cannapioniere
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Linee guida per la quantità (concentrazione).
E’ abbastanza diffusa una certo timore e una certa diffidenza circa l’uso dei fertilizzanti. Molti sopravvalutano il pericolo che potrebbe derivare da un loro uso scorretto. In realtà basta tenersi entro alcuni limiti di sicurezza e avere un minimo di conoscenze per evitare ogni problema: al massimo non raggiungeremo il massimo potenziale di crescita, ma difficilmente procureremo danni alla pianta.
Certamente l’argomento interessa maggiormente chi ha già un po di esperienza di base nella coltivazione e sa già come maneggiare i principali fattori di crescita della pianta e vuole migliorare ulteriormente la produzione. Per chi è all’inizio e quindi presumibilmente deve mettere a punto ancora una tecnica di base basta applicare una maggior prudenza attenendosi a limiti di sicurezza inferiori.
Uno strumento indispensabile per ottenere dei risultati soddisfacenti è il conducimetro che ci permette di misurare la concentrazione delle soluzioni. Questo strumento, che di solito è abbinato a un pHmetro, unito alla osservazione continua della risposta della pianta (che nella maria è solitamente rapida ed evidente) è sufficiente a evitare possibili problemi. Con esso è possibile controllare molto meglio la concimazione e avere dei riferimenti numerici per le nostre osservazioni qualitative.
Il conducimetro misura indirettamente la concentrazione degli ioni nelle soluzioni acquose. Abbiamo già visto che i sali quandi si sciolgono in acqua si dissociano in ioni che hanno una carica elettrica non essendo più legati alla controparte che li equilibra. L’acqua che quando è pura non conduce che una piccolissima corrente elettrica, per effetto degli ioni in soluzione diventa un buon conduttore e immergendo in essa due elettrodi collegati ad una batteria possiamo rilevare con un amperometro una corrente che scorre tra i due elettrodi. L’entità di tale corrente è direttamente proporzionale alla quantità di ioni presenti in soluzione e quindi in definitiva alla concentrazione della soluzione. Il conducimetro misura tale corrente e la esprime in unità di conduttività (il reciproco della resistenza) elettrica che è il Siemens/cm. In pratica si utilizzano dei sottomultipli, il milliSiemens (mS) e il microSiemens (uS) omettendo per semplicità il denominatore cm.
Un’acqua praticamente pura (distillata) ha una conduttività intorno ai 10-20 uS. Una buona acqua di sorgente ha una EC (ElettroConduttività) intorno ai 100-200uS. E’ considerata ancora sufficientemente buona ai fini della coltivazione un’acqua di acquedotto o di pozzo avente 400uS. Ad essa possiamo aggiungere fertilizzanti fino ad avere 1500-2000uS. Oltre tale limite entriamo in zona problematica, ove possiamo avere dei danni. Usando un buon fertilizzante tale conduttività si raggiunge alla concentrazione di 2-3 grammi/litro.
Un livello di assoluta sicurezza, che corrisponde alla concentrazione media delle soluzioni nutritive usate in idroponica e di 1000-1200 uS.
Occorre tener presente che tale livello si intende per la conducibilità “totale” della soluzione, dovuta oltre alle sostanze nutritive da noi aggiunte anche a quelle già presenti nell’acqua di partenza. E ovvio che se riusciamo a sloggiare i sali già presenti che normalmente non sono utili alla pianta, riusciremo ad avere più posto per le sostanze utili che noi aggiungiamo. Da qui deriva l’indubbia utilità dei depuratori (demineralizzatori, impropriamente detti “filtri”) ad osmosi inversa che rappresentano oggi la migliore e meno costosa tecnologia per la demineralizzazione dell’acqua.
L'intervallo in cui varia la gran maggioranza delle soluzioni nutritive sarà quindi 500 - 1500 uS.
La concentrazione della soluzione deve essere modulata all’interno di questo intervallo in funzione della tecnica di coltivazione e dello stadio fenologico della pianta. La pianta dalla germinazione al raccolto attraversa diversi stadi di sviluppo.
La prima fase è la formazione della piantina a partire dal seme o da una talea. In questo stadio le radici sono primordiali e normalmente ogni concimazione è inutile.
Una volta che le radici prendono possesso del substrato e inizia la distensione delle foglie e la formazione di nuovi tessuti inizia la fase di crescita vegetativa in cui la pianta necessita di dosi via via maggiori di nutrimento, con conseguente aumento graduale della concentrazione di fertilizzante.
Raggiunto un certo livello di crescita vegetativa, la pianta rallenta la formazione di nuovi tessuti e inizia a prepararsi per la fase riproduttiva, che parte effettivamente quando il fotoperiodo diventa favorevole (12 ore di buio).
A questo punto inizia un nuovo tipo di crescita ove la pianta richiede il maggior sostegno nutritivo, e che corrisponde all’inizio della fioritura.
In natura la pianta viene rapidamente impollinata e entra nella fase di formazione dei semi, attività che richiede un grande consumo di nutrienti. In coltivazione la fase di fioritura viene prolungata al massimo evitando ogni impollinazione per ottenere il prodotto finale, la sinsimilla, più ricca di resina e di profumo, e tale fase va sostenuta con concimazioni sopratutto fosfo-potassiche, fino al punto in cui la concimazione viene di nuovo diminuita fino alla sospensione completa una settimana prima del raccolto.
La concentrazione della soluzione viene quindi gradualmente aumentata fino a raggiungere il massimo picco all’inizio della fioritura e quindi mantenuta elevata per il tempo necessario alla formazione dei cannabinoidi psicoattivi, e quindi, più rapidamente, diminuita nelle fasi finali.
Anche la qualità, cioè il tipo e la proporzione di elementi nutritivi cambia durante le varie fasi fenologiche. Approfondiremo questo aspetto più avanti, riprendendo in considerazione anche quanto detto finora.
Anche la tecnica di coltivazione influisce sulla concentrazione. In vaso, con terra cocco e altri substrati viene assorbita solo una parte degli elementi e l'acqua in cui essi sono disciolti viene eliminata per assorbimento ed evaporazione più rapidamente di quanto vengono assorbiti gli elementi chimici.
Questi diventano quindi all'interno del vaso sempre maggiormente concentrati per cui va tenuta in considerazione la quantità precedentemente applicata e vanno previsti periodici lavaggi con acqua pura per ripristinare le condizioni iniziali.
In idro, se si utilizza il ricircolo della soluzione (es. flusso e riflusso o dwc) occorre monitorare costantemente la concentrazione e reintegrare il mancante, oltre che prevedere un completo ricambio periodico. Se la soluzione è a perdere (es aereo), occorre che la soluzione sia sempre alla concentrazione ottimale.
In outdoor bisogna impiegare una parte di concimi a lenta cessione (chimici od organici) e una piccola parte di concimi a pronto effetto quando necessari. Vale anche qui quanto detto per la coltivazione in vaso, tranne che è più difficile dilavare efficacemente per cui occorre maggior prudenza nel dosaggio.
a tutti
E’ abbastanza diffusa una certo timore e una certa diffidenza circa l’uso dei fertilizzanti. Molti sopravvalutano il pericolo che potrebbe derivare da un loro uso scorretto. In realtà basta tenersi entro alcuni limiti di sicurezza e avere un minimo di conoscenze per evitare ogni problema: al massimo non raggiungeremo il massimo potenziale di crescita, ma difficilmente procureremo danni alla pianta.
Certamente l’argomento interessa maggiormente chi ha già un po di esperienza di base nella coltivazione e sa già come maneggiare i principali fattori di crescita della pianta e vuole migliorare ulteriormente la produzione. Per chi è all’inizio e quindi presumibilmente deve mettere a punto ancora una tecnica di base basta applicare una maggior prudenza attenendosi a limiti di sicurezza inferiori.
Uno strumento indispensabile per ottenere dei risultati soddisfacenti è il conducimetro che ci permette di misurare la concentrazione delle soluzioni. Questo strumento, che di solito è abbinato a un pHmetro, unito alla osservazione continua della risposta della pianta (che nella maria è solitamente rapida ed evidente) è sufficiente a evitare possibili problemi. Con esso è possibile controllare molto meglio la concimazione e avere dei riferimenti numerici per le nostre osservazioni qualitative.
Il conducimetro misura indirettamente la concentrazione degli ioni nelle soluzioni acquose. Abbiamo già visto che i sali quandi si sciolgono in acqua si dissociano in ioni che hanno una carica elettrica non essendo più legati alla controparte che li equilibra. L’acqua che quando è pura non conduce che una piccolissima corrente elettrica, per effetto degli ioni in soluzione diventa un buon conduttore e immergendo in essa due elettrodi collegati ad una batteria possiamo rilevare con un amperometro una corrente che scorre tra i due elettrodi. L’entità di tale corrente è direttamente proporzionale alla quantità di ioni presenti in soluzione e quindi in definitiva alla concentrazione della soluzione. Il conducimetro misura tale corrente e la esprime in unità di conduttività (il reciproco della resistenza) elettrica che è il Siemens/cm. In pratica si utilizzano dei sottomultipli, il milliSiemens (mS) e il microSiemens (uS) omettendo per semplicità il denominatore cm.
Un’acqua praticamente pura (distillata) ha una conduttività intorno ai 10-20 uS. Una buona acqua di sorgente ha una EC (ElettroConduttività) intorno ai 100-200uS. E’ considerata ancora sufficientemente buona ai fini della coltivazione un’acqua di acquedotto o di pozzo avente 400uS. Ad essa possiamo aggiungere fertilizzanti fino ad avere 1500-2000uS. Oltre tale limite entriamo in zona problematica, ove possiamo avere dei danni. Usando un buon fertilizzante tale conduttività si raggiunge alla concentrazione di 2-3 grammi/litro.
Un livello di assoluta sicurezza, che corrisponde alla concentrazione media delle soluzioni nutritive usate in idroponica e di 1000-1200 uS.
Occorre tener presente che tale livello si intende per la conducibilità “totale” della soluzione, dovuta oltre alle sostanze nutritive da noi aggiunte anche a quelle già presenti nell’acqua di partenza. E ovvio che se riusciamo a sloggiare i sali già presenti che normalmente non sono utili alla pianta, riusciremo ad avere più posto per le sostanze utili che noi aggiungiamo. Da qui deriva l’indubbia utilità dei depuratori (demineralizzatori, impropriamente detti “filtri”) ad osmosi inversa che rappresentano oggi la migliore e meno costosa tecnologia per la demineralizzazione dell’acqua.
L'intervallo in cui varia la gran maggioranza delle soluzioni nutritive sarà quindi 500 - 1500 uS.
La concentrazione della soluzione deve essere modulata all’interno di questo intervallo in funzione della tecnica di coltivazione e dello stadio fenologico della pianta. La pianta dalla germinazione al raccolto attraversa diversi stadi di sviluppo.
La prima fase è la formazione della piantina a partire dal seme o da una talea. In questo stadio le radici sono primordiali e normalmente ogni concimazione è inutile.
Una volta che le radici prendono possesso del substrato e inizia la distensione delle foglie e la formazione di nuovi tessuti inizia la fase di crescita vegetativa in cui la pianta necessita di dosi via via maggiori di nutrimento, con conseguente aumento graduale della concentrazione di fertilizzante.
Raggiunto un certo livello di crescita vegetativa, la pianta rallenta la formazione di nuovi tessuti e inizia a prepararsi per la fase riproduttiva, che parte effettivamente quando il fotoperiodo diventa favorevole (12 ore di buio).
A questo punto inizia un nuovo tipo di crescita ove la pianta richiede il maggior sostegno nutritivo, e che corrisponde all’inizio della fioritura.
In natura la pianta viene rapidamente impollinata e entra nella fase di formazione dei semi, attività che richiede un grande consumo di nutrienti. In coltivazione la fase di fioritura viene prolungata al massimo evitando ogni impollinazione per ottenere il prodotto finale, la sinsimilla, più ricca di resina e di profumo, e tale fase va sostenuta con concimazioni sopratutto fosfo-potassiche, fino al punto in cui la concimazione viene di nuovo diminuita fino alla sospensione completa una settimana prima del raccolto.
La concentrazione della soluzione viene quindi gradualmente aumentata fino a raggiungere il massimo picco all’inizio della fioritura e quindi mantenuta elevata per il tempo necessario alla formazione dei cannabinoidi psicoattivi, e quindi, più rapidamente, diminuita nelle fasi finali.
Anche la qualità, cioè il tipo e la proporzione di elementi nutritivi cambia durante le varie fasi fenologiche. Approfondiremo questo aspetto più avanti, riprendendo in considerazione anche quanto detto finora.
Anche la tecnica di coltivazione influisce sulla concentrazione. In vaso, con terra cocco e altri substrati viene assorbita solo una parte degli elementi e l'acqua in cui essi sono disciolti viene eliminata per assorbimento ed evaporazione più rapidamente di quanto vengono assorbiti gli elementi chimici.
Questi diventano quindi all'interno del vaso sempre maggiormente concentrati per cui va tenuta in considerazione la quantità precedentemente applicata e vanno previsti periodici lavaggi con acqua pura per ripristinare le condizioni iniziali.
In idro, se si utilizza il ricircolo della soluzione (es. flusso e riflusso o dwc) occorre monitorare costantemente la concentrazione e reintegrare il mancante, oltre che prevedere un completo ricambio periodico. Se la soluzione è a perdere (es aereo), occorre che la soluzione sia sempre alla concentrazione ottimale.
In outdoor bisogna impiegare una parte di concimi a lenta cessione (chimici od organici) e una piccola parte di concimi a pronto effetto quando necessari. Vale anche qui quanto detto per la coltivazione in vaso, tranne che è più difficile dilavare efficacemente per cui occorre maggior prudenza nel dosaggio.
a tutti