B.seed's
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Una volta studiando agronomia mi resi conto che esistono delle interessanti somiglianze fra la cannabis e la vite; esigenze nutritive, fotoperiodo e maturazione dei frutti, sensibilità a determinate malattie (Botrite,ragnetto rosso,lepidotteri!!!) , ruolo della foglia nella maturazione, esigenze nutritive ecc..
voglio mostrarvi una dispensa sull'attività fotosintetica che ho studiato in quinto e anche se è un po troppo scientifica ha al suo interno dei concetti molto utili che spero ci aiutano a capire come funzionano queste benedette piante.
Guardando i grappoli pensate a delle cime buona lettura!!!voglio mostrarvi una dispensa sull'attività fotosintetica che ho studiato in quinto e anche se è un po troppo scientifica ha al suo interno dei concetti molto utili che spero ci aiutano a capire come funzionano queste benedette piante.
La fotosintesi e’ un processo di sintesi che richiede l’apporto di energia fornita dal sole. Di tutta la luce solare, una parte viene assorbita dalla superficie terrestre e trasformata in calore, una parte riflessa sotto forma di luce e solo una piccola quota , viene utilizzata dai vegetali per la fotosintesi. Questo e’ un processo mediante il quale sostanze inorganiche come l’anidride carbonica e l’acqua sono convertite in composti organici sfruttando l’energia solare. I prodotti finali della fotosintesi sono il glucosio e l’ossigeno. La fotosintesi e’ dunque un processo fortemente endoergonico ed e’ tipicamente distinta in due fasi:
- Fase luminosa
- Fase oscura
I pigmenti fotosintetici presenti nelle foglie (clorofille e carotenoidi), hanno il ruolo fondamentale di captare l’energia luminosa utilizzata per arrivare ai prodotti finali della fotosintesi.
Non tutte le lunghezze d'onda della luce sono utili per l’attività fotosintetica, ma solo quelle corrispondenti al PAR (Photosinteticcaly Active Radiation), che va da 400 a 700 nm (nanometri) circa.
Il glucosio, prodotto finale della fotosintesi, assieme all’ossigeno, è unito al fruttosio, in questo modo si forma saccarosio che rappresenta il “carburante” del mondo vegetale.
Unità di misura del tasso fotosintetico (1 µmol co2 m-2 s-1 = 0,63 co2 mg dm-2 h-1).
Spud per misura fotosintetica su foglie singole. Una foglia con una buona efficienza fotosintetica consuma dalle 15 alle 20 µmol m-2 s-1 di co2 atmosferica.
Camere di polietilene per la quantificazione della fotosintesi su piante “intere”.
Si immette aria atmosferica e sia all’entrata che all’uscita si misura la concentrazione di CO2.
La differenza di concentrazione è in relazione alla CO2 utilizzata dalla pianta per fotosintetizzare.
Le foglie apicali hanno una funzionalità fotosintetica maggiore di quelle basali.
La foglia apicale ha maggior efficienza fotosintetica ma la foglia basale ha una superficie maggiore e quindi la resa fotosintetica è simile.
Curva di saturazione luminosa (asintotica, non varia in funzione del clima).
Punto di saturazione luminosa: si colloca tra le 700 e le 1200 µmol m-2 s-1 ed è il valore di intensità di luce oltre il quale la fotosintesi non aumenta più.
Resa quantica: coefficiente angolare della retta tangente alla curva, misura l’efficienza fotosintetica a bassi valori di intensità luminosa.
Intensità di luce incidenti in relazione allo strato fogliare.
Se lo strato esterno riceve 1600 µmol m-2 s-1, il secondo strato, situato inferiormente ne riceve il 10% (160 µmol m-2 s-1), il terzo strato ne riceverà a sua volta il 10% del secondo (16 µmol m-2 s-1) ed è quindi passivo, tuttavia sono da considerare anche altri fattori ai fini dell'efficienza fotosintetica come ad esempio l’inclinazione delle foglie e la distribuzione fogliare.
In caso di irraggiamento solare diretto l’angolo di incidenza dei raggi sulla foglia influenza la resa fotosintetica.
Da come si può vedere con raggi paralleli alla foglia la resa è circa la metà rispetto a raggi perpendicolari incidenti sulla medesima foglia.
Foglia tipo a: erettofila e quindi poco ombreggiata ma quando il sole è allo zenit gran parte della luce colpisce il terreno.
Foglia tipo b: planofila o planogeotropica, questo tipo di foglie si ombreggiano l’una con l’altra anche se intercetta tutta la luce disponibile.
Foglia tipo c: tipologia mista, il miglior tipo, con caratteristiche intermedie tra quelle viste in precedenza, si ha la miglior efficienza fotosintetica a parità di superficie fogliare.
Chioma ristretta: schiacciando le foglie in un volume minore diminuisce la quantità di luce che colpisce gli strati più interni.questo studio ci fa capire come varia la fotosintesi.
Eliminando circa 4 metri quadrati di area fogliare la fotosintesi rimane quasi inalterata perchè le foglie che si asportano sono quelle interne alla chioma, passive ai fini fotosintetici perchè non sono illuminate.
Foglia da luce: cresciuta in luce intercettando intensità luminose anche di 1600 µmol m-2 s-1.
Foglia in ombra: cresciuta in ombra intercettando intensità luminose che non eccedono le 150-200 µmol m-2 s-1.
Il punto di saturazione luminosa nelle foglie da ombra è raggiunto più precocemente rispetto ad una foglia cresciuta in luce e di conseguenza il punto di compensazione è più basso in una foglia da ombra.
Dal punto di vista morfologico la foglia da ombra ha un'area maggiore, è più sottile e scura.
La foglia da ombra tende a cadere perchè ha una fotosintesi ridotta dell'80% rispetto a una foglia da luce, la traspirazione è inferiore del 50% circa, questi deficits la fanno ingiallire prima diminuendone la longevità.
R:fr = 0.40 (aumenta l'emissione nella banda dell'infrarosso) rapporto di assorbimento regione rosso – infrarosso che in una foglia da luce è all'incirca di 1 e che condiziona il metabolismo della pianta; se questo rapporto diventa basso il metabolismo della pianta ne risente e la sintesi di carboidrati diminuisce, aumenta invece la sintesi proteica (amminoacidi).
Anche la traspirazione di una foglia in ombra è inferiore a quella di una foglia cresciuta in luce e la prima ha un apporto di sali minerali, citochinine e sostanze nutritive nettamente inferiore.
L'esposizione continua e prolungata delle foglie a luce e calore determina una diminuzione della loro longevità.
In foglie da luce periodi di ombreggiamento tendono a conservare meglio la capacità fotosintetica perchè la foglia si “consuma” meno.
Esperimenti effettuati per simulare l'effetto di luce intermittente (fluttuante) gravante sulle foglie quando il vento ne determina il movimento.
I settori pieni dei dischi, fatti ruotare sopra la vite, si alternano a quelli vuoti per simulare la fluttuazione delle foglie dovuta al vento. In tutti i dischi luce ed ombra hanno la stessa durata e intensità, ciò che cambia è il tempo di alternanza della luce.
Si sono verificati fenomeni di:
- Isteresi stomatica: lo stoma dopo essere stato al buio ha un tempo di ripresa lungo.
- Inerzia stomatica: lo stoma si chiude se messo in ombra più di 3 secondi . (l'interruzione improvvisa di luce dovuto ad esempio allo spengimento della lampade provoca un rallentemento dell'attività fotosintetica)
Con il disco “e” gli stomi non hanno il tempo di chiudersi la fotosintesi è quasi identica a quella di una foglia in piena luce.