cannapioniere
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Abbiamo visto il ruolo centrale della fotosintesi nella crescita e che la pianta verde è autotrofa grazie ad essa. Fino a che l’embrione contenuto nel seme non è in grado di fotosintetizzare viene nutrito dalle sostanze di riserva (amidi) che costituiscono la gran parte del seme. Una volta emessa la radichetta iniziale e le due foglie cotiledonari la pianta inizia la sua vita autonoma. In mezzo alle due foglie cotiledonari vi è un piccolo gruppo di cellule indifferenziate, il meristema apicale, che hanno l’unico scopo di dividersi e creare nuove cellule. Abbiamo visto il ruolo importante del fosforo per la divisione cellulare. Le nuove cellule appena create pian piano di distendono e si differenziano ossia indirizzano la loro maturazione e il loro funzionamento per un determinato scopo, e così si formano i vari tessuti e i vari organi che formano la pianta. La costruzione di tutto questo nuovo materiale cellulare richiede forti quantità di azoto. Man mano che le cellule si differenziano e specializzano inizia anche una forte attività di traslocazione dei loro prodotti nelle altre parti della pianta, dove sono richiesti. Il potassio in questa fase è importante come regolatore ed attivatore. Parallelamente al progresso dell’organogenesi la fotosintesi diventa sempre più attiva. In questa fase è nostro compito favorire il suo svolgimento ottimale.
Sia per l’organogenesi che per la fotosintesi, nessuno dei tre elementi fondamentali deve mancare, pena forti decrementi di produzione. Preponderante è però il consumo di azoto per la gran quantità di nuovi tessuti che devono essere formati. Dal momento in cui un sufficiente apparato radicale è stato creato un’apporto di azoto, fosforo e potassio nella percentuale di 2-1-1 (se l’azoto è nitrico o di 3-1-1 se è in parte ammoniacale o ureico) sostiene una crescita equilibrata della pianta. Man mano che la crescita prosegue manteniamo lo stesso bilanciamento, ma aumentiamo le dosi in maniera proporzionale alla superficie fogliare creata.
Nel caso notassimo un eccessivo allungamento e una crescita disequilibrata diminunuiamo la quantità di azoto se la luce è un fattore limitante o aumentiamo fosforo e potassio se abbiamo abbondanza di luce.
Indispensabile in questa prima fase è anche un apporto di calcio e di magnesio. Se usiamo acqua demineralizzata dobbiamo fornire assolutamente del calcio, altrimenti è probabile che quantità sufficienti siano già presenti nell’acqua di partenza. Al primo sintomo di carenza di magnesio dobbiamo aumentare la dose di tale elemento, che dovrebbe essere sempre presente circa per un decimo del potassio aggiunto. Anche i microelementi, alla dose di circa un decimo di grammo per litro devono sempre essere presenti.
Parallelamente all’aumento di concentrazione di NPK, man mano che la crescita procede possiamo spostare gradualmente l’equilibrio verso il P e K in anticipazione della fase di fioritura, fino ad arrivare al termine della fase vegetativa con un rapporto NPK vicino a 1-1-1.
All’induzione a fiore dovremmo essere arrivati a una concentrazione intorno ai 1000 uS. Con l’effetto dell’induzione inizia la maturazione della pianta che si manifesta a livello macroscopico con l’allungamento della cima centrale (stretching) per effetto della distensione e maturazione delle cellule più giovani. Il potassio diventa in tale fase l’elemento più importante ma anche il fosforo deve essere abbondante per evitare uno stretching eccessivo e per favorire la formazione dei fiori. L’azoto diventa meno essenziale perché cessa la crescita tumultuosa ma deve rimanere presente per i compiti di routine. Con l’entrata nella fase di fioritura continuaiamo a spostare l’equilibrio verso P e K, aumentando ancora le dosi, per arrivare all’inizio della fioritura ad un rapporto 1-2-2 con circa 1200 uS. Dall’inizio della fioritura fino alla maturazione aumentiamo ancora il potassio, che favorisce una resa in resina maggiore fino ad un equilibrio intorno a 1-2-3.
Con l’inizio della senescenza dei pistilli, che imbruniscono e seccano termina il ciclo di coltivazione, che va continuato giusto per il tempo sufficiente a maturare ed affinare la resina. In questo periodo sospendiamo ogni concimazione per far si che la pianta consumi tutte le riserve presenti eliminando dalle sue foglie ogni traccia di sostanza chimica che potrebbe influire sul “bouquet” (cioè sull’aroma del prodotto) e per avere un prodotto sicuro per la salute. In quest’ultimo stadio dovrebbe aversi un importante ingiallimento e caduta delle foglie più basse e più larghe, che è la prova della “pulizia” dei tessuti da ogni residuo e del consumo delle risorse rimaste che vengono traslocate nelle zone apicali ricche di fiori.
Sia per l’organogenesi che per la fotosintesi, nessuno dei tre elementi fondamentali deve mancare, pena forti decrementi di produzione. Preponderante è però il consumo di azoto per la gran quantità di nuovi tessuti che devono essere formati. Dal momento in cui un sufficiente apparato radicale è stato creato un’apporto di azoto, fosforo e potassio nella percentuale di 2-1-1 (se l’azoto è nitrico o di 3-1-1 se è in parte ammoniacale o ureico) sostiene una crescita equilibrata della pianta. Man mano che la crescita prosegue manteniamo lo stesso bilanciamento, ma aumentiamo le dosi in maniera proporzionale alla superficie fogliare creata.
Nel caso notassimo un eccessivo allungamento e una crescita disequilibrata diminunuiamo la quantità di azoto se la luce è un fattore limitante o aumentiamo fosforo e potassio se abbiamo abbondanza di luce.
Indispensabile in questa prima fase è anche un apporto di calcio e di magnesio. Se usiamo acqua demineralizzata dobbiamo fornire assolutamente del calcio, altrimenti è probabile che quantità sufficienti siano già presenti nell’acqua di partenza. Al primo sintomo di carenza di magnesio dobbiamo aumentare la dose di tale elemento, che dovrebbe essere sempre presente circa per un decimo del potassio aggiunto. Anche i microelementi, alla dose di circa un decimo di grammo per litro devono sempre essere presenti.
Parallelamente all’aumento di concentrazione di NPK, man mano che la crescita procede possiamo spostare gradualmente l’equilibrio verso il P e K in anticipazione della fase di fioritura, fino ad arrivare al termine della fase vegetativa con un rapporto NPK vicino a 1-1-1.
All’induzione a fiore dovremmo essere arrivati a una concentrazione intorno ai 1000 uS. Con l’effetto dell’induzione inizia la maturazione della pianta che si manifesta a livello macroscopico con l’allungamento della cima centrale (stretching) per effetto della distensione e maturazione delle cellule più giovani. Il potassio diventa in tale fase l’elemento più importante ma anche il fosforo deve essere abbondante per evitare uno stretching eccessivo e per favorire la formazione dei fiori. L’azoto diventa meno essenziale perché cessa la crescita tumultuosa ma deve rimanere presente per i compiti di routine. Con l’entrata nella fase di fioritura continuaiamo a spostare l’equilibrio verso P e K, aumentando ancora le dosi, per arrivare all’inizio della fioritura ad un rapporto 1-2-2 con circa 1200 uS. Dall’inizio della fioritura fino alla maturazione aumentiamo ancora il potassio, che favorisce una resa in resina maggiore fino ad un equilibrio intorno a 1-2-3.
Con l’inizio della senescenza dei pistilli, che imbruniscono e seccano termina il ciclo di coltivazione, che va continuato giusto per il tempo sufficiente a maturare ed affinare la resina. In questo periodo sospendiamo ogni concimazione per far si che la pianta consumi tutte le riserve presenti eliminando dalle sue foglie ogni traccia di sostanza chimica che potrebbe influire sul “bouquet” (cioè sull’aroma del prodotto) e per avere un prodotto sicuro per la salute. In quest’ultimo stadio dovrebbe aversi un importante ingiallimento e caduta delle foglie più basse e più larghe, che è la prova della “pulizia” dei tessuti da ogni residuo e del consumo delle risorse rimaste che vengono traslocate nelle zone apicali ricche di fiori.