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"coltivare con tawika" dal principiante al novizio; consigli generali.

tawika

the crazy grower
Veteran
riconoscere differenza pianta maschio / femmina

riconoscere differenza pianta maschio / femmina

A chi non è capitato di andare "in palla" appena le nostre piante hanno cominciato a mostrare "le palle", "..e mò..che è..?!?" E' la prima domanda che ci facciamo; a me è capitato, nonostante il forum me lo spiegava tenacemente. Spero che questo 3d aiuti altri a non ripetere i miei errori. Passiamo a qualche foto.
Pianta Femmina
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da quelle "palline" usciranno
questi peletti bianchi (cioè i pistilli) :
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Pianta Maschio
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Nel cerchietto si nota il fiore maschile aperto, ma non ancora "maturo"; nella prossima foto, invece si vede bene come dal fiore escono le "famose" banane
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Alla prossima....:wave:
 

tawika

the crazy grower
Veteran
[FONT=&quot]Piccoli accenni sulla coltivazione.[/FONT]

[FONT=&quot]Sulla coltivazione della nostra amata pianta, è stato scritto di tutto, e di più. Questo scritto, vuole soltanto essere un promemoria, dove troveremo i consigli su come coltivare; teniamo presente che sono “consigli” e non regole da rispettare. La Marijuna è una pianta che appartiene alla specie di “infestante”; cioè cresce senza particolari esigenze, e praticamente ovunque. Nel nostro paese [/FONT][FONT=&quot]la coltivazione di cannabis è Illegale[/FONT][FONT=&quot]quindi [/FONT][FONT=&quot]il primo[/FONT][FONT=&quot] utile, e indispensabile consiglio è tenere tutto [/FONT][FONT=&quot]TOP SECRET; ricorda che più “amici” lo sapranno, più il rischio sarà grande; Il miglior modo di proteggere il raccolto e te stesso è quello di non dire a nessuno che stai coltivando. Il 2° consiglio è che coltivare richiede impegno e costanza, quindi se decidi di cominciare, sappi che per almeno 3-4 mesi sarai impegnato.[/FONT]
[FONT=&quot]Prima di cominciare[/FONT]
[FONT=&quot]La pianta di cannabis, può crescere in modi diversi, [/FONT][FONT=&quot]Out[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]In, Guerilla, Idroponica, quindi prima di cominciare è bene prepararsi prima; se intendiamo fare Out, controlliamo lo spazio, la zona, il luogo dove andremo a coltivare, idem si faremo Guerilla, per l’Indoor prepariamo una lista degli attrezzi necessari, Lampade, ventole, estrattori, vasi ecc. ecc. [/FONT]
[FONT=&quot]Come cominciare.[/FONT]
[FONT=&quot]1à fase[/FONT][FONT=&quot] – Mettete il seme in ammollo in un bicchiere d’acqua; aggiungete 2-3 gocce di acqua ossigenata; 1-2 gocce di radicante; passate circa 12 h mettete il seme tra 2 fogli di carta assorbente [/FONT][FONT=&quot](scottex-carta igenica ecc), mettete al buio a temperatura ambiente. Personalmente uso una scatoletta (tipo porta pasticche) e li appoggio sul router, li tiene al caldo e favorisce la schiusa [/FONT]
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[FONT=&quot]2à fase[/FONT][FONT=&quot] - Normalmente dopo 2-3 giorni, il seme si spacca e esce una “[/FONT][FONT=&quot]radichetta[/FONT][FONT=&quot]”; a questo punto, con delicatezza, prendete il seme con delle pinzette, e mettetelo nel vaso [/FONT][FONT=&quot](jiffi, cubo di roccia ecc) a circa mezzo cm di profondità, ricoprite il seme,[/FONT]
[FONT=&quot]
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[/FONT]

[FONT=&quot] e coprite con un bicchiere bucherellato così da avere un ricircolo di aria di plastica.
[/FONT]

[FONT=&quot]
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[/FONT]

[FONT=&quot]ma potete usare anche bottiglie di plastica o piccole serre[/FONT]
[FONT=&quot] Mettetelo sotto una lampada di almeno 35w per un ciclo di 20 ore di luce e 4 di buio.[/FONT]
[FONT=&quot]3à fase[/FONT][FONT=&quot] – Quando uscirà il germoglio, mettelo sotto luce diretta se in Growbox, altrimenti dietro il vetro di una finestra; tenete umido [/FONT][FONT=&quot]non bagnato il sub, meglio usare uno spruzzino e dirigere l’acqua intorno al germoglio non sopra.
In questa fase, fate attenzione, è la fase più delicata.[/FONT]

[FONT=&quot]4à fase[/FONT][FONT=&quot] - Passate le prime 2 settimane, il germoglio diventa una “vera piccola” pianta; potete travasarla in un vaso più grande, con un terriccio prefertilizzato.[/FONT]
[FONT=&quot]alcuni suggerimenti su come effettuare un travaso li trovate qui https://www.icmag.com/ic/showpost.php?p=7456183&postcount=15 [/FONT]
[FONT=&quot]
5à fase [/FONT]
[FONT=&quot]- Dopo alcune settimane, [/FONT][FONT=&quot]dipende da strain genetica la pianta passerà dalla vegetativa alla fioritura, durante questo passaggio, chiamato Pre-fioritura, è possibile capire il sesso della pianta; le piante Femminili, sviluppano i pistilli (i peletti bianchi che escono dalle ghiandole agli internodi dei rami); mentre le piante Maschili sviluppano delle “palle”.[/FONT]
[FONT=&quot]pianta maschio[/FONT]
[FONT=&quot]
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[/FONT]

[FONT=&quot]pianta femmina[/FONT]
[FONT=&quot]
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[/FONT]

[FONT=&quot]Se volete dell’Erba migliore, consiglio di rimuovere tutte le piante maschio.[/FONT]
[FONT=&quot]Cannabis Outddor[/FONT]
[FONT=&quot]Quando la pianta è diventata abbastanza grande, intorno ai 20cm di altezza, può essere messa all’aperto, in vaso, o terra piena; in sud-europa, questo può avvenire a metà marzo; anche[/FONT][FONT=&quot]la prima settimana di giugno è buona come periodo la pianta avrà modo di completare la crescita in minor tempo, ottenendo cmq un buon raccolto. Dopo il solstizio d’estate i giorni iniziano ad accorciarsi, questo stimola le piante alla fioritura e senza raggiungere un’altezza.[/FONT][FONT=&quot] In Out, la crescita della pianta, è subordinata alla quantità di luce solare, pioggia, vento, umidità; è bene dedicare alla pianta tutto ciò di cui avrà bisogno, acqua e nutrienti.[/FONT]
[FONT=&quot]Cannabis Indoor[/FONT]
[FONT=&quot]Coltivare Indoor, è diventato un business, questo non toglie che anche indoor la qualità è nettamente superiore a ciò che si trova “in strada”. Il cultivo in grow.box richiede attenzione e apparecchiature; lampade al sodio, cfl, led ventole, estrattori, elettricità, ecc. ecc. Sembra difficile, ma una volta messi a punto tutti i parametri, i nostri sforzi saranno premiati. [/FONT]
[FONT=&quot]In Indoor, i valori ottimali durante le prime settimane sono: [/FONT][FONT=&quot]Temperatura minima[/FONT][FONT=&quot] tra i [/FONT][FONT=&quot]20-18°C [/FONT][FONT=&quot]Temperatura massima [/FONT][FONT=&quot]tra i 24-27°C; [/FONT][FONT=&quot]Umidità tra il 70 e 85%; passate le settimane di vegetativa diciamo 5-6 settimane l’Ur può anche essere più bassa, diciamo intorno al 50-60%.[/FONT]
[FONT=&quot]Fertilizzanti[/FONT][FONT=&quot] La cannabis, riesce ad assorbire meglio i nutrienti quando il ph del terriccio è tra il 5,8 e il 6,2.[/FONT]
[FONT=&quot]Teniamo presente che durante le varie fasi di crescita e sviluppo della pianta, il bisogno di nutrienti cambia. Durante la fase vegetativa, la pianta avrà bisogno di un fertilizzante ricco di azoto; mentre nella fase di fioritura, ha bisogno di più potassio. Ma la pianta non ha bisogno solo di [/FONT][FONT=&quot]azoto (N)fosforo (P)potassio (K) ma anche di magnesio (Mg) calcio (ca), molti usano anche radicanti, enzimi, lieviti, funghi, micorizzie; utili alla pianta perché aiutano l’apparato radicale, producono ossigeno per le radici, e questo rende la pianta più forte e produttiva.[/FONT]
[FONT=&quot]Raccolto[/FONT]
[FONT=&quot]Quando e come raccogliere? In teoria si dovrebbe raccogliere quando i fiori sono maturi, tenendo presente che troppo presto può portare a uh effetto meno stonante, e troppo tardi potrebbe essere cominciato il degradamento della resina. Ci sono molti metodi per sapere quando è il momento giusto di tagliare e cominciare la raccolta. [/FONT]
[FONT=&quot]Vediamo alcuni suggerimenti. [/FONT]
[FONT=&quot]1 - raccogliere quando le ghiandole di resina si sono gonfiate fino alla loro massima dimensione[/FONT]
[FONT=&quot]2 - guardare se le cime si stanno ancora ingrossando con una nuova produzione[/FONT]
[FONT=&quot]3 – raccogliere quando i peletti (gli stimmi) cambiano colore; da bianco diventato arancioni-marroni[/FONT]
[FONT=&quot]Come raccogliere[/FONT]
[FONT=&quot]Anche in questo caso i pareri sono molteplici, e i metodi decine; vediamone qualcuno.[/FONT]
[FONT=&quot]Dopo aver tagliato la pianta, togliere le foglie più grandi ([/FONT][FONT=&quot]le prendisole) e quelle rovinate, scolorite ecc. Mettere la pianta a testa in giù in un luogo fresco, buio, ventilato e con poca umidità. Dopo un paio di settimane (20 giorni circa) togliamo tutte le altre foglie, lasciando solo le cime; rimettere i rami con le cime a testa in giù nello stesso posto; aspettiamo finchè i rametti non sono completamente secchi, e se spezzati faranno un rumore tipo Crack.[/FONT]
[FONT=&quot] A questo punto, togliamo le cime e cominciamo la secca vera e propria. Riprenderemo l'argomento nei prossimi post.

[/FONT]
 
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Dungle

Active member
Ciao Tawi. Parlo della mia personale esperienza. Ho usato l'olio di Neem nel mio primo ciclo in assoluto. Quello che ho usato io è quello della Plagron,marroncino che diluivo con acqua tiepida e scaglie di sapone di marsiglia. Assolutamente biologico e non tossico per l'uomo e gli animali ma sinceramente non ho notato notevoli benefici per le piante se non alternandolo ad altri antiparassitari,soprattutto quelli fatti in casa come il macerato d'ortica secondo me molto più efficace e naturale. Col neem è facile ritrovarsi con delle bruciature sulle foglie. Anche dando metà della dose consigliata e dopo il tramonto,mi sono ritrovato con parecchie punte bruciate e foglie con macchie marroni tipiche da bruciatura! Secondo me il neem ,considerato dalla maggior parte dei growers,un prodotto fenomenale per gran parte dei parassiti,non è il massimo ma è solo la mia opinione! Per di più,ho come l'impressione che la patina che lascia sulle foglie,rendendole quasi plastificate,non lasci traspirare le foglie stesse ostacolando per qualche giorno la fotosintesi e di conseguenza la crescita naturale della pianta. Questa è la mia esperienza con l'olio di neem e di conseguenza è solo il mio parere.:tiphat:

concordo con quanto dici... personalmente mi è capitato questo
[URL=https://www.icmag.com/ic/picture.php?albumid=65848&pictureid=1592743&thumb=1]View Image[/URL] ma è colpa mia xkè appoggiato la pipetta "sporca" di Neem puro sulla foglia
c'era un ragnetto rosso.
Il tread l'ho fatto più che altro x imformazione; è ancora in allestimento, vorrei aggiungervi altri anti-parassitari naturali, metodi di coltivazione "lunare" ecc.
Grazie dell'intervento !

Ciao carissimi! Già che si parla di neem esporrò anche la mia esperienza dopo l'uso per vedere se la regola del 3 è confermata... ho dato l'olio (non eccessivamente) diluito sulle foglie e sulla terra, vedremo se avrà problemi di traspirazione o bruciature... scusa tawi per l'ot!
 

tawika

the crazy grower
Veteran
VAPORIZZAZIONE fumare senza nicotina

VAPORIZZAZIONE fumare senza nicotina

[FONT=&quot]Vaporizzare la Marja[/FONT]
[FONT=&quot]Esistono diversi metodi di usare la cannabis, a tutt’oggi sembra che, [/FONT][FONT=&quot]uno dei modi più puliti e divertenti è la [/FONT][FONT=&quot]vaporizzazione[/FONT][FONT=&quot]. La vaporizzazione consiste nel fumare marijuana senza bruciarla, ma cmq di portare praticamente a ebollizione i cannabinoidi, che una volta evaporati, lasceranno come residui solo fibre. Il classico “spinello”, una volta acceso, produce un fumo con circa il 10% di cannabinoidi e il restante sono prodotti della combustione stessa quindi scorie nocive; invece nella “classica” nuvola di vapore, ci sono circa l’90% di cannabinoidi; questa tecnica, ci permetterà di assaporare meglio e bene la nostra ganja. Ma quali sono le Temperature adatte per la vaporizzazione?[/FONT][FONT=&quot] Bisogna tenere a mente che la marijuana inizia la [/FONT][FONT=&quot]combustione[/FONT][FONT=&quot] a una temperatura [/FONT][FONT=&quot]tra i 220 e i 240°C[/FONT][FONT=&quot]; esiste un limite tra Temp minime e Temp. massime in cui i componenti dei cannabinoidi ([/FONT][FONT=&quot]Flavoinoidi[/FONT][FONT=&quot]; [/FONT][FONT=&quot]Terpenoidi[/FONT][FONT=&quot] ecc) vengono assunti; una [/FONT][FONT=&quot]temperatura[/FONT][FONT=&quot] compresa [/FONT][FONT=&quot]tra i 180° e i 210°C è ottima[/FONT][FONT=&quot]; c’è da dire però che una Temp di 185°C, vengono vaporizzati un’ampia quantità di effetti psicoattivi; in pratica con una Temp. [/FONT][FONT=&quot]Sotto i 190°C[/FONT][FONT=&quot] avremo un [/FONT][FONT=&quot]effetto “cerebrale” (buzz-high)[/FONT][FONT=&quot], mentre con [/FONT][FONT=&quot]Temp.superiori a[/FONT][FONT=&quot] i 220°C avremo [/FONT][FONT=&quot]un effetto più corporeo (body-high).[/FONT][FONT=&quot] Con l’esperienza troveremo le temp. più adatte a noi.[/FONT]
[FONT=&quot]Le Temperature “ perfette”[/FONT]
[FONT=&quot]Cannabinoidi[/FONT]
[FONT=&quot]effetti e temperature[/FONT]
[FONT=&quot]THC – 157°C[/FONT][FONT=&quot]
Il cannabinoide più famoso. Produce [/FONT]
[FONT=&quot]effetti[/FONT][FONT=&quot] sia [/FONT][FONT=&quot]euforici[/FONT][FONT=&quot] che [/FONT][FONT=&quot]analgesici[/FONT][FONT=&quot] ed induce una grande sensazione di [/FONT][FONT=&quot]rilassamento[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]CBD – 160/180°C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Il cannabinoide più [/FONT][FONT=&quot]adatto ad un uso terapeutico[/FONT][FONT=&quot], grazie alle numerose applicazioni mediche che ne possono derivare. In parte contrasta gli effetti del THC, è efficace nel [/FONT][FONT=&quot]trattamento di[/FONT][FONT=&quot] sentimenti quali [/FONT][FONT=&quot]ansia[/FONT][FONT=&quot] e [/FONT][FONT=&quot]paranoia[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]Delta-8-THC – 175/178 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]molto simile al THC, ma più stabile e meno psicoattivo.
[/FONT]

[FONT=&quot]proprietà antiemetiche[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]CBN – 185 °C[/FONT][FONT=&quot]
Di norma è in ridotte quantità, ha cmq un effetto che si sente. Contrasta il THC ed ha [/FONT]
[FONT=&quot]effetto sedativo[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]CBC – 220 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]proprietà [/FONT][FONT=&quot]antinfiammatorie[/FONT][FONT=&quot] e [/FONT][FONT=&quot]antimicotiche[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]THCV – 220 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Il THCV ha effetti psicoattivi simili al THC, ma più leggeri; ulteriori ricerche in corso
[/FONT]

[FONT=&quot]Combustione[/FONT][FONT=&quot]: L’erba essiccata può iniziare la combustione intorno ai 200°C. La temperatura massima che può raggiungere l’erba prima di ardere è intorno ai 230°C, a seconda del suo tasso di umidità.[/FONT]
[FONT=&quot]flavonoidi[/FONT]
[FONT=&quot]Insieme ai terpenoidi, i flavonoidi sono meno conosciuti dei rinomati cannabinoidi. I flavonoidi rappresentano una vasta classe di pigmenti vegetali, a volte indicati come [/FONT][FONT=&quot]Vitamina P[/FONT][FONT=&quot]. I terpenoidi e i flavonoidi sono in parte responsabili dell’aspetto, del sapore e dell’odore di una particolare varietà. Ci sono, inoltre, tutta una serie di benefici secondari per la salute. [/FONT]
[FONT=&quot]effetti e temperature[/FONT]
[FONT=&quot]Beta-sitosterolo – 134 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]antinfiammatorio[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]Apigenina – 178 °C[/FONT]
[FONT=&quot]ansiolitico e antinfiammatorio.[/FONT]
[FONT=&quot]Cannaflavina A – 182 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Si tratta di un flavonoide inibitore COX.[/FONT]
[FONT=&quot]Quercetina – 250 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]La Quercetina è un flavonoide [/FONT][FONT=&quot]antiossidante e antivirale.[/FONT]
[FONT=&quot]terpenoidi[/FONT]
[FONT=&quot]I terpenoidi sono legati ai terpeni e si trovano in diverse piante; danno alla pianta la qualità unica del suo aroma. Il profumo di cannella, chiodi di garofano e mentolo sono esempi di terponoidi famosi. Un altro esempio è [/FONT][FONT=&quot]la Salvinorina A[/FONT][FONT=&quot] la componente psichedelica naturale più forte e famosa,[/FONT][FONT=&quot] è un terpenoide.[/FONT]
[FONT=&quot]Effetti e Temperature [/FONT]
[FONT=&quot]Beta-caryophyllene – 199 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Considerato un [/FONT][FONT=&quot]antinfiammatorio e antimalaria[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]Alpha-terpinolo – 156 °C[/FONT][FONT=&quot]
è un [/FONT]
[FONT=&quot]antiossidante, sedativo, antibiotico [/FONT][FONT=&quot]e[/FONT][FONT=&quot] antimalarico[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]Beta-myrcene – 166- 168 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]analgesico[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]antibiotico[/FONT][FONT=&quot] e [/FONT][FONT=&quot]antinfiammatorio[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]Delta-3-carene – 168 °C[/FONT]
[FONT=&quot] antinfiammatorio[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]1,8-cineole – 176 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Favorisce[/FONT][FONT=&quot]la circolazione del sangue[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]stimolante[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]antivirale[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]antinfiammatorio[/FONT][FONT=&quot] e [/FONT][FONT=&quot]antibiotico[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]D-limonene – 177 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Il D-limonene è presente nella Cannabis naturalmente. E`un [/FONT][FONT=&quot]antimutageno[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]antidepressivo[/FONT][FONT=&quot] e [/FONT][FONT=&quot]rafforza il sistema immunitario[/FONT]
[FONT=&quot]P-cymene – 177 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]antibiotico[/FONT][FONT=&quot] e [/FONT][FONT=&quot]anticandidosi[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]Linalolo – 198 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]antidepressivo[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]sedativo[/FONT][FONT=&quot] e [/FONT][FONT=&quot]rafforza il sistema immunitario[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]Terpinolo-4-ol – 209 °C[/FONT][FONT=&quot]
Si tratta di un [/FONT]
[FONT=&quot]antibiotico[/FONT][FONT=&quot] e di un[/FONT][FONT=&quot] inibitore AChE[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]Borneolo – 210 °C[/FONT][FONT=&quot]
antibiotico.[/FONT]

[FONT=&quot]Alpha-terpineolo – 217 °C[/FONT]
[FONT=&quot]sedativo[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]antibiotico[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]antiossidante[/FONT][FONT=&quot] ed [/FONT][FONT=&quot]inibitore AChE[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]Pulegone – 224 °C[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]sedativo[/FONT][FONT=&quot] e [/FONT][FONT=&quot]stimolatore della memoria[/FONT][FONT=&quot].


Qui https://www.icmag.com/ic/showpost.php?p=7544892&postcount=249
https://www.icmag.com/ic/showpost.php?p=7544899&postcount=250
https://www.icmag.com/ic/showpost.php?p=7544924&postcount=251
c'è qualche suggerimento su come fare 'Olio per E-cigarettes
[/FONT]




[FONT=&quot]
[/FONT]
 
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tawika

the crazy grower
Veteran
La PACCIAMATURA

La PACCIAMATURA

[FONT=&quot]Nelle “nostre” coltivazioni, un'altra delle tecniche usate è
[/FONT]

[FONT=&quot]La Pacciamatura [/FONT][FONT=&quot]cos'è... quando e come farla[/FONT]
[FONT=&quot]Questa tecnica permette di impedire la crescita di erbacce, di mantenere l’umidità nel terriccio, di evitare che il terriccio si secchi o compatti troppo formando “una crosta”, aumenta la temperatura nel terriccio, di proteggere le radici superficiali dal freddo invernale e dal caldo estivo, di diminuire l’irrigazione. Con la pacciamatura, in pratica, si copia ciò che avviene in natura, dove ai piedi degli alberi si depositano foglie secce, pezzi di corteccia, rametti ecc. formando appunto una specie di letto, che impedisce la penetrazione dei raggi solari, quindi la crescita di erbe infestanti. Un altro dei vantaggi della pacciamatura è quello di avere una radicazione più sviluppata, più fitta, e questo ci permetterà di avere piante più forti. Con la pacciamatura, si consiglia un sistema di irrigazione a goccia, ma non è strettamente necessario, con il materiale adatto si può tranquillamente irrigare con i metodi classici tubo, brocca, innaffiatoio, ecc. ecc. La pacciamatura, è indicata per: melanzane, fragole, zucchine, pomodori, peperoni, in pratica per tutte le verdure che vengono messe a dimora con il travaso delle piantine; mentre è un po’ più complicato per le verdure da seme, cioè che si seminano in piena terra.[/FONT]
[FONT=&quot]Quali materiali usare [/FONT]
[FONT=&quot]I materiali da usare dipendono molto dal clima della zona; cioè in località dove è facile avere vento, si eviterà di impiegare fogliame o paglia e in località calde si eviterà di usare del materiale riscaldante. In commercio si trovano materiale biodegradabili [/FONT][FONT=&quot]teli di amido di mais oppure non biodegradabili teli in polipropilene, in entrambi i casi possono avere fori o meno.[/FONT]
[FONT=&quot]Vediamo i vari materiali che si possono usare per una buona pacciamatura:[/FONT]
[FONT=&quot]Teli in polipropilene – in amido di mais – paglia – foglie secche – erba sfalciata – corteccia [/FONT][FONT=&quot]meglio in pezzetti – cartone – TnT tessuto non tessuto – ghiaia – juta – pomice lapillo vulcanico – [/FONT]
[FONT=&quot]Svantaggi[/FONT]
[FONT=&quot]In teoria non esistono svantaggi nel pacciamare, diciamo piuttosto che esistono dei rischi; per esempio irrigare troppo e frequentemente, potrebbe far marcire le radici superficiali, in quanto “sotto” la pacciamatura la presenza di ossigeno è minore; inoltre il tronco [/FONT][FONT=&quot]fusto della pianta, di origine fibrosa in presenza e a contatto con pacciame troppo umido potrebbe marcire. Un altro rischio, ma possiamo chiamarlo inconveniente, è quello che con la pacciamatura si crea un ambiente adattissimo alla proliferazione delle zanzare [/FONT][FONT=&quot]tra cui quella tigre[/FONT][FONT=&quot], che non solo sviluppa nei ristagni d’acqua, ma anche in presenza di umidità, ombra, in pratica nella vegetazione del sottobosco. Nella nostra coltivazione specialmente nei vasi, [/FONT][FONT=&quot]ma anche in piena terra possiamo inserire dei pezzi di rame, che ossidandosi allontaneranno le zanzare e impediranno la formazione di larve.
[FONT=&quot]
***** ***** *****

[/FONT]
[/FONT]
[FONT=&quot] Dopo aver parlato della pacciamatura, [FONT=&quot]parliamo del terriccio, [/FONT][FONT=&quot]in generale[/FONT][FONT=&quot], dei [FONT=&quot]componenti [FONT=&quot]e delle loro funzioni.

[/FONT][/FONT][/FONT]
[/FONT]
[FONT=&quot]Terriccio[/FONT][FONT=&quot] componenti vari [/FONT][FONT=&quot]* [/FONT][FONT=&quot]si ringrazia ideegreen – giardinoQuadrato per le fonti[/FONT]

[FONT=&quot]Le radici delle piante hanno un bisogno continuo di ossigeno; avere un ricircolo di aria nel terriccio [/FONT][FONT=&quot]soprattutto se è bagnato è molto importante.[/FONT][FONT=&quot] Al tempo stesso, le radici rilasciano nel sottosuolo anidride carbonica, che deve ”evaporare” dal substrato attraverso i normali pori del terriccio[/FONT]. [FONT=&quot]Quindi un buon terriccio deve essere poroso per permettere questo scambio e trattenere l’acqua in modo da soddisfare le esigenze della pianta. In commercio, si trovano terricci per tutti i tipi di piante, più o meno pronti all’uso; alcuni sono naturali altri sono prodotti di sintesi, altri ancora sono “universali”; [/FONT][FONT=&quot]ma è così difficile e complicato farsi un terriccio da soli ?[/FONT][FONT=&quot] In teoria non è così difficile; dobbiamo miscelare gli ingredienti base, secondo la pianta che andiamo a coltivare.[/FONT]
[FONT=&quot]Ecco cosa ci serve:[/FONT]
[FONT=&quot]Terra da giardino[/FONT][FONT=&quot]. La terra da giardino, facile da procurare, è sicuramente il punto di partenza per la preparazione del terriccio per i vasi e può costituire di per sé il substrato naturale di molte specie. Però va esaminata con cura: una buona terra da giardino da usare nei vasi non deve contenere sassi o pezzi di radici (mondatela prima dell’uso) e dovrebbe essere costituita da: 50% circa di sabbia, 25-30% circa di limo (vedi torba), 15-20% di argilla, 10-15% di sostanza organica decomposta. Se questi elementi non sono bilanciati nella terra che avete a disposizione o se la pianta che andrà nel vaso ha altre preferenze, potete provvedere da soli alle correzioni necessarie.[/FONT]
[FONT=&quot]Torba[/FONT][FONT=&quot].[/FONT][FONT=&quot] Se il terriccio è troppo duro, aggiungere torba può renderlo più soffice, in particolarepiù per la semina e l’impianto delle talee. Tenete presente inoltre, che diverse piante richiedono la presenza di torba nel terriccio, in maggiori[/FONT][FONT=&quot] quantità [/FONT][FONT=&quot] rispetto a quelle che possono esserci già nella terra da giardino; quindi potrebbe essere necessario aggiungerla. La torba comprende anche il limo, che di fatto è una torba sedimentaria, e in commercio è classificata in base al colore e al grado di macinatura che ne determina la struttura. Le torbe più adatte per le piante in vaso sono quelle bionde a grana grossa che consentono un buon passaggio dell’aria e una discreta ritenzione dell’acqua. Le torbe scure, sono meno adatte nei vasi, possono essere miscelate con sabbia e perlite.[/FONT]
[FONT=&quot]Argilla cotta[/FONT][FONT=&quot]. Al contrario della torba, l’argilla cotta serve per dare consistenza a terricci troppo leggeri. L’argilla cotta (diversa dall’argilla espansa) aumenta la compattezza del terriccio assieme alla capacità di trattenere l’acqua.[/FONT]
[FONT=&quot]Terriccio di foglie[/FONT][FONT=&quot]. È una composizione che ci si può preparare da soli in una cassetta sul balcone o sul terrazzo mescolando terra e foglie di alcuni alberi, in particolare faggio e pino. Può essere usato da solo o mescolato a torba per le piante che vogliono un terriccio soffice e ricco di sostanze nutritive, oppure per ammendare una terra da giardino troppo magra. Il terriccio di aghi di pino è adatto alle piante acidofile, meglio però evitare gli aghi di Picea e Abies perché contengono troppa resina. Attenzione però: raccogliere foglie nei boschi è vietato dalla legge.[/FONT]
[FONT=&quot]Corteccia[/FONT][FONT=&quot]. La si trova in commercio ed è bene che sia trattata per eliminare le sostanze resinose. Si usa per migliorare l’assorbimento dell’acqua e il passaggio dell’aria, ha buone capacità di trattenere l’umidità e di solito si usa per correggere la torba.[/FONT]
[FONT=&quot]Sabbia[/FONT][FONT=&quot].[/FONT][FONT=&quot] Si usa per correggere la torba o altri materiali organici in modo da rendere il terriccio più drenante, ma può essere usata anche da sola per la messa a dimora di talee con l’aggiunta di concime. La sabbia più adatta è quella fine di fiume, di colore grigio chiaro senza ghiaia.[/FONT]
[FONT=&quot]Compost[/FONT][FONT=&quot].[/FONT][FONT=&quot] È il fertilizzante ottenuto dalla decomposizione naturale delle sostanze organiche tramite l’azione combinata di ossigeno e batteri. Si usa per ingrassare il terriccio e mettere subito a disposizione delle piante gli elementi nutrivi di cui hanno bisogno, e che poi potranno essere solo integrati con la concimazione. Il compost può essere acquistato in sacchetti (leggete bene la composizione sull’etichetta) ma ce lo si può anche fare da soli con il compostaggio domestico[/FONT]
[FONT=&quot]Perlite e vermiculite[/FONT][FONT=&quot].[/FONT][FONT=&quot] Sono materiali inorganici che si ottengono da alcune rocce. Servono per dare al terriccio maggior sofficità, permeabilità ed aerazione soprattutto per la semina e la radicazione.[/FONT]
[FONT=&quot]Prima di usare il nostro terriccio, ricordiamo di misurare il ph del terriccio; [/FONT][FONT=&quot]quasi[/FONT][FONT=&quot] tutte le piante, per assimilare i nutrienti al meglio, devono avere un terriccio con il [/FONT][FONT=&quot]ph[/FONT][FONT=&quot] tra [/FONT][FONT=&quot]il 5,8 [/FONT][FONT=&quot]e il[/FONT][FONT=&quot] 6,7.[/FONT]
[FONT=&quot]La PERLITE[/FONT][FONT=&quot] e altri materiali [/FONT]
[FONT=&quot]La perlite è una particolare roccia vulcanica effusiva, dal colore bianco- grigio, ha un diametro compreso tra i 2 e i 5 millimetri, è capace di assorbire dal 17% al 38% di acqua rispetto al suo volume, e rilasciarla lentamente nel terreno, rendendolo umido, areato, e fresco, La perlite viene usata per dare al terriccio (substrato) quelle caratteristiche necessarie a far crescere meglio le nostre piante. Viene usata anche nel taleaggio e nella germinazione.[/FONT]
[FONT=&quot]Con la perlite date le sue ridotte dimensioni si possono facilmente realizzare substrati per piccoli vasi, ciò non toglie però che è possibile usarla anche per vasi di medie e grandi dimensioni. [/FONT]
[FONT=&quot]La Pomice[/FONT][FONT=&quot]La pomice è una roccia silicea vulcanica; viene usata in agricoltura e idroponica.[/FONT]
[FONT=&quot]Simile alla perlite, con la differenza che la perlite trattiene l’acqua e i nutrienti solo in superficie mentre la pomice trattiene l’acqua al suo interno ed è più durevole della perlite. Non produce calore, e questo fa si che, insetti, parassiti, funghi non trovano un habitat adatto, inoltre la sua superficie ruvida non attira lumache. La pomice viene usata per il radicamento, la pacciamatura, la germinazione, e il miglioramento del terreno. Quindi la pomice allenta i terricci pesanti, permette ad aria e acqua diffusione, trattiene umidità, ha un Ph neutro, non si decompone e non attira ospiti indesiderati.[/FONT]
[FONT=&quot]L’Argilla espansa[/FONT][FONT=&quot]L’argilla espansa si ottiene mediante un sistema di macinazione e cottura ad altissima temperatura di diversi tipi di argilla, che una volta raffreddate diventano di estrema leggerezza e porosità ciò permette alle “palline” di trattenere l’acqua.[/FONT]
[FONT=&quot]L' Argilla espansa è ideale per un mix con altri terricci, per ottimizzare l'areazione del suolo e favorire il drenaggio, essendo materiale inerte, l’argilla [/FONT][FONT=&quot]come la perlite o la pomice[/FONT][FONT=&quot], non contiene né macroelementi come Azoto-Fosforo-Potassio, né microelementi; per questo può essere usata senza rischi di alterazione di Ph o nutrienti; inoltre è completamente riciclabile. [/FONT][FONT=&quot]Non scambiate l’argilla espansa con l’argilla per costruzioni[/FONT][FONT=&quot]; quest’ultima non ha le caratteristiche idonee e può danneggiare la coltivazione.[/FONT]
 

tawika

the crazy grower
Veteran
[FONT=&quot]Come accennato nei post precedenti ecco alcuni "piccoli" consigli su [/FONT][FONT=&quot]

" Secca & Concia
[/FONT]
"

[FONT=&quot]Preparare la pianta al taglio-raccolto[/FONT]
[FONT=&quot]Quando mancheranno circa 7-10 giorni al raccolto, smettete di dare fertilizzanti e/o antiparassitari alla pianta; 2 giorni prima del taglio, smettete anche di irrigare, in modo da velocizzare l’essiccazione e diminuire il rischio di muffa durante l’essiccamento. Alcuni growers’, consigliano di tenere al buio la pianta durante gli ultimi due giorni, in modo da formare più resina e migliorarne la qualità;[/FONT][FONT=&quot] seccare e stagionare è importante quanto coltivare bene[/FONT][FONT=&quot].[/FONT][FONT=&quot] Quando si taglia una pianta solo la metà del lavoro è stata fatta.[/FONT]
[FONT=&quot]Come Tagliare[/FONT][FONT=&quot]
Esistono diversi metodi di taglio. I growers’ “grossisti”, cioè chi coltiva cannabis per scopi commerciali, spesso tagliano solamente le cime, e iniziano a seccarle direttamente. In questo modo però non avranno il meglio dalla pianta di marijuana, anzi, un raccolto/taglio veloce, riduce la qualità della cannabis, soprattutto in odore e sapore. Il meglio, lo ottenete con la calma, quindi procedete come segue: tagliate la pianta appena pochi centimetri al di sopra del terreno; poi togliete le foglie grandi, facendo attenzione anche a rimuovere lo stelo. Le foglie tolgono energia alla pianta, e quindi anche al fiore, oppure rimuovete tutte le foglie, anche le più piccole e quelle attaccate alle cime (potete riutilizzare “lo scarto” facendo estrazioni ) quindi mettete le piante a testa in giù, in una stanza adatta per l’essiccamento della marijuana.[/FONT]
[FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Essiccamento dell’erba[/FONT]
[FONT=&quot]Con questo procedimento, l’odore e il sapore guadagnano un tocco finale, e noi otteremo un’erba saporita, gustosa, completamente diversa da una normale erba da strada. Molti coltivatori, specialmente “i grossisti”, usano la via più facile e soprattutto veloce, per avere nuovamente lo spazio disponibile per seccare altra marijuana. Quindi, tagliano direttamente le cime e le mettono a seccare in una stanza con un’umidità molto bassa e con una temperatura alta. In questo modo purtroppo, l’erba non ha il tempo di trasformare le ultime sostanze nutritive in resina, sapore e odore.[/FONT] [FONT=&quot]La cosa migliore da fare è poi appendere le piante di marijuana che non hanno più le foglie, in fila a testa in giù, facendo attenzione che non si tocchino l’una con l’altra, altrimenti rischiate che la muffa vi rovini tutto il raccolto proprio all’ultimo momento. Nel locale dove si effettuerà la secca, avremo bisogno di buona ventilazione, di Umidità intorno al 60% e Temp. di circa 20°C, inoltre deve essere buio; in questo modo tutta la ninfa si riverserà sui fiori, facendo diventare l’erba, un’ottima erba. Facendo attenzione ai parametri e usando le condizioni giuste, la nostra erba sarà secca e pronta per la successiva concia, dopo appena due settimane.[/FONT]
[FONT=&quot]La Concia[/FONT]

[FONT=&quot]Se la secca è importante, la concia è fondamentale per sapore, odore ed effetto. In pratica la concia serve per [/FONT][FONT=&quot]eliminare l’umidità contenuta nelle cime[/FONT][FONT=&quot], ma al tempo stesso è importante non farla seccare troppo, [/FONT][FONT=&quot]lasciare[/FONT][FONT=&quot] una minima percentuale di umidità,[/FONT][FONT=&quot] p[/FONT][FONT=&quot]ermette di conservarla più a lungo. Un’erba troppo secca, graffia la gola e provoca tosse, avremo il palato secco, influirà sul sapore; inoltre, una cima troppo secca, si farà in polvere quando la dovremo triturare. Mentre, una cima secca e stagionata al punto giusto si[/FONT][FONT=&quot]gonfia e sviluppa una struttura più spugnosa[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]Per ottenere la giusta, ideale umidità all’interno delle cime, si consiglia l’uso di barattoli di vetro, a chiusura ermetica. Quando le chiuderemo nei barattoli di vetro, noteremo che le cime tornano a essere morbide e umide, perchè sono secche solo all’esterno; Per arrivare a ottenere la giusta umidità, apriamo 2-3 volte al giorno, per alcuni minuti, i barattoli, ([/FONT][FONT=&quot]ricordate di tenerli al buio[/FONT][FONT=&quot]), dobbiamo ripetere questo apri/chiudi, finchè quando apriamo, non sentiremo il classico buono odore di marijuana, per almeno un periodo di 10-15 giorni.[/FONT]

[FONT=&quot]* personalmente quando inizio l’imbarattolamento (compreso l’apri/chiudi) faccio in questo modo: apro il barattolo e svuoto le cime su un tavolo, mischiandole tra loro, in questo modo la concia è più omogenea, e le cime non restano appiccicate tra loro. Altra cosa, il periodo di tempo, che le cime stanno fuori dal barattolo, diminuisce andando avanti con la concia; cioè i primi 2-3 giorni svuoto il barattolo e tengo le cime fuori per 15 minuti 4 volte al giorno; per poi passare a 10 minuti 4 volte al giorno, a 5 minuti 4 volte; insomma gradualmente meno tempo e meno volte fino al momento che la concia è fatta. [/FONT]
[FONT=&quot]Come sapere quando è secca[/FONT]

[FONT=&quot]Uno dei metodi più comuni per vedere se l’erba è secca al punto giusto è quello di spezzare i rametti. Se i rametti delle cime si spezzano facilmente allora l’erba è pronta. Se invece sono un po’ elastici, cioè si rompono ma senza il classico “crack”, dovete lasciare la marijuana più a lungo per seccarla meglio.[/FONT]
 

tawika

the crazy grower
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[FONT=&quot]ERRORI NELLA COLTIVAZIONE[/FONT]

[FONT=&quot]Per avere raccolti che ci ripagano delle fatiche fatte, dobbiamo evitare, [/FONT][FONT=&quot]o almeno cercare di farlo, di fare errori; specialmente le prime volte, tra ph, pistilli, dosi di fert., ore di luce, intensità di illuminazione, qualità del terriccio, ecc. ecc. si può andare in confusione e sbagliare “diagnosi”; Rimane sempre vero, che la nostra amata cannabis è sempre un essere vivente, e come tale, pur nelle stesse condizioni di coltivazione, ogni pianta reagisce, cresce e sviluppa a modo suo,. Quello che segue non è una “guida” esclusiva, ma semplice condivisione di consigli ed esperienze. [/FONT]
[FONT=&quot]Vediamo gli [/FONT][FONT=&quot]errori piu’ comuni.[/FONT]
[FONT=&quot]Ricordiamo di Ricordare[/FONT]
[FONT=&quot]Diciamolo dai, Internet, con forum e web, ha portato la coltivazione davvero dentro casa di tutti; ma questo a volte crea confusione, per cui, ricordiamo che la cannabis è una vera “erbaccia”, ribelle, resistente, adattabile, forte, però prima di sottoporla a stress, come taleaggio, Scrog, Crop, ecc, dobbiamo essere sicuri che la pianta ha avuto e abbia ciò che le serve veramente; cioè, Luce, Ur, Temp. Ricircolo d’aria, buon terriccio, ph[/FONT]
[FONT=&quot]Esagerare con l’acqua[/FONT]
[FONT=&quot]Irrigare troppo spesso, è quasi più pericoloso, di quando le diamo poca acqua; un terriccio pieno di acqua, può far marcire le radici in pochissimo tempo. Il terriccio deve essere semplicemente umido, un buon consiglio è quello di controllare lo strato superficiale del terriccio, se a circa 2-3cm di profondità è umido, allora aspettiamo il giorno dopo a irrigare.[/FONT]
[FONT=&quot]Cercare il Risparmio[/FONT]
[FONT=&quot]Molti di noi, sono pronti a investire centinaia di €uro, in Grow-box, grow-room, lampade, ventilatori, fertilizzanti, e quant’altro, ma poi cercano di risparmiare qualche €uro sul costo dei semi, perché ?!? In commercio, si trovano genetiche di ogni tipo, e sinceramente non è conveniente risparmiare sui semi, soprattutto quando si è alle prime coltivazioni; al limite, meglio qualche pianta in meno, ma geneticamente stabile, che le ultime novità “scontate”. Eppoi si può sempre optare per qualche talea.[/FONT]
[FONT=&quot]Il Ph[/FONT][FONT=&quot] si o no [/FONT]
[FONT=&quot]Personalmente, non ho mai misurato il Ph, facendo esclusivamente Outdoor, e forse aiutato anche dal fatto che irrigo con l’acqua potabile di una falda sotterranea, non ho mai avuto questa esigenza; Tornando a noi, sottovalutare un ph con valori sbagliati, è uno degli errori principali; la pianta, per assorbire al meglio, le sostanze di cui ha bisogno, dovrebbe avere un’acqua e un terriccio con ph tra il 5,8 e il 6,5 (6,8); i fertilizzanti abbassano il ph dell’acqua, quindi sempre meglio fare le misurazioni del fertirrigo prima; dopo misurare anche l’acqua di scolo, così da poter avere dei parametri di riferimento. Molti usano dei kit e/o degli strumenti per misurare il ph; per misurazioni generiche, vanno bene, anche le normali cartine tornasole. [/FONT]
[FONT=&quot]Usare vasi troppo piccoli[/FONT]
[FONT=&quot]Sia in Out che In, le piante hanno bisogno di spazio per poter sviluppare il proprio apparato radicale. Quando le radici avranno colonizzato il vaso, le piante cresceranno più lentamente e non daranno il meglio di se. In questi ultimi tempi, ho visto che il “classico” 7,5 Lt per le Auto, parlando di Out, non è più sufficiente; mi sento di consigliare un vaso da 10Lt, minimo; per le Femm., germinare in vaso da 7,5-10 Lt, per poi passare a un vaso da 18-25Lt; [/FONT]
[FONT=&quot]Esagerare con i fertilizzanti[/FONT]
[FONT=&quot]A volte, crediamo che i fertilizzanti siano la “medicina” per ogni piccolo cambiamento della pianta; otteniamo invece una sovra fertilizzazione. Il danno peggiore che poteva capitare; non impossibile da risolvere, ma certamente faticoso. Ricordiamo che le dosi riportate sulle etichette[/FONT][FONT=&quot] dei fertilizzanti, sono dosi “consigliate” e nella maggioranza delle volte, sono valori superiori al reale bisogno della pianta; meglio quindi cominciare con la metà della dose consigliata; ad aggiungere fertilizzante, se la pianta lo richiede, saremo sempre in tempo.[/FONT]
[FONT=&quot]Bla..Bla..Bla..[/FONT]
[FONT=&quot]Teniamo bene a mente che [/FONT][FONT=&quot]coltivare cannabis è ILLEGALE….[/FONT][FONT=&quot] l’amico più Fidato, avrà un altro amico “fidato”, che avrà ha amici, che hanno amici, che avranno amici, meno pubblicità, significa più sicurezza.[/FONT]
[FONT=&quot]La fretta di raccogliere[/FONT]
[FONT=&quot]Le cime sono piene di resina, quegli invitanti, granelli di “zucchero” ci invogliano a tagliare, ma[/FONT][FONT=&quot] un taglio anticipato, rischia di ridurre la qualità e la quantità della raccolta finale. Arrivati a questo stadio di sviluppo, dobbiamo ricordare che le cime (o meglio i fiori) producono il meglio nelle 2 ultime settimane di fioritura.[/FONT]
[FONT=&quot]Per aiutarci a capire quando tagliare, possiamo usare un microscopio, e vedere lo stato dei tricomi (i piccoli “granelli” di zucchero). Una dei metodi più usati è quello di tagliare quando la maggior parte dei tricomi è di colore bianco-latte ed alcuni di color caramello-ambra.[/FONT]
[FONT=&quot]La Potatura… non esageriamo[/FONT]
[FONT=&quot]Molte volte, la potatura può essere utile e dare benefici alla pianta; ricordiamo però che con la potatura, la pianta interrompe il suo sviluppo vegetativo per alcuni giorni (dai 2 ai 4) ma al tempo stesso la rende più vigorosa, e con un ciclo di vita più lungo. Per chi è ai primi coltivi, consiglio di evitare Fimming, lollipopping, topping, perché se non siamo abbastanza “conoscitori” di queste tecniche, rischiamo di provocare danni irrecuperabili; “tagliare” i soli rami bassi e/o poco sviluppati, aiuta lo stesso la pianta a usare le proprie energie sugli apicali e sui fiori che ricevono più luce, ma avremo meno problemi.[/FONT]
[FONT=&quot] Altra cosa importante NON potare MAI una pianta in fioritura.[/FONT]
[FONT=&quot]

[/FONT]
 
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tawika

the crazy grower
Veteran
Dopo aver visto quali "errori" dobbiamo evitare, vediamo come fare per ottenere un raccolto migliore, e facciamo pratica con i "nomi" di qualche tecnica, magari sentita nominare spesso, ma di cui sappiamo poco.
[FONT=&quot]Tecniche di coltivazione.[/FONT]

[FONT=&quot]La forma naturale di molte piante non permette di sfruttare al meglio le luci artificiali. Nelle coltivazioni indoor si preferisce modellare le piante in modo da ottenere un tappeto uniforme con altezza ridotta e un’estensione orizzontale più ampia possibile. In questo modo i fiori sono meglio esposti alla luce ed è possibile ottenere i migliori rendimenti. Naturalmente si tratta di una tecnica di tipo HST ovvero High Stress Tecnique, ovvero Tecnica ad alto Stress, poichè reindirizza gli ormoni di crescita e fioritura in modo traumatico per la pianta. [/FONT]
[FONT=&quot]Modificare la Distribuzione degli Ormoni[/FONT]
[FONT=&quot]Una delle tecniche più diffuse di training delle piante è il Top, o cimatura, con la sua variante FIM. Consiste nel rimuovere la parte apicale della pianta quando si trova in fase vegetativa con solo 3-5 internodi. In questo modo si modifica l’equilibrio ormonale incoraggiando la crescita dei rami e dei fiori nelle parti medie e basse della pianta, e ottenendo così numerosi frutti delle stesse dimensioni invece di un unico fiore principale e tanti piccoli satelliti. Dopo una cimatura la pianta sviluppa immediatamente le nuove cime, comincia a crescere più corta e compatta ed è pronta ad altre tecniche di training per massimizzare l’esposizione dei fiori alla luce. Non è consigliato il TOP o FIM su piante con breve ciclo di vita perché potrebbero non avere abbastanza tempo per recuperare dal trauma. [/FONT]
[FONT=&quot]TOP - Cimatura con Taglio Dritto[/FONT]
[FONT=&quot]I vantaggi del Top sono la rapidità e la semplicità, utili sia ai principianti, sia alle grandi coltivazioni. In questa tecnica si usa una lama o forbici disinfettate per rimuovere un pezzetto di gambo e il suo ciuffo di nuove foglioline appena al di sopra dell’internodo. Si devono invece lasciare intatti i due getti laterali che nascono dall’internodo e diventeranno le nuove cime, disposte a “V”. Durante la crescita e la fioritura si potranno applicare altre tecniche, come SOG o SCROG. [/FONT][FONT=&quot]Mai eseguire una cimatura Top o FIM in fase di fioritura.[/FONT]
[FONT=&quot]FIM - Tecnica della Cimatura Irregolare[/FONT]
[FONT=&quot]Pare che la sigla FIM derivi da [/FONT][FONT=&quot]F[/FONT][FONT=&quot]uck I Missed[/FONT][FONT=&quot]. Era l’imprecazione del coltivatore che aveva sbagliato Topping inventando involontariamente una nuova tecnica. [/FONT][FONT=&quot]Il FIM risulta meno traumatico per la pianta rispetto al semplice Top[/FONT][FONT=&quot]. Questa tecnica produce 4 cime invece delle due ottenute dal Top, ed è possibile ripeterla più volte sulla stessa pianta, dopo che ha superato lo stress ricominciando a crescere regolarmente. È possibile applicare contemporaneamente le tecniche LST. L’obiettivo finale del FIM consiste in un maggior numero di frutti esposti sul piano orizzontale illuminato. [/FONT]
[FONT=&quot]Si esegue allo stesso modo del TOP ma stringendo con le dita il ciuffetto apicale di foglie e rimuovendo con una lametta solamente la punta delle foglioline, lasciando sulla pianta circa il 20% della loro lunghezza. Queste foglie recise daranno vita a quattro cime di uguali dimensioni. Viene spesso consigliato di eseguire un taglio curvo per dare alla parte di foglie rimanenti una forma a coppetta che favorisce una crescita più uniforme. [/FONT]
[FONT=&quot]PINCHING - Variante del FIM[/FONT]
[FONT=&quot]Una variante del FIM, spesso chiamata Pinching, consiste nel [/FONT][FONT=&quot]pizzicare le punte,[/FONT][FONT=&quot] senza reciderle completamente[/FONT][FONT=&quot].[/FONT][FONT=&quot] In questo modo possono verificarsi più irregolarità nella crescita (in parte bilanciate con SOG e SGROG) ma la pianta subisce un trauma minore ed è meno rischioso ripetere l’operazione su altri rami perché la pianta richiede meno giorni di recupero. La tecnica FIM richiede più attenzione del Top ed è più difficile controllarne le conseguenze. La resa dipende dall’abilità del coltivatore e i risultati sono meno prevedibili perché dipendono anche dalla corretta esecuzione del pizzico. [/FONT]
[FONT=&quot]L.S.T. – L[/FONT][FONT=&quot]ow Stress Training[/FONT][FONT=&quot]
Operazione molto semplice con la quale andremo gradualmente a modificare la forma della pianta, piegandola giorno dopo giorno. Fisicamente andremo a legare il meristema e a tirarlo verso il basso con molta dolcezza [/FONT]
[FONT=&quot](con pianta ben idratata)[/FONT][FONT=&quot] e in momenti successivi facendo assumere al fusto una forma piegata.
Questa piegatura andrà ad influire sulla chimica della canapa, spostando l’ormone di cui vi parlavo dal meristema agli altri rami che inizieranno a competere per diventare apicali. Di fatto otterremo una pianta che ha pochissime cime inferiori e una serie di grosse cime apicali.[/FONT]

[FONT=&quot]SCR.O.G.[/FONT][FONT=&quot] – [/FONT][FONT=&quot]S[/FONT][FONT=&quot]creenof Green[/FONT][FONT=&quot]
Lo scrog è una delle tecniche di massimizzazione più efficaci in assoluto anche se nonostante i molteplici vantaggi, ha anche un lato negativo: allunga i tempi prima del raccolto. Questo perché la tecnica consiste nel piazzare una rete disposta orizzontalmente sopra la pianta e nel far passare i rami dentro e fuori le maglie della rete stessa. Chiaramente per coprire tutta la superficie della rete, bisognerà effettuare una vegetativa molto lunga. Non tutte le piante sono adatte per questo sistema, è preferibile avere delle piante con lunga distanza internodale e quindi più orientate verso la sativa. A fine fioritura, con la rete tutta piena, vedremo come risultato un tappeto di cime fiorite, tutte pressoché della stessa dimensione[/FONT]

[FONT=&quot]S.O.G. – S[/FONT][FONT=&quot]EAof GREEN[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Il mare di verde è una delle mie tecniche colturali preferite in quanto a differenza dello scrog che prevede l’utilizzo di una sola pianta o di poche piante, necessita la crescita di più piante a metro quadro rispetto al normale. È l’ideale se siete dei coltivatori che amano le talee ma anche partendo dal seme possiamo avere dei risultati ottimali nonostante non tutti gli strain siano ideali per la sua realizzazione. Il vantaggio principale di questa tecnica è quello di accorciare i tempi oltre che la resa: se mettiamo il doppio o il triplo di piante sotto la lampada rispetto alla norma, dovremo per forza di cosa effettuare una vegetativa più corta. Altro vantaggio che voglio sottolineare è quello di poter avere più fenotipi a disposizione e magari tra essi poter localizzare la nostra madre preferita.[/FONT]
[FONT=&quot]
[/FONT]

[FONT=&quot]In conclusione[/FONT][FONT=&quot] sono molte le tecniche che ci permettono di massimizzare i nostri raccolti ma l’ingrediente segreto è solo uno: l’amore per le nostre amate piante che, se presente, ci permetterà di curarle nel migliore dei modi e di ricavarne ottimi risultati.[/FONT]
[FONT=&quot]
[/FONT]

[FONT=&quot]* info eleborate da fonti quali rqs-paradiseseed-
[/FONT]
 
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Brasilian

Psychedelic Marijuana passionate
Veteran
Rimossi inutili off topic e accenni al flame.

@Vaporizzando192

Sei gentilmente pregato di evitare inutili commenti e frecciatine.

Giudicare il lavoro degli altri è più facile di darsi da fare.

Grazie.
 

Manshoon

Active member
Veteran
Fichissimo queste thread su "come fare cosa", ottimo lavoro.
Vorrei fare alcune integrazioni.
A) Semina.
Per l'ammollo citi di sfuggita la tecnica chiamata osmopriming, utilizzata dai coltivatori di peperoncino.
Consiste nel preparare l'acqua di ammollo aggiungendo 21g di sale da cucina per litro d'acqua (oppure 5ml di acqua ossigenata per litro): la differenza di pressione osmotica facilita l'ingresso di acqua dentro il seme. Passate 24-48 ore si lava il seme e si pianta.
http://www.peperonciniamoci.it/forum/topic/7461-osmopriming/

La semina "two step" secondo me comporta dei rischi.
Dopo averlo "ammollato" 24-48 ore conviene piantare direttamente in terra umida, tre/quattro giorni e la piantina farà capolino senza troppa fatica.
Esporre la radichetta alla luce, maneggiare o muovere il seme possono intralciare il processo di germinazione e attecchimento invece di favorirlo.

B) Preparazione al taglio.
Sospendere i fertilizzanti 7-10 giorni prima del taglio è spesso insufficiente.
Ci vuole tempo perchè i nutrimenti organici vengano resi disponibili per le radici e qualche giorno perchè vengano completamente processati dalla pianta.
Se la pianta è già scarica (=sta ingiallendo per benino) si può anche fertilizzare fino alla penultima settimana; più frequentemente una pianta ben nutrita può impiegare 2/4 settimane per liberarsi delle sostanze nutritive ancora presenti nel terreno ed in circolo.
Se il terreno può essere "lavato" con abbondante acqua non si può fare lo stesso con ciò che la pianta ha già immagazzinato.
Tagliare piante con fertilizzante in circolo comporta lunghe conce e cattivo sapore (la psicoattività sembra restare immutata, per quanto ho avuto modo di testare da amici con la mano pesante nei fert).

C) Il pH
Non è corretto dire che la maggior parte delle piante gradisca un pH tra 5,8 e 6,7
https://it.wikipedia.org/wiki/Reazione_del_terreno
http://www.verdiincontri.com/articoli/art10005.htm
http://www.ortosemplice.it/guide/ph-e-terreno/
http://hannachecker.it/index.php/piante/orticoltura#.V1LcI-S7ZYc
http://www.giardinaggioindoor.it/2009/02/27/capire-se-il-terreno-e-acido-o-alcalino/
I migliori terreni per quanto riguarda la fertilità del suolo sono quelli neutri; in terreni alcalini (pH 7,5 o più) non sono disponibili sostanze fondamentali come Ferro, Manganese, Zinco.
All'opposto i terreni acidi (pH 5,5 o meno) compromettono la flora batterica del terreno, quella colonia di microorganismi che rendono disponibili alle radici le sostanze nutrienti: riducendo i batteri azotofissatori la quantità di azoto sarà minore; inoltre viene ridotto l'assorbimento di Fosforo, Magnesio e soprattutto Calcio.
Tenere il pH intorno ad un valore neutro (per dare i numeri pH 6,5) rappresenta un buon bilanciamento tra esigenze diverse.
Occorre infine ricordare che il sistematico dilavamento del terreno dovuto all'irrigazione acidifica il terreno, come anche le basse temperature; fortunatamente per noi le piante sono altamente adattabili: un'irrigazione copiosa renderà disponibili certi nutrimenti che verranno assorbiti senza dover modificare chimicamente il pH, sarà sufficiente alternare regolarmente irrigazioni e periodi "asciutti".
Bye
 

tawika

the crazy grower
Veteran
Ciao Man, benvenuto nella discussione, intanto grazie delle "integrazioni", sono sempre utili; avrai notato che ho lasciato dei post "vuoti" proprio x poter aggiungere informazioni agli argomenti trattati. Sia chiaro non voglio essere frainteso, nè innescare polemiche di nessun tipo e/o genere, nei tuoi confronti, anzi ciò che dici nel post è giusto, e sarebbe stato trattato nei prossimi aggiornamenti, ho cominciato questa "cosa" in modo impulsivo e frettoloso, avrei dovuto prima impostarla, prepararla, impaginarla, dargli delle sembianze "di guida" e poi...poi postarla.
Ripeto nessuna polemica.
Grazie di essere intervenuto.:thank you:

 

Manshoon

Active member
Veteran
Volevo aggiungere alcune cose che mi capita spesso di leggere/scrivere nei thread.
Copia e incolla quel che ti serve, buona parte delle cose sono già scritte nelle guide ma repetita juvant.
Bye
 

tawika

the crazy grower
Veteran
Volevo aggiungere alcune cose che mi capita spesso di leggere/scrivere nei thread.
Copia e incolla quel che ti serve, buona parte delle cose sono già scritte nelle guide ma repetita juvant.
Bye
grazie del consiglio, ma fare copia/incolla come saviano e prendermi i meriti non rientra nel mio carattere; :biggrin:
 

tawika

the crazy grower
Veteran
In questo https://www.icmag.com/ic/showpost.php?p=7445650&postcount=4 post avevo già parlato, molto sommariamente dell'oidio ma giravagando per il web, ho trovato alcune informazioni che penso valga la pena condividere; riguardano anche la Botrite e alcuni piccoli consigli/rimedi/tecniche per riconoscerli; "riassunto" con parole semplici.


[FONT=&quot]La muffa riconoscerla e combatterla [/FONT][FONT=&quot]
[fonte rqs][/FONT]
[FONT=&quot]Sapere come riconoscere un’infezione da muffa è veramente importante, come importantissimo è saperla prevenire; [/FONT][FONT=&quot]La muffa e il marciume delle cime possono diventare un serio problema, e rovinare un intero raccolto in poco tempo. Ecco alcuni consigli su come capire, prevenire, scoprire, curare eventuali attacchi della muffa[/FONT]
[FONT=&quot]Identificazione[/FONT]
[FONT=&quot]Tra i tipi di muffa e/o infezioni pericolose derivanti da funghi e spore le più comuni e pericolose sono la[/FONT][FONT=&quot] Botrytis[/FONT][FONT=&quot] o[/FONT][FONT=&quot] Botrite[/FONT][FONT=&quot] (marciume delle cime) e [/FONT][FONT=&quot]l’oidio [/FONT][FONT=&quot]o[/FONT][FONT=&quot] muffa bianca[/FONT][FONT=&quot]. [/FONT]
[FONT=&quot]La[/FONT][FONT=&quot] Botrite[/FONT][FONT=&quot] all’inizio attacca la base degli steli, e questo ne rende difficile l’individuazione; di solito i primi segni si notano sulle foglie più piccole (quelle intorno alle cime) che cominciano a scolorire, appassire. Osservandole attentamente (magari con un microscopio) noteremo una specie di lanugine biancastra, sia all’interno delle cime che sugli steli delle foglioline vicine ai fiori; il colore varia dal bianco-grigio al blu-verdastro; anche in base al clima ambientale; quando l’Ur (Umidità relativa) è bassa le cime, e/o le parti attaccate, cominceranno a disidradarsi e tenderanno a sbriciolarsi, invece un Ur alta può[/FONT][FONT=&quot]portare i fiori a decomporsi e al tatto sembreranno mollicci, umidi.[/FONT]
[FONT=&quot]Ad uno stadio avanzato si noteranno dei piccoli “cerchi” di colore nero sulla superficie della muffa; sono le spore, quindi attenzione xkè basta un colpo di tosse per infestare tutta la gb. La Botrite può attaccare sia i rami che le foglie, arrivando a ricoprire una giovane pianta nel primo stadio di sviluppo [/FONT][FONT=&quot](succede molto raramente ma succede)[/FONT][FONT=&quot]; non sempre è possibile recuperare la pianta, quindi come sempre PREVENZIONE.[/FONT]
[FONT=&quot]Evitate di respirare queste spore e cercate sempre di isolare le piante infettate.[/FONT]
[FONT=&quot]L’ Oidio[/FONT]
[FONT=&quot]L’infestazione da [/FONT][FONT=&quot]oidio, [/FONT][FONT=&quot]in fase iniziale, si presenta sulla superficie delle foglie con un sottile strato di muffa polverosa e biancastra, per poi diffondersi sull’intera pianta. L’oidio blocca la fotosintesi della pianta e molto spesso provocandone la morte. Le foglie si accartocciano, ingialliscono, assumono colorazioni marroni e, infine, muoiono. Specialmente in fase iniziale, è difficile individuare l’oidio; le foglie infettate avranno sulla superficie piccole macchie circolari in rilievo; nello stadio avanzato anche l’oidio sviluppa piccole spore nere, e come la Botrite, possono facilmente trasferirsi su altre piante, basta una leggera brezza. L’oidio come la Botrite possono manifestarsi sia in Out che indoor.[/FONT]
[FONT=&quot]Prevenzione[/FONT]
[FONT=&quot]La prevenzione è la migliore “medicina” con cui curare una pianta di Cannabis. È più semplice e molto più facile prendere alcune precauzioni in anticipo, piuttosto che essere costretti a intervenire su un’infestazione in corso, magari anche in fase avanzata. Per manifestarsi, sia la Botrite che l’Oidio devono avere delle specifiche condizioni cioè:[/FONT]
[FONT=&quot]Basse temperature - Aria stagnante - Eccessiva umidità/acqua[/FONT]
[FONT=&quot]Quindi per prevenire[/FONT][FONT=&quot] un eventuale l’attacco, il sistema migliore è quello di controllare spesso i parametri nella gb e essere sicuri di non rischiare quelle condizioni; soprattutto tutti e 3 insieme. Cmq in gb, o genericamente indoor, è facile tenerli sotto controllo; basta non scendere sotto i 20°C (come max), avere un impianto di ventilazione che crei un regolare movimento d’aria, ricordiamo che una buona ventilazione può aiutare per tenere sotto controllo l’Ur interna, e inoltre di non tenere le piante troppo attaccate tra loro, potrebbero ostacolare il ricircolo dell’aria. Riassumendo, cerchiamo di fare attenzione a questi parametri.[/FONT]
[FONT=&quot]Purtroppo per l’Out, le cose sono un po’ diverse; in una zona con poca ventilazione, oppure dove la notte “è fresca” e/o le piogge sono frequenti, il rischio di muffa è più alto. Molti growers’, coprono le proprie piante con teli di plastica per proteggerle dalle piogge; è bene cmq “scrollare”, agitare delicatamente le piante dopo ogni acquazzone, aiuta a eliminare le gocce d’acqua dalle cime e evitare che rimanendo umide possano ammuffire.[/FONT]
[FONT=&quot]Trattamento[/FONT]
[FONT=&quot]Come già detto, a volte è molto difficile avere a che fare con la muffa; purtroppo se non presa in tempo e con specifici trattamenti salvare la pianta colpita è quasi impossibile; consideriamo se vale davvero la pena, tenendo presente che una pianta con muffa non può essere curata. L’unica cosa che potete fare è tenere sotto controllo l’infezione, cercando di far crescere le parti sane della pianta di crescere correttamente; facendo in questo modo però rischiamo di infettare il resto delle piante solo per avere qualche cima in più che, molto probabilmente, saranno di scarsa qualità e buone per estrazioni[/FONT]
[FONT=&quot]Per la[/FONT][FONT=&quot] Botrite [/FONT][FONT=&quot]l’unica opzione è l’impiego di spray biologici, come i prodotti a base di [/FONT][FONT=&quot]Bacillus subtilis[/FONT][FONT=&quot] (Serenade). Questi possono aiutare a combattere la Botrite e a tenerla sotto controllo fino al momento del raccolto, ma non riusciranno mai ad eliminarla del tutto. Per prevenire la diffusione della muffa, si possono spostare le piante infettate in una stanza calda con umidità estremamente bassa.[/FONT]
[FONT=&quot]Quando abbiamo a che fare con l’[/FONT][FONT=&quot]Oidio [/FONT][FONT=&quot]si possono adottare alcune strategie in più.[/FONT]
[FONT=&quot]Prima di tutto, eliminiamo tutte le foglie infettate e spostiamo la pianta in una zona calda con bassa umidità. A questo punto, applichiamo un fungicida spray sicuro e specifico per trattare le infezioni da muffa. Questo dovrebbe in qualche modo tenere sotto controllo la diffusione dell’oidio. E’ molto importante tenere a mente che questi prodotti, sono potenzialmente pericolosi per la nostra salute, soprattutto se sono chimici e contengono rame e zolfo (molto frequenti in questi tipi di prodotti). infatti, tendono ad alterare i sapori, gli aromi e la qualità dei fiori. Inoltre, non dimentichiamoci che saremo noi stessi a fumare le cime, per cui valutiamo sempre se vale veramente la pena inalare anche fungicidi e muffe! Ecco un paio di consigli “naturali” contro l’oidio.[/FONT]
[FONT=&quot]*[/FONT][FONT=&quot]1 Lt di acqua + 2 cucchiai di aceto di mele[/FONT][FONT=&quot] – spruzzare la soluzione sulle piante[/FONT]
[FONT=&quot]* [/FONT][FONT=&quot]600cl di latte + 400cl d’acqua[/FONT][FONT=&quot](in proporzione di 60% latte e un 40% di acqua) miscelate il tutto e nebulizzate sulle parti colpite.[/FONT]
[FONT=&quot] :wave:[/FONT]
 

tawika

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Bicarbonato di Sodio uso

Bicarbonato di Sodio uso

[FONT=&quot]:yay:Oltre ai rimedi sopra citati, possiamo utilizzare anche il [/FONT][FONT=&quot]bicarbonato di sodio[/FONT][FONT=&quot], facilmente reperibile, di facile uso, e soprattutto sicuro. Vediamo cos’è il bicarbonato di sodio.[/FONT]
[FONT=&quot]Bicarbonato di sodio[/FONT]
[FONT=&quot]Il bicarbonato di sodio si presenta come una polvere cristallina, di colore bianco, molto fina, è composta da una miscela di sali alcalini. L'uso del bicarbonato di sodio ha inizio intorno la metà del XIX secolo; lo troviamo sotto nomi diversi [/FONT][FONT=&quot]carbonato acido di sodio [/FONT][FONT=&quot]-[/FONT][FONT=&quot] carbonato acido monosodico [/FONT][FONT=&quot]-[/FONT][FONT=&quot] idrogeno carbonato di sodio [/FONT][FONT=&quot]-[/FONT][FONT=&quot] backing soda [/FONT][FONT=&quot]-[/FONT][FONT=&quot] sale di Vichy [/FONT][FONT=&quot]-[/FONT][FONT=&quot] bicarbonato Solvay[/FONT][FONT=&quot]; [/FONT][FONT=&quot]le sue caratteristiche chimiche sono[/FONT][FONT=&quot] : solubile in acqua - poco solubile nell'alcool - abrasivo - fungistatico - debolmente alcalino - non combustibile.[/FONT]
[FONT=&quot]Veniva prodotto dalla cenere di soda unita all'anidride carbonica, oggi, la produzione prevede l'uso di acqua e salamoia in silos (serbatoi) dove è contenuta dell'ammoniaca, la miscela ottenuta viene poi trattata con anidride carbonica, che dà origine al bicarbonato di sodio.
Questa sostanza, insolubile, si posa sul fondo del serbatoio, viene quindi filtrata, lavata con acqua fredda, asciugata e polverizzata.[/FONT]

[FONT=&quot]Il bicarbonato è molto duttile, può essere utilizzato per l’igiene intima e personale, come sbiancante, come disinfettante, come antiacido e digestivo. In agricoltura è rimedio particolarmente indicato per il trattamento di malattie fungine come l’oidio e la peronospora, che cercano dimora nelle nostre piante, e a volte con successo; è un rimedio semplice, facile da preparare in casa, ed è un rimedio efficace contro gli attacchi fungini.[/FONT]
[FONT=&quot]Il bicarbonato di sodio come rimedio per le malattie dell’orto[/FONT]
[FONT=&quot]Le malattie crittogamiche, come l’oidio o la peronospora, la botrite, la muffa grigia, attaccano specie di alberi da frutto, melo, limone e ortaggi come pomodoro, peperone, fagiolo, fagiolino, cipolla, zucca, cetriolo, fragola, melone, anguria, fino ad arrivare alla vite.[/FONT]
[FONT=&quot]Le malattie fungine[/FONT]
[FONT=&quot]I funghi sono tra i nostri peggiori nemici, poiché si propagano mediante le spore. Il loro trasporto avviene principalmente mediante l’aria o l’acqua inoltre, sopravvivono a condizioni climatiche avverse per poi riattivarsi quando le condizioni diventano favorevoli. Il nostro principale problema è che sono ovunque! Noi possiamo essere prevenirli con questa semplice ricetta a base di bicarbonato di sodio. Vediamo di conoscerla meglio.[/FONT]
[FONT=&quot]usare il bicarbonato di sodio come anticrittogamico[/FONT]
[FONT=&quot]Il[/FONT][FONT=&quot] bicarbonato di sodio[/FONT][FONT=&quot] ha un[/FONT][FONT=&quot] ph basico. Somministrare la soluzione sulle piante, rende l’ambiente ostile alla permanenza dei nostri sgraditi ospiti. [/FONT]
[FONT=&quot]I funghi, infatti, per svilupparsi e riprodursi necessitano di un mezzo acido, e le foglie sono acide! Ed è proprio grazie a loro che l’infezione fungina trova terreno fertile. Con il[/FONT][FONT=&quot]bicarbonato di sodio[/FONT][FONT=&quot]abbassiamo momentaneamente, senza controindicazioni sulle colture, il pH delle lamine fogliari. In questo modo la proliferazione del fungo diventa difficile.[/FONT]
[FONT=&quot]Preparazione e utilizzo[/FONT]

[FONT=&quot]Niente di più semplice. Si versa il bicarbonato di sodio in acqua e si mescola fino ad ottenere un composto omogeneo e trasparente. Lo si utilizza senza diluirlo, nebulizzato/spruzzato sulle foglie delle colture che ci interessa proteggere dai funghi. [/FONT][FONT=&quot]L’enorme vantaggio di questa soluzione è che possiamo utilizzarla per prevenire o bloccare malattie fungine già in corso.[/FONT]
[FONT=&quot]La prevenzione in agricoltura è l’arma più importante, sicura ed efficace che possiamo usare. Soprattutto in agricoltura biologica. Nel caso dei funghi, la condizione più favorevole al verificarsi di possibili attacchi è la presenza di elevata umidità, e/o di piogge frequenti.
La prima cosa utile da fare è arieggiare, al fine di abbassare il tasso di umidità. Per far questo, è utile eliminare l’eccesso di fogliame soprattutto nella parte più bassa della pianta, dove solitamente i funghi cominciano il loro attacco, trasportati sotto forma di spore dal vento o dalla pioggia battente.[/FONT]

[FONT=&quot]Possiamo utilizzare la soluzione ogni volta che compare l’attacco fungino in uno stadio a noi visibile, oppure quando c’è pioggia frequente e vogliamo proteggere le nostre piante da inquilini indesiderati, pronti a darci battaglia.[/FONT]
[FONT=&quot]Il bicarbonato di sodio ha comunque un effetto momentaneo e una bassa persistenza, giacché è solubile e completamente dilavabile. Bisogna quindi riutilizzarlo ogni volta che piove, magari qualche ora prima di possibili piogge o subito prima. L’importante è che rimanga sulle foglie il tempo necessario per evitare che le spore fungine trovino le condizioni adeguate per l’attacco.[/FONT]
[FONT=&quot]Come preparare
[/FONT]
[FONT=&quot]La soluzione che utilizzeremo sulle nostre piante è davvero semplice, con esattezza ci occorre
[/FONT]
[FONT=&quot]2-3g di bicarbonato di sodio per ogni 1 litro di acqua.[/FONT]
[FONT=&quot]Ovviamente si parla di dosi standard da prendere come riferimento per calcolare le quantità che ci occorrono effettivamente, che dipendono da quante piante intendiamo trattare e dal loro sviluppo fogliare. In base a questo scegliamo il litraggio dell’ acqua e la quantità il bicarbonato di sodio da sciogliere in essa.
Inoltre possiamo utilizzare il bicarbonato anche come antiparassitario, seguendo questa semplice ricetta:[/FONT]

[FONT=&quot]1 cucchiaio (+/-5g) di bicarbonato di sodio [/FONT]
[FONT=&quot]3 cucchiai di olio d'oliva [/FONT]
[FONT=&quot]1 Lt di acqua[/FONT][FONT=&quot]. [/FONT]
[FONT=&quot]Riempire uno spruzzino e vaporizzare la pianta, [/FONT][FONT=&quot]evitare[/FONT][FONT=&quot] di colpire i fiori. [/FONT]
[FONT=&quot]Ripetere quest'operazione ogni 20 giorni o secondo necessità.[/FONT]
[FONT=&quot]Vantaggi nell’utilizzo del bicarbonato di sodio[/FONT]
[FONT=&quot]Il bicarbonato di sodio ci fornisce un ulteriore vantaggio. Se il nostro orto o il nostro giardino ha un terreno acido, la vita delle nostre colture è più difficile. Un composto alcalino come questo è estremamente utile per neutralizzare l’acidità del suolo. [/FONT][FONT=&quot]Il bicarbonato è in grado di portare il pH del terreno intorno al valore di 6,5-7.[/FONT][FONT=&quot] Valore generalmente ottimale per le piante.[/FONT]
[FONT=&quot]Precauzioni d’impiego[/FONT]
[FONT=&quot]Dopo aver visto i vantaggi dell’utilizzo del bicarbonato di sodio come fungicida, sottolineiamo alcune precauzioni.
L’eccessivo impiego di qualunque sostanza minerale, per quanto apparentemente innocua, può arrecare danni al nostro ecosistema. Nel caso specifico, il bicarbonato di sodio possiamo ritrovarcelo nel terreno, magari in quantità eccessive.[/FONT]

[FONT=&quot]Il pH del nostro suolo, se effettuiamo un numero spropositato di trattamenti, può aumentare la sua alcalinità. Inoltre, il sodio, se liberato, ha effetti negativi sulla struttura del terreno, poiché disperde i colloidi. Questo potrebbe far sì che il nostro terreno si frantumi e perda compattezza. Ma è un evento che può avvenire solo con un utilizzo prolungato e non giustificato della soluzione.[/FONT]
[FONT=&quot]Il bicarbonato di sodio va utilizzato solo quando strettamente necessario[/FONT]
[FONT=&quot]e per la presenza delle malattie fungine. [/FONT]
[FONT=&quot]È inutile effettuare trattamenti ripetuti, se non ci sono condizioni di rischio, anche perché la soluzione ha una bassissima persistenza d’azione.[/FONT]
[FONT=&quot]Infine, altro problema legato ad un uso eccessivo può essere il rischio di bruciatura delle foglie. Questo accade soprattutto se il trattamento è effettuato nelle ore calde della giornata. Consigliamo pertanto di irrorare la soluzione di acqua e bicarbonato di sodio nelle ore fresche della sera.[/FONT]

[FONT=&quot]Il bicarbonato di potassio [/FONT][FONT=&quot]non[/FONT][FONT=&quot] è tossico[/FONT][FONT=&quot] per uomo e animali, preserva la fauna utile e [/FONT][FONT=&quot]non è pericoloso[/FONT][FONT=&quot] per l'ambiente.[/FONT]
[FONT=&quot]Lecitina granulare [/FONT][FONT=&quot](lecitina di soia)[/FONT]
[FONT=&quot]Tra i tanti rimedi naturali che possiamo usare contro le malattie fungine c’è anche la Lecitina di Soia, che agisce fortemente sui miceli, impedendo la diffusione delle spore. La ricetta è semplicissima[/FONT]
[FONT=&quot]un cucchiaio (+/-5gr) di lecitina granulare [/FONT]
[FONT=&quot]1 Lt d’acqua [/FONT]
[FONT=&quot]Lasciare riposare per qualche ora, agitare bene prima dell’uso, e spruzzarla sulle foglie.[/FONT]

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tawika

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I Terpeni

I Terpeni

Tutti noi growers', esperti o alle prime armi, abbiamo sentito quanto profuma, quanto odora la nostra "erbaccia". Questo è dovuto alla presenza dei "terpeni".

[FONT=&quot]I Terpeni.[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Gli odori sono molto importanti nella nostra vita; molti di noi, agiscono o/e sono influenzati dagli odori, quante volte un “semplice” odore ci ha fatto ricordare fatti, emozioni, luoghi del passato; gli odori possono farci ridere e vomitare, sono potenti in percentuali basse come alte. In un singolo fiore, la % è relativamente bassa, ma cmq forte da sentirla. Le particelle componenti l’odore non sono visibili, ma si percepiscono attraverso l’olfatto. Queste particelle, sono comunemente chiamate “[/FONT][FONT=&quot]Terpeni[/FONT][FONT=&quot]”.
Ecco[/FONT]
[FONT=&quot] qualche informazione :[/FONT]
[FONT=&quot]I terpeni[/FONT][FONT=&quot] sono una classe ampia di composti d’idrocarburi organici e spesso emanano un forte odore, in natura si trovano in animali e piante.
[/FONT]
[FONT=&quot]Terpenoide[/FONT][FONT=&quot] o [/FONT][FONT=&quot]Isoprenoidi[/FONT][FONT=&quot] sono termini comunemente usati per descrivere i terpeni[/FONT][FONT=&quot]. Inoltre i terpeni possono proteggere le piante che li producono scoraggiando gli insetti erbivori e attirando predatori e parassiti di erbivori; sono i principali componenti della resina; la vitamina A è un terpene. Le fragranze contenute negli olii essenziali sono costituite da terpeni. [/FONT]
[FONT=&quot]Nel corso degli anni, la scienza ha dimostrato che i terpeni sono utili nel trattamento di alcuni problemi di salute; è stato dimostrato che possono essere [/FONT][FONT=&quot]anti-microbici[/FONT][FONT=&quot] e [/FONT][FONT=&quot]anti-cancerogeni[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]antiossidanti[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]analgesici[/FONT][FONT=&quot](antidolorifici), [/FONT][FONT=&quot]antinfiammatori[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]rilassanti muscolari[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]anti-depressivi[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]psicoattivi[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]anti-ansia[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]sedativi[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]qualcuno è velenoso[/FONT][FONT=&quot] in diversa misura può essere usato come pesticida naturale.[/FONT]
[FONT=&quot]Nella cannabis sono presenti circa 120 terpeni diversi[/FONT][FONT=&quot], qualcuno in parte minore, mentre altri sono dominanti. Nei tricomi[/FONT][FONT=&quot], (le stesse ghiandole dove viene prodotto il THC), si producono anche i terpeni. Questi, comprendono tra il 10 e il 20% degli oli totali prodotti dalle ghiandole. [/FONT][FONT=&quot]L’età, la maturazione e l’ora del giorno possono influenzare la quantità di terpeni[/FONT][FONT=&quot]. Nonostante la pianta li produca continuamente, la luce del giorno, il calore li fanno vaporare. [/FONT][FONT=&quot]I terpeni sono composti volatili.[/FONT][FONT=&quot] Il clima e il meteo sono altri fattori che influenzano i terpeni e la produzione di flavonoidi. La stessa varietà di una pianta (anche un clone identico) è in grado di produrre un genere di terpeni diverso se coltivata in terreni diversi o con fertilizzanti differenti. L’altitudine e l’esposizione ai raggi UV interessano inoltre la produzione di terpeni e i loro livelli di concentrazione. [/FONT]
[FONT=&quot]Qualche terpene contenuto nella cannabis[/FONT]
[FONT=&quot]Borneolo[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT][FONT=&quot]
Mentolo, canfora, pino, legnoso. Trovato in cannella e assenzio. È utile per la stanchezza, il recupero dalla malattia e lo stress ed è considerato un sedativo e calmante nella medicina cinese[/FONT]

[FONT=&quot]Cariofillene[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Speziato, dolce, legnoso, chiodi di garofano, canfora, pepato. Trovato in pepe nero (15-25%), chiodi di garofano (10-20%) e cotone (15-25%). Si lega al recettore CB2 e si comporta come un cannabinoide. Antinfiammatorio e analgesico è utile per il trattamento del mal di denti. Dal momento che il THC non ha un odore, i cani antidroga sono addestrati a trovare una molecola molto puzzolente chiamata cariofillene-epossido![/FONT]
[FONT=&quot]Cineole/Eucaliptolo[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT][FONT=&quot]
Piccante, canforato, rinfrescante, mentoso. Trovato nel rosmarino e nell’eucalipto. È utilizzato per aumentare la circolazione, allevia il dolore e attraversa facilmente la barriera sangue-cervello per innescare una reazione olfattiva rapida.[/FONT]

[FONT=&quot]Delta3Carene[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]
[/FONT][FONT=&quot]Dolce, aroma di pini, cedri, bosco e pungente. Lo troviamo nel rosmarino, nel pino e nella resina di cedro. L’olio di cipresso, con alto contenuto di D-3-carene, viene utilizzato per asciugare i liquidi in eccesso, il naso otturato, il flusso mestruale e l’eccesso di sudore. Può contribuire alla secchezza oculare e della bocca secondo alcuni consumatori di marijuana.[/FONT]
[FONT=&quot]Limonene[/FONT][FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Agrumi (arancio, mandarino, limone e pompelmo), rosmarino, ginepro, menta piperita. Repulsivo ai predatori, il limonene può essere un anti-batterico, anti-fungine, anti-depressivo e anti-cancerogeno. Il limonene è in grado di produrre un aumento della pressione arteriosa sistolica.[/FONT]
[FONT=&quot]
[/FONT]

[FONT=&quot]-->
[/FONT]
 

tawika

the crazy grower
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[FONT=&quot]Le Genetiche della Cannabis.[/FONT]
[FONT=&quot] [/FONT]
[FONT=&quot]La cannabis è una pianta psicoattiva erbacea annuale, dell’ordine Urticales e della famiglia Cannabaceae. Le sue origini ci portano verso la catena dell’Himalaya, tra Cina e India, da dove si diffuse nel resto del mondo, dovunque la sua coltivazione fosse possibile, grazie agli innumerevoli usi medicinali, ricreativi e industriali che presenta questa millenaria pianta.[/FONT][FONT=&quot] Le genetiche [/FONT][FONT=&quot]Sativa[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]Indica[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]Ruderalis[/FONT][FONT=&quot], appartengono tutte alla stessa famiglia, botanicamente parlando; anche se presentano caratteristiche diverse in fatto di profumi, sapori, effetti, resa. Capire quali sono le principali differenze tra queste “varietà”, potrebbe aiutarci nella coltivazione, adottando i metodi e gli accorgimenti giusti per ottenere il meglio dal nostro raccolto. Passiamo ai dettagli.[/FONT]
[FONT=&quot]Cannabis Sativa[/FONT][FONT=&quot].[/FONT]
[FONT=&quot]La [/FONT][FONT=&quot]Sativa[/FONT][FONT=&quot] (proveniente principalmente dalle zone tropicali, come Sud e Centro America, Africa, Tailandia e Sud dell’India) fu classificata per la prima volta nel 1753 dallo scienziato naturalista e zoologo svedese Carl Nilsson Linaeus, che ha proposto l’attuale schema di nomenclatura binominale.[/FONT][FONT=&quot][/FONT]
[FONT=&quot]La[/FONT][FONT=&quot] [/FONT][FONT=&quot]Sativa[/FONT][FONT=&quot] [/FONT][FONT=&quot]è la sorella tropicale, che cresce in quelle [/FONT][FONT=&quot]zone [/FONT][FONT=&quot]dove [/FONT][FONT=&quot]le ore di luce solare si mantengono costanti per tutto l'anno. [/FONT][FONT=&quot]Le piante, adattandosi a quel clima [/FONT][FONT=&quot](fatto di Temp e Umidità alte)[/FONT][FONT=&quot] crescono più alte e sottili, così da disperdere più calore e vapore, diventando[/FONT][FONT=&quot] meno compatte e cespugliose, ma più ariose[/FONT][FONT=&quot], sviluppando una crescita costante e una fioritura più lunga[/FONT][FONT=&quot], [/FONT][FONT=&quot]con una resa più produttiva[/FONT][FONT=&quot].[/FONT][FONT=&quot] La[/FONT][FONT=&quot] Sativa[/FONT][FONT=&quot] si presenta come una pianta alta, più o meno ramificata e con lunghe foglie strette,[/FONT][FONT=&quot] allungate e filiformi, di colore verde chiaro, spesso paragonate a delle dita.[/FONT][FONT=&quot][/FONT]
[FONT=&quot] [/FONT][FONT=&quot]Sativa EFFETTI [/FONT]
[FONT=&quot]Normalmente, si ritiene che la sativa, abbia concentrazioni di THC medio/alte ([/FONT][FONT=&quot]10-15%) ed una percentuale molto minore (0, zero virgola) di [/FONT][FONT=&quot]CBD[/FONT][FONT=&quot]. Con l’intervento dell’uomo, tramite tecniche di incroci, le % di CBD, sono aumentate (ricordiamoci che il mercato chiede varietà che contengono maggiori % diTHC ). Vediamo gli effetti: [/FONT]
[FONT=&quot]- Sensazioni altamente cerebrali [/FONT]
[FONT=&quot]- Effetti stimolanti ed energizzanti [/FONT]
[FONT=&quot]- Stati di forte motivazione [/FONT]
[FONT=&quot]- Aumento della concentrazione e/o della lucidità mentale [/FONT]
[FONT=&quot]- Ispirazione ed aumento della creatività [/FONT]
[FONT=&quot]- Riduzione delle sensazioni di nausea [/FONT]
[FONT=&quot]- Efficace palliativo contro la depressione [/FONT]
[FONT=&quot]- Capacità di indurre sensazioni di benessere [/FONT]
[FONT=&quot]- Stimolante dell'appetito[/FONT]
[FONT=&quot]Cannabis Indica[/FONT]
[FONT=&quot]La[/FONT][FONT=&quot] Indica[/FONT][FONT=&quot], fu descritta e classificata per la prima volta dal naturalista francese Jean-Baptiste Lamarck nel 1783, che formulò anche la prima teoria sull’evoluzione biologica. Questa varietà di cannabis, proviene dalla catena montuosa dell’Himalaya (Afganistan, Pakistan, ecc.) [/FONT][FONT=&quot]dove sono state coltivate per secoli per la produzione di hashish. L’adattamento al clima “montanaro”, ha modificato la struttura della pianta, rendendola relativamente bassa, cespugliosa, le foglie sono più corte e larghe ([/FONT][FONT=&quot]rispetto alla sativa), permettendole di assorbire maggior luce, hanno un colore più scuro (verde smeraldo)[/FONT][FONT=&quot], inoltre, cosa da non sottovalutare, [/FONT][FONT=&quot]l’altitudine influisce sulla produzione di oli essenziali, stimolando le piante a produrre molti più tricomi, questo spiega anche la presenza di % maggiori di THC e CBD rispetto alla sativa.[/FONT]
[FONT=&quot]Crescendo in zone distanti dall'Equatore, dove le ore di luce solare cambiano, , ha spinto questa varietà a sviluppare una fioritura più accelerata; stimolata dal fotoperiodo. [/FONT]
[FONT=&quot] Indica EFFETTI[/FONT]
[FONT=&quot]Le Indica sono “famose” per la loro concentrazione di CBD, molto più alta in confronto alla Sativa. Il CBD, modera gli effetti che il THC provoca sul corpo e la mente questi gli effetti: [/FONT]
[FONT=&quot]- Effetti corporei
- Sensazioni altamente rilassanti a livello muscolare
- Riduzione di infiammazioni
- Efficace palliativo contro il dolore
- Concilia il sonno
- Azione sedativa
- Aumenta l'appetito
- Incrementa la produzione di dopamina
- Allevia stress ed ansia[/FONT]

[FONT=&quot]Cannabis Ruderalis[/FONT]
[FONT=&quot]Esiste una 3à varietà di cannabis; [/FONT][FONT=&quot]fu scoperta nel 1924 dal botanico russo D.E. Janischevisky, la [/FONT][FONT=&quot]Ruderalis[/FONT][FONT=&quot].[/FONT][FONT=&quot] C[/FONT][FONT=&quot]resce in[/FONT][FONT=&quot] natura nelle regioni[/FONT][FONT=&quot] più rigide[/FONT][FONT=&quot] e fredde de[/FONT][FONT=&quot]l [/FONT][FONT=&quot]mondo, nella zona Russia, Cina e nord Kazakistan[/FONT][FONT=&quot] [/FONT][FONT=&quot]ed è stata usata per secoli come fonte di fibra per tessuti, anche perché la % di Cannabioidi ([/FONT][FONT=&quot]THC-CBD) è praticamente inesistente. Nonostante questo, le grandi seeds-bank non si sono lasciate sfuggire il business; incrociando le varie genetiche, hanno creato piante auto fiorenti; [/FONT][FONT=&quot]ovvero possono fiorire senza essere stimolate dal fotoperiodo;[/FONT]
[FONT=&quot]queste piante completano il ciclo di crescita e fioritura entro 10/12 settimane, restando cmq non molto alte. [/FONT][FONT=&quot][/FONT]
[FONT=&quot] [/FONT][FONT=&quot]Ruderalis EFFETTI[/FONT]
[FONT=&quot]Le Ruderalis contengono % di THC e CBD molto bassi; questo è uno dei motivi per cui non sono state prese in considerazione dai “fattoni”; la Ruderalis non provoca nessun tipo di effetto; ma incrociando questa varietà con una Sativa o un'Indica si ottengono piante con caratteristiche di auto fioritura, trasmesse appunto, dai geni di Ruderalis. Questo è un buon vantaggio per chi vive nelle zone più fredde del pianeta e/o per chi fa Outdoor, perchè con questo “incrocio” si possono ottenere più raccolti all'anno: dato che la fioritura non dipende dalle ore di luce solare ma esclusivamente dal ciclo di crescita, si potrebbe piantare dopo ogni raccolto. L’incrocio tra ruderalis e Sativa e/o Indica, viene chiamato ibrido.[/FONT][FONT=&quot]
Un piccolo commento sugli ibridi[/FONT]
[FONT=&quot]
Sativa, Indica e Ruderalis sono 3 varietà di Cannabis che possono essere incrociate tra di loro per ottenere ibridi. Oggi sul mercato ci sono “mille” varietà di Cannabis e tutte e tre possiedono le diverse proprietà. Ciò consente alle seeds-bank, ma anche agli stessi coltivatori di realizzare le proprie varietà di cannabis, ottenendo in alcuni casi ottimi risultati. [/FONT]
[FONT=&quot][/FONT]
 

tawika

the crazy grower
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[FONT=&quot]Le Autofiorenti[/FONT]
[FONT=&quot]
[/FONT]

[FONT=&quot][/FONT][FONT=&quot]Alla base[/FONT][FONT=&quot] delle piante auto fiorenti, c’è una pianta di canapa piuttosto curiosa:[/FONT][FONT=&quot] la[FONT=&quot] [/FONT][FONT=&quot]Cannabis Ruderalis[/FONT]; una specie di cannabis delle regioni molto a Nord dell’equatore, dalla Polonia alla Russia centrale fino alla Cina. Per “colpa” del clima tipico di quelle regioni fredde, si è evoluta, modificando la sua struttura, diventando piccola e cespugliosa, sviluppando un ciclo di fioritura che si è adattata alle lunghe giornate di luce in estate nell’emisfero Nord. [FONT=&quot]Per molti anni, questa genetica non è stata presa in considerazione per via della sua bassa percentuale di THC[/FONT]; con l’evoluzione delle tecniche e degli esperimenti di genetica, è stato possibile incrociare le Ruderalis con genetiche più potenti. Da questi incroci, si è ottenuta una nuova “genetica” l’ auto fiorente; cioè piante di Cannabis che offrono un maggiore contenuto di THC e resa, rispetto alle “semplici” ruderalis. [FONT=&quot]Le piante di Cannabis autofiorenti fioriscono in base alla loro età, cioè non dipendono dalla quantità delle ore di luce.[/FONT][/FONT]
[FONT=&quot]Vediamo i [/FONT][FONT=&quot]PRO[/FONT][FONT=&quot] e i [/FONT][FONT=&quot]CONTRO[/FONT][FONT=&quot] di questa genetica.[/FONT]
[FONT=&quot]Pro[/FONT][FONT=&quot] [/FONT]
[FONT=&quot]I geni Ruderalis rendono queste piante più resistenti alle malattie e muffe.
Crescono e fioriscono rapidamente. Ideale per i coltivatori “frettolosi” !
Incrociate con buone genetiche, alcuni strain garantiscono buone fumate.
Le dimensioni, relativamente “piccole”, le rendono adatte per giardini e balconi [/FONT]
[FONT=&quot]Contro[/FONT][FONT=&quot] [/FONT]
[FONT=&quot]Non sono consigliate ai principianti, per il loro breve ciclo di crescita sarebbe difficile “curare” eventuali problemi. [/FONT]
[FONT=&quot]Resa modesta[/FONT]
[FONT=&quot]Probabile ermafrodismo in presenza di strees (luce nelle ore di buio, ecc)[/FONT]
[FONT=&quot]Non adatte a tutte le tecniche di coltivazione (topping, fimming, sgrog)[/FONT]
[FONT=&quot] [/FONT]
[FONT=&quot]Per onestà, bisogna dire che questa “genetica” autofiorente di Cannabis, non è da disprezzare; và accettata per quello che è; non criticata per quello che è ![/FONT]
[FONT=&quot]Per chi volesse cimentarsi con questa genetica, ecco qualche consiglio generale, che vale anche per le altre “genetiche”[/FONT]
[FONT=&quot]Seminare nel giusto periodo [/FONT][FONT=&quot][/FONT]
[FONT=&quot]Si consiglia di germinare i vostri semi all’inizio di maggio e di piantarli fuori a metà del mese[/FONT][FONT=&quot]. E’ il periodo ideale per cominciare, le gelate notturne non ci sono più e questo agevola la riuscita della germinazione; con le dovute accortezze in Out si possono ottenere anche 2-3 raccolti l’anno.
Le piante auto fiorenti cominciano a fiorire dopo 2-3 settimane e dopo appena 9-12 settimane, potrete già raccogliere. Piantando tra il 1° maggio e il 1° luglio, potrete raccogliere dalla fine di luglio a settembre inoltrato[/FONT]

[FONT=&quot]Piantare troppo presto, significa rischiare di sottoporre le piante a freddo [/FONT]
[FONT=&quot]notturno, e quindi a stress[/FONT][FONT=&quot] [/FONT]
[FONT=&quot] I giusti parametri di Temp e Ur[/FONT][FONT=&quot][/FONT]
[FONT=&quot]Il metodo migliore, sarebbe quello di mettere il seme nel vaso definitivo (dai 7Lt ai 11Lt), [/FONT][FONT=&quot]fare un piccolo foro, inserite il seme a circa 5mm di profondità, copritelo delicatamente con il terriccio; per creare un micro clima che favorisca la crescita, la cosa più semplice da fare è quella di tagliare una bottiglia di plastica a metà, praticare qualche foro per il ricircolo dell’aria, e mettetela sopra il seme; è la soluzione ideale per far crescere il seme nei primi giorni.[/FONT][FONT=&quot][/FONT]
[FONT=&quot]Fertilizzare le auto fiorenti[/FONT]
[FONT=&quot]Un’ auto fiorente, sarà più piccola delle sue cugine regolari o femminizzate, quindi le sue radici saranno più leggere e fragili, quindi evitate di fertilizzare troppo. Meglio dare del buon radicante, darà vigore alle radici e aiutando lo sviluppo radicale e l’assorbimento dei nutrimenti.[/FONT]
[FONT=&quot]Coltivare organico migliora il raccolto[/FONT][FONT=&quot]
[FONT=&quot]La coltivazione organica [/FONT](batteri, enzimi e trichodermi) [FONT=&quot]stimola il processo di nutrimento, rendondo le sostanze naturali presenti nel terriccio disponibili per la pianta[/FONT]. Adottando una coltivazione bio, la pianta avrà un rischio minore di over fertilizzazione e il prodotto finale sarà notevolmente migliore. [FONT=&quot] Un buon terriccio premiscelato con sostanze organiche[/FONT] contenente estratti di alghe, guano, melassa, zucchero di canna, darà al[FONT=&quot]le nostre piante il migliore ciclo di vita possibile e i risultati saranno evidenti.[/FONT][/FONT]

[FONT=&quot]Quale sub-strato utilizzare[/FONT]
[FONT=&quot]Il prodotto-risultato-raccolto finale, dipende dalla qualità della genetica/strain, dai metodi di crescita, dalle condizioni ambientali, e dai nutrimenti forniti e/o presenti nel terriccio. Il substrato dovrebbe garantire un buon drenaggio e essere arieggiato[/FONT][FONT=&quot].Il pH ideale dovrebbe essere compreso tra 5,8-6,5. [/FONT]
[FONT=&quot]In commercio ci sono molti terreni di buona qualità, si consiglia di utilizzare terreni organici. Ricordiamoci che quello che diamo alla pianta lo ritroviamo in fumata, quello che pianti raccogli![/FONT]
[FONT=&quot]È possibile aggiungere elementi come cocco, palline di argilla o perlite per aumentare l’ariosità del suolo e dare alle radici un po’ di spazio per crescere.[/FONT]
[FONT=&quot]Irrigazione – meglio poco che troppo[/FONT][FONT=&quot]
Una delle cose più dannose che potete fare per le vostre piante è l’eccesso di irrigazione. Le radici si soffocheranno e non saranno in grado di fornire i nutrienti alla pianta. [FONT=&quot]Se una pianta di Cannabis viene innaffiata troppo, la sua crescita sarà stentata[/FONT]. Spesso il principiante vedrà questo come un segno che la pianta non cresce e tenderà a dare più acqua e sostanze nutritive. Una soluzione è quella di pesare la vostra pianta con il suo vaso asciutto, quindi aggiungere dal 5 al 10 per cento del peso in acqua. Alcuni produttori di vasi morbidi suggeriscono di innaffiare le piante con il 20% del volume del vaso.[/FONT]
[FONT=&quot]
[/FONT]
[FONT=&quot]Se non ti fidi della tua tecnica di irrigazione, potresti allora cercare sistemi di auto-irrigazione o monitoraggio dell’umidità del suolo[/FONT][FONT=&quot] (ad esempio Autopot o Blumat).[/FONT]
[FONT=&quot]Tecniche di coltivazione farle o non farle ?[/FONT]
[FONT=&quot]Si può discutere sul fatto che queste tecniche potranno fare una differenza significativa per i rendimenti delle vostre piante di Cannabis a causa del breve ciclo di vita di una pianta autofiorente. [/FONT][FONT=&quot]I principianti dovrebbero evitare queste tecniche[/FONT][FONT=&quot] [/FONT][FONT=&quot]e lasciare che la pianta segua il proprio cammino. Tuttavia, se vogliamo provare, si dovrebbe cmq evitare [FONT=&quot]nella fase finale della fioritura, mentre sono sconsigliate con piante dalla fioritura precoce o quelle che hanno avuto un avvio lento[/FONT]. [/FONT]
[FONT=&quot]Quando raccogliere[/FONT][FONT=&quot]
Una caratteristica delle piante autofiorenti è che le cime principali diventano pronte per il raccolto prima di quelle in basso. [FONT=&quot]Spesso i germogli migliori saranno simili all’immagine sulla confezione, mentre i tricomi sui germogli più bassi avranno appena iniziato a girare. Questo è normale![/FONT] Se possibile, raccogliere le gemme migliori e attendere altri 6-10 giorni per le gemme sui rami più bassi in modo da raggiungere il loro pieno potenziale. Importante, siate pazienti![/FONT]

[FONT=&quot]La regola generale è che le autofiorenti coltivate all’aperto necessitano di almeno 1-2 settimane in più di fioritura[/FONT][FONT=&quot].[/FONT][FONT=&quot] [/FONT][FONT=&quot]I tempi di raccolto forniti sui pacchetti dei semi sono solo una linea guida[/FONT][FONT=&quot].[/FONT][FONT=&quot] Ci sono molti fattori che influenzano la crescita delle piante: la natura è una cosa meravigliosa ma imprevedibile. Con varietà autofiorenti ci si può aspettare un primo raccolto di buone gemme in piena estate e fino a 3 raccolti l’anno in una serra.[/FONT]
 
Tawika vorrei chiederti una cosa in quanto ti trovo molto più informato di me! ma quando si parla di olio di neem, è meglio utilizzare l'olio di neem RAFFINATO, quello VERGINE? grazie anticipatamente
 

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