran
Davvero ottimo thread, rep+ strameritata !

Volevo chiedere una delucidazione sul cocco, perchè parli proprio di quello ikea ? Io l'ho usato in mix con dell'allmix, il prossimo ciclo voglio provare un full cocco in vasi da 6,5lt con irrigazione automatica, e ne ho comprato del nuovo dal growshopparo, questo non dovrebbe essere fertilizzato come quello ikea...altre differenze ?
 

noreason

Natural born Grower
ICMag Donor
Veteran
Vari trasferimenti aiutano ad avere una colonizzazione omogenea, a gradini diciamo. In questo caso però, gli inerti non rendono il pane un po' troppo friabile e rendono più difficile il trapianto? E in caso ci sono modi di ovviare, secondo te?

In un buon substrato non vi è una gran quantità di inerte solitamente. Comunque sia una pianta ben radicata mantiene assieme tutto il panetto grazie alle radici ben sviluppate. Per il resto un pò di delicatezza e tutto è risolto.

Al primo ciclo ho commesso l'errore di eliminare un pò troppe foglie e ci sono andato giù pesante con il lollypopping,

Il ''lollypopping'' non è esattamente lo stesso che togliere foglie.
La tecnica è quella di eliminare siti di accrescimento, che in fioritura avebbero altrimenti prodotto fiori di qualità poco apprezzabile.
Così facendo si favorisce lo sviluppo delle cime rimanenti.

Ovviamente se ci vai giù troppo pesante non va molto bene...dipende molto dalle condizioni di cultivo.


Inoltre ho notato che una buona ventilazione fa crescere i rami molto più spessi e robusti.

Assolutamente si. Senza ventilatori i rami restano ''teneri''. La pianta non perde tempo ed energie a rafforzare i rami, per cui spesso si arriva a metà fioritura che i fiori sono troppo pesanti e i rami vanno legati per non farli collassare.


Volevo chiedere una delucidazione sul cocco, perchè parli proprio di quello ikea ? Io l'ho usato in mix con dell'allmix, il prossimo ciclo voglio provare un full cocco in vasi da 6,5lt con irrigazione automatica, e ne ho comprato del nuovo dal growshopparo, questo non dovrebbe essere fertilizzato come quello ikea...altre differenze ?

La differenza è nelle fibre. Io uso quello ikea per comodità. Non è male ma potrebbe essercene di meglio. Le fibre non devono essere troppo rotte/spezzate o comunque troppo piccole. Non devono neanche essere troppo grosse. Comunque sia l'importante è ricreare un ambiente per le radici, dove non c'è troppa aria e non c'è troppa acqua.
Se gli spazi interstiziali non sono uniformi, alcune parti saranno molto più areate ed altre molto più umide. Tendenzialmente questo è da evitare. Bisogna fare un giusto mix tra le fibre, aiutandosi con dell'inerte nel caso serva (in estate ad esempio può essere più produttivo non usarne).

:wave:
 

Fi_Di_Bot

Son Of Botany - Green Block Original Shrdana
Veteran
mi stavo riallacciando al discorso dell'aria "esausta", nel senso che quando noi respiriamo in un ambiente chiuso, con la ns respirazione si produciamo c02 ma produciamo anche vapore acqueo e andiamo ad influenzare quindi la composizione dell'aria. una volta che il vapore acqueo che noi produciamo, diventa gas abbiamo H e O. ora io non so che sia l'idrogeno che l'ossigeno da noi prodotti siamo ok oppure se abbiamo ioni negativi o positivi. xche alcuni tipi di ioni nell'aria sono dannosi per le piante e il contrario se presenti nell'acqua. cmq in ogni caso la ns presenza e quella di elettrodomestici (tv. modem, xbox, etc etc) modifica la qualita dell'aria... di solito in pessimo modo da quello che ho visto negli anni

prima che noreason mi tiri le orecchie
ioni negativi = anioni, positivi = cationi.
Per l'aria sono ok gli anioni (quelli che procuno gli ionizzatori e i purificatori d'aria) mentre per l'acqua (per idrocoltura) vanno bene i cationi (che si usano in alcuni filtri compositi per la depurazione delle acque... robe da grosse produzioni)
 

DietroAl

Member
mi stavo riallacciando al discorso dell'aria "esausta", nel senso che quando noi respiriamo in un ambiente chiuso, con la ns respirazione si produciamo c02 ma produciamo anche vapore acqueo e andiamo ad influenzare quindi la composizione dell'aria. una volta che il vapore acqueo che noi produciamo, diventa gas abbiamo H e O. ora io non so che sia l'idrogeno che l'ossigeno da noi prodotti siamo ok oppure se abbiamo ioni negativi o positivi. xche alcuni tipi di ioni nell'aria sono dannosi per le piante e il contrario se presenti nell'acqua. cmq in ogni caso la ns presenza e quella di elettrodomestici (tv. modem, xbox, etc etc) modifica la qualita dell'aria... di solito in pessimo modo da quello che ho visto negli anni

prima che noreason mi tiri le orecchie
ioni negativi = anioni, positivi = cationi.
Per l'aria sono ok gli anioni (quelli che procuno gli ionizzatori e i purificatori d'aria) mentre per l'acqua (per idrocoltura) vanno bene i cationi (che si usano in alcuni filtri compositi per la depurazione delle acque... robe da grosse produzioni)
Perché dovrebbe scindersi la molecola di H2O?
 

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